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2 flac e.v. 100 mg 10 ml flac e.v. 500 mg 50 ml |
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Anticorpo monoclonale IgG1 chimerico/umano indicato nel trattamento dei linfomi follicolari in III-IV stadio chemioresistenti.
Questi linfomi non-Hodgkin a cellule B, a basso grado ("indolenti"), risultano di più difficile guarigione rispetto a quelli ad alto grado ("aggressivi"). Nelle fasi iniziali, la radioterapia può essere talora curativa, ma la maggior parte dei pazienti si presenta con una malattia in stadio III o IV. I linfomi a basso grado in stadio avanzato sono generalmente incurabili e la terapia, con la possibile eccezione del trapianto di midollo osseo, è principalmente palliativa.
Il protocollo di scelta è il CHOP (ciclofosfamide + doxorubicina + vincristina + prednisone). La sopravvivenza mediana, intorno ai 9 anni dalla diagnosi, dopo recidiva post-chemioterapia varia dai 2,4 ai 5,9 anni. Il rituximab si lega all'antigene CD20 presente sulle cellule B normali e maligne provocando la lisi delle cellule antigene-positive, ma risparmiando le cellule staminali che non esprimono il CD20.
In pazienti con linfomi follicolari recidivati dopo chemioterapia, l'anticorpo, somministrato al dosaggio di 375mg/m2 alla settimana per 4 settimane, è stato in grado di indurre una risposta duratura (protrattasi in media per 10 mesi) nel 46% dei casi.
Sono in fase di studio diverse modalità di somministrazione del farmaco e nuovi schemi di trattamento, in abbinamento alla chemioterapia convenzionale, a immunomodulatori, a radioisotopi o ad altre immunotossine per sfruttarne l'effetto sinergico nella distruzione delle cellule maligne.
I principali effetti indesiderati del rituximab sono imputabili alla liberazione di citochine e si verificano al momento della prima infusione; sono rappresentati da febbre, brividi, prurito, broncospasmo anche grave, angioedema. Possono essere attenuati rallentando o interrompendo temporaneamente l'infusione o ricorrendo alla premedicazione con paracetamolo, antistaminici e cortisonici. Più tardivamente possono comparire piastrinopenia e neutropenia, ma sono meno frequenti; vengono segnalate aritmie cardiache.
Bibliografia
1. McCune ST et al. Monoclonal antibody therapy in the treatment of non-Hodgkin lymphoma. JAMA 2001; 286:1149-52.
2. Rituximab nel linfoma non-Hodgkin. The Medical Letter 1998; XXVII:79-80.
Data di redazione 12/2001