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I farmaci possono interferire con le funzioni psicomotorie sottese alla guida riducendo l'attenzione e la concentrazione, causando sonnolenza, confusione, stordimento, vertigini. Il livello di rischio per chi guida associato alle singole classi di farmaci viene determinato in base alla frequenza degli eventi avversi che alterano lo stato di vigilanza e la prontezza di riflessi. Il momento più critico è sempre l'inizio di un trattamento, quando non si può prevedere la risposta del paziente; il livello di allerta massimo va posto quando si prescrive un farmaco nuovo i cui effetti negativi sulla guida non sono completamente noti. In questi casi, il medico deve concordare col paziente un periodo di verifica durante i primi giorni di assunzione e raccomandare l'astensione dalla guida qualora compaiano sintomi di ridotta efficienza psicofisica. Tali precauzioni valgono anche per quanti svolgono lavori in condizioni che richiedono integrità dello stato di vigilanza e coordinazione motoria (es. antennisti, muratori, addetti a presse, fresatrici).
I farmaci più pericolosi per chi guida sono quelli che agiscono sul sistema nervoso centrale provocando sonnolenza. Al primo posto vanno annoverate le benzodiazepine, specie quelle a più lunga durata d'azione (es. diazepam, bromazepam). Prescritte per un impiego ansiolitico diurno o utilizzate la sera come ipnotici, le benzodiazepine possono alterare la prontezza di riflessi anche il giorno successivo all'assunzione, aumentando di 5 volte il rischio di incidenti stradali. Il loro effetto sedativo viene gravemente potenziato dall'alcool. Le benzodiazepine sono contenute anche in specialità indicate nel trattamento di manifestazioni spastico-dolorose dell'apparato gastrointestinale (Lexil, Librax, Spasmomen Somatico, Valpinax) e vengono spesso utilizzate per interventi ambulatoriali in day-hospital (es. endoscopie), in occasione dei quali il paziente deve farsi accompagnare a casa da un familiare.
Antidepressivi. I triciclici hanno un'azione sedativa che non si concilia con una guida sicura. Gli SSRI sono meno sedativi, ma possono alterare il livello di attenzione o causare capogiri altrettanto rischiosi per chi guida. La duloxetina è un inibitore della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina con indicazioni multiple (depressione, neuropatia diabetica e incontinenza urinaria femminile), spesso responsabile, oltre che di sonnolenza, di giramenti di testa che possono compromettere la capacità di guida.
Alcuni dopaminergici usati nel morbo di Parkinson [es. pramipexolo (Mirapexin), ropirinolo (Requip)] provocano sonnolenza e sono stati associati alla comparsa di attacchi improvvisi di sonno, deleteri per chi si trova al volante. Gli oppioidi deprimono il SNC, ma una volta stabilizzata la dose nel corso di terapie prolungate, non sembrano influenzare l'integrità psicomotoria dei pazienti. Tutti i vecchi antistaminici (es. clorfenamina) inducono sonnolenza, mentre quelli di ultima generazione possiedono una attività sedativa minima e causano un rallentamento psicomotorio meno marcato, comunque variabile da soggetto a soggetto.
Molti anticonvulsivanti possono alterare lo stato di vigilanza del paziente, ma questo è un rischio accettabile se confrontato con quello che l'epilettico abbia una crisi durante la guida. Discorso diverso per gabapentin e pregabalin, anticonvulsivanti impiegati prevalentemente nel trattamento del dolore neuropatico: causano spesso giramenti di testa e sonnolenza che possono pregiudicare la capacità di guida.
Anche FANS e tramadolo alle prime somministrazioni inducono talora sonnolenza o confusione.
L'ipoglicemia indotta dall'insulina e dalle sulfaniluree può alterare lo stato di coscienza e la lucidità mentale dei diabetici alla guida.
L'evenienza, legata ad un uso scorretto dei farmaci o ad una variazione brusca della dieta, va scongiurata con una adeguata istruzione del paziente nella gestione della terapia e dei pasti, e accompagnata dal consiglio di tenere in auto fonti di zuccheri da assumere alla comparsa dei sintomi premonitori (sudorazione, tremori, palpitazioni, confusione). Negli ipertesi, l'ipotensione da aumento di dose o da aggiunta di un nuovo antipertensivo può essere tale da avere risvolti negativi sulla guida: va affrontata con una attenta sorveglianza durante i primi giorni successivi alla variazione.
Data di Redazione 08/2012
Le Note commentate sono elaborate da un gruppo interdisciplinare* all'interno del quale trovano larga rappresentanza medici di medicina generale e pediatri. Non si tratta di un aggiornamento dello stato delle conoscenze né il punto di vista della medicina generale su un argomento clinico-assistenziale d'attualità o dibattuto nella letteratura scientifica. L'originalità di queste Note risiede nel modo con cui un gruppo di MMG percepisce e affronta i problemi aperti che emergono dall'incrocio critico tra i dati di mercato, la promozione delle ditte produttrici e i risultati degli studi. Le motivazioni che di volta in volta sottendono la scelta del tema provengono da fattori contingenti locali o da iniziative/progetti specifici.
* Busani Corrado, Chiari Corrado, Davoli Daniela, Ferretti Alessandra, Ferretti Tiziano, Gandolfi Alberto, Gigliobianco Andrea, Marconi Bettina, Miselli Mauro, Navazio Alessandro, Pellati Morena, Riccò Daniela, Viaroli Mario