Colloide, derivato dell'amilopectina dell'amido di mais, proposto nella profilassi e nel trattamento degli stati di ipovolemia e dello shock, nella emodiluizione terapeutica e della emodiluizione normovolemica acuta per ridurre il ricorso a sangue da donatore nel corso di interventi.
Grazie alle particolari caratteristiche chimiche, l'idrossietilamido possiede un effetto di espansione volemica più marcato e duraturo rispetto agli altri colloidi.
Gli studi disponibili non consentono, tuttavia, di stabilire se un determinato colloide sia più efficace o più sicuro di un altro, anche se gli intervalli di confidenza sono tanto ampi da non escludere l'esistenza di differenze clinicamente significative.
L'idrossietilamido, così come i colloidi in genere, non sembra comportare alcun vantaggio rispetto ai cristalloidi nelle varie condizioni di shock (traumatico, da ustione, chirurgico).
Diverse revisioni sistematiche confermano l'assenza di benefici clinici (es. aumento della sopravvivenza) derivanti dall'impiego dei colloidi e dell'albumina; per alcune sottoclassi di pazienti l'uso dei colloidi mostra addirittura una tendenza all'aumento della mortalità. Sull'utilizzo dell'idrossietilamido nella emodiluizione terapeutica e nell'emodiluizione normovolemica acuta manca una chiara documentazione.
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