Indicazioni approvate: Melanoma maligno disseminato comprese le localizzazioni cerebrali
Fotemustina è un agente alchilante appartenente alla famiglia delle nitrosuree. Viene proposto nel trattamento del melanoma maligno disseminato, comprese le localizzazioni cerebrali, al dosaggio di 100mg/m2 in 3 somministrazioni consecutive a distanza di una settimana una dall'altra (terapia di attacco) e da una somministrazione ogni 3 settimane (terapia di mantenimento) dopo un riposo terapeutico di 4-5 settimane.
I pazienti con melanoma maligno hanno una prognosi particolarmente infausta: in quelli con malattia avanzata (metastasi a distanza), l'aspettativa di vita è di soli 6 mesi e scende a 2-4 mesi in caso di metastasi cerebrali. Nelle forme disseminate, alla chirurgia viene associata la chemioterapia, anche se non esistono studi controllati, randomizzati, che ne abbiano dimostrato la superiorità sulla miglior terapia di supporto o sul placebo. La dacarbazina (Deticene) rappresenta il farmaco di riferimento: induce una remissione nel 20% circa dei pazienti, con una durata della risposta di 4-6 mesi. La dacarbazina attraversa con difficoltà la barriera ematoencefalica e non è attiva sulle localizzazioni cerebrali. I suoi principali effetti indesiderati sono la nausea, il vomito e una tossicità ematologia non cumulativa. L'aggiunta di altri farmaci (carmustina, cisplatino, con o senza tamoxifene) non ha dimostrato di poter migliorare l'aspettativa di vita rispetto alla sola dacarbazina. L'associazione con interferone alfa aumenta la tossicità senza alcun vantaggio significativo in termini di sopravvivenza. In uno studio non controllato di fase II su 153 pazienti sottoposti a chirurgia, la fotemustina ha prodotto una risposta nel 24% dei pazienti con una durata mediana della remissione di 5,5 mesi, ricalcando il profilo di efficacia della dacarbazina, con una maggiore semplicità d'impiego (1 infusione contro 4 per ciclo) e una probabile migliore tollerabilità gastrointestinale, ma con un costo decisamente più alto (7.490 euro contro 480 euro per un trattamento di 6 mesi). I principali effetti indesiderati sono stati leucopenia e trombocitopenia di grado III e IV in oltre il 40% dei pazienti. La fotemustina è risultata attiva anche nel sottogruppo di pazienti (n. 36) con metastasi cerebrali, ma non è nota la durata della remissione. In due studi, la terza infusione della fotemustina è stata sostituita dalla somministrazione di dacarbazina per 4 giorni consecutivi. Questo schema di trattamento ha confermato l'attività della fotemustina sulle localizzazioni cerebrali, ma, pur non modificando significativamente la percentuale di responders (passata dal 24% al 27%) né la sopravvivenza, ha consentito di ridurre la tossicità ematologica della fotemustina. Mancano, tuttavia, studi comparativi che confermino i possibili benefici dell'associazione così come non sono definiti i vantaggi di altri protocolli nei quali la fotemustina è stata variamente combinata con altri farmaci (vindesina, interferone, cisplatino, tamoxifene) in studi non comparativi di fase II.
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