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Proprietà farmacologiche
Fingolimod è il primo farmaco orale approvato con procedura centralizzata europea nella sclerosi multipla (SM) recidivante– remittente ad alta attività nonostante il trattamento con interferone-beta o in caso di malattia grave1. La stessa agenzia europea (così come la FDA americana) ha invece espresso parere negativo alla registrazione della cladribina per la stessa indicazione. Anche il Canada ha limitato l'indicazione a pazienti non responsivi all'interferone, mentre negli Stati Uniti, in Svizzera e Australia, il fingolimod è stato approvato come trattamento di prima linea. Fingolimod è un immunosoppressore: dopo fosforilazione e successiva interazione con i recettori per la sfingosina-1-fosfato (S1P) blocca il rilascio dei linfociti dai linfonodi con conseguente riduzione del numero di linfociti circolanti e attenuazione del processo infiammatorio a livello del sistema nervoso centrale 2. Lo sviluppo del farmaco, inizialmente limitato alla prevenzione del rigetto dopo trapianto d'organo (la richiesta di registrazione negli USA risale al 1998), in assenza di vantaggi dimostrati sui farmaci disponibili, è stato successivamente spostato nel trattamento della sclerosi multipla. Dopo somministrazione orale, il fingolimod raggiunge le concentrazioni plasmatiche massime in 12-16 ore 3. Il tempo allo steady state è di 1-2 mesi. Metabolizzato a livello epatico soprattutto dal CYP4F2 e in minor misura dal CYP2D6, viene eliminato prevalentemente per via renale (81%) sotto forma di metaboliti inattivi e in parte immodificato nelle feci (2,5%) 3. L'emivita è di 6-9 giorni.
Efficacia clinica
La valutazione clinica del fingolimod si basa essenzialmente su 2 studi randomizzati comparativi, uno verso placebo (FREEDOMS) 4, l'altro verso interferone beta-1a (TRANSFORM) 5. I due studi hanno utilizzato come misura di esito primaria la frequenza annualizzata di riacutizzazioni della malattia. Lo studio controllato verso placebo (FREEDOMS) è stato condotto su 1.272 pazienti con SM recidivante-remittente che avevano avuto almeno una riacutizzazione nel corso dell'anno precedente o 2 riacutizzazioni nei 2 anni precedenti 4. I pazienti sono stati trattati per 2 anni con fingolimod 0,5 mg e 1,25 mg o con placebo. Entrambe le dosi di fingolimod hanno ridotto il numero delle riacutizzazioni annuali in misura statisticamente superiore al placebo: 0,18 (0,5 mg) e 0,16 (1,25 mg) contro 0,40 con placebo. Nel protocollo dello studio, la progressione della malattia veniva definita come aumento, persistente per almeno 3 mesi in assenza di riacutizzazioni, di 1 punto (o mezzo punto quando lo score iniziale era 5,5) sulla Expanded Disability Status Score (EDSS), una scala validata a 10 punti sulla quale 0 indica una normalità neurologica, mentre un punteggio di 4 definisce un paziente in grado di camminare sino a 12 ore al giorno e di percorrere almeno 500 metri senza ausilio o senza necessità di fermarsi. La probabilità cumulativa di progressione della malattia è risultata significativamente più bassa nei pazienti trattati con fingolimod 0,5 mg (17,7%) e 1,25 mg (16,6%) rispetto a quelli trattati con placebo (24,1%). Tuttavia, al termine dei 2 anni, il punteggio EDSS mediano è stato 0; il fatto che non vi sia stato nessun punteggio superiore a 4 sta ad indicare come la maggior parte dei pazienti arruolati presentasse una disabilità modesta. Questo solleva molti dubbi sulla rilevanza clinica della differenza osservata tra i due gruppi. Per quanto riguarda gli end point secondari relativi ai risultati della risonanza magnetica per immagini (RMI), nei pazienti trattati con fingolimod è stata riscontrata una riduzione significativa di nuove lesioni gadolinio positive o di lesioni più estese e una riduzione della contrazione del volume cerebrale. Nell'altro studio in doppio cieco, TRANSFORMS, 1.292 pazienti con MS recidivante-remittente (con storia di 1 riacutizzazione nell'anno precedente o di 2 riacutizzazioni nei 2 anni precedenti) sono stati randomizzati a ricevere fingolimod 0,5 mg o 1,25 mg al giorno (+ 1 iniezione i.m. di placebo/settimana) o interferone beta-1a 30 mcg i.m./settimana (+ 1 compressa placebo/die) per un anno 5. I tassi annualizzati di recidiva sono stati 0,16 con fingolimod 0,5 mg e 0,20 con fingolimod 1,25 mg contro 0,33 con interferone beta-1a; entrambe le differenze sono risultate statisticamente significative. Ipotizzando che l'efficacia dei due trattamenti non si riduca nel tempo, i pazienti trattati con fingolimod presenteranno mediamente 1 riacutizzazione ogni 6 anni, mentre quelli trattati con interferone beta-1a più o meno 1 riacutizzazione ogni 3 anni. Ciò equivale a dire che in un paziente che assumerà fingolimod per 6 anni si eviterà una riacutizzazione della malattia. Durante il follow-up, il numero di pazienti senza recidive è risultato significativamente più basso con fingolimod che con interferone beta-1a (82,6% e 79,8% contro 69,3%). Anche gli end point secondari relativi alle valutazioni RMI hanno evidenziato una superiorità statisticamente significativa a favore di fingolimod. Non è emersa invece nessuna differenza tra fingolimod e interferone beta-1 a per quanto riguarda la progressione della disabilità (ha interessato meno del 10% dei pazienti) 5. Al termine dello studio, i pazienti che stavano assumendo fingolimod (0,5 mg o 1,25 mg) hanno continuato il trattamento, mentre quelli originariamente assegnati a interferone beta-1a sono stati randomizzati a fingolimod 0,5 mg o 1,25 mg per un altro anno di trattamento 6. Dei 1.027 pazienti iniziali, 882 hanno completato i 2 anni previsti. Il passaggio da interferone beta-1a a fingolimod ha comportato un aumento dell'efficacia senza problemi inattesi di sicurezza; i pazienti che hanno continuato il trattamento con fingolimod hanno mantenuto i benefici rilevati nella fase controllata.
Effetti indesiderati
La riduzione, dose-dipendente, della conta leucocitaria che si verifica con fingolimod può aumentare il rischio di infezioni virali gravi. Negli studi clinici, sono stati riportati 2 casi di infezioni mortali (una infezione disseminata da virus della varicella e una encefalite erpetica) in pazienti trattati con fingolimod 1,25 mg e 4 ricoveri ospedalieri per infezioni erpetiche gravi (2 con la dose da 0,5 mg e 2 con quella da 1,25 mg). Inoltre, ci sono state altre 6 infezioni erpetiche legate al trattamento con fingolimod nel follow up dei pazienti che hanno partecipato agli studi. L'incidenza stimata di infezioni erpetiche gravi è di 0,4% con la dose di 1,25 mg e 0,1% con la dose di 0,5 mg4,5. La conta dei linfociti nel sangue periferico si normalizza generalmente entro 1-2 mesi dalla sospensione del farmaco. Nell'animale, fingolimod ha causato l'insorgenza di linfomi maligni. Negli studi clinici, un paziente è morto con segni suggestivi di linfoma disseminato, ma non è stato possibile arrivare ad una diagnosi precisa. I casi di carcinoma a cellule basali sono stati 6 in pazienti trattati con fingolimod 1,25 mg (0,7%) e 3 in quelli trattati con la dose di 0, 5 mg (0,3%) 4,5. Negli studi è stata rilevata una riduzione dose-dipendente della funzione polmonare; la dose di 0,5 mg si è associata ad una diminuzione del volume espiratorio in 1 secondo (FEV1) del 3,1%. Entro 6 ore dalla somministrazione, fingolimod può causare bradicardia transitoria e ritardi della conduzione atrio-ventricolare, compreso un blocco AV di 1° e 2° grado; i pazienti dovrebbero essere mantenuti sotto osservazione per 6 ore dopo l'assunzione della prima dose. Le recenti segnalazioni di problemi cardiaci e di casi di morte improvvisa entro 24 ore dalla prima dose del fingolimod rilevati negli Stati Uniti hanno indotto l'Agenzia Europea dei Medicinali ad avviare una revisione del profilo beneficio/rischio del farmaco 7. L'EMA raccomanda di aumentare il livello di attenzione dei pazienti dopo la prima dose: monitoraggio ECG prima del trattamento e durante le prime 6 ore, misurazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca ogni ora7. L'incidenza di edema maculare rilevato nel corso degli studi con l'esame del fondo oculare è stato dello 0,8% con fingolimod 1,25 mg e 0,2% con la dose di 0,5 mg 4,5; l'effetto si è manifestato prevalentemente nei primi 3-4 mesi di terapia e si è risolto entro alcuni mesi dalla sospensione del farmaco. Un altro evento avverso è consistito nell'aumento degli enzimi epatici: nello studio comparativo, un aumento delle transaminasi 3 volte superiore i limiti di normalità è stato osservato nel 9,7% e nell'8,5% dei pazienti trattati con fingolimod 1,25 mg e 0,5 mg contro il 2,3% di quelli trattati con interferone beta-1a 5.
Gravidanza
Alla fine di Gennaio 2010, tra le donne trattate con fingolimod ci sono state 30 gravidanze 8. Tredici hanno partorito e 12 bambini erano normali, mentre uno presentava un difetto scheletrico (una gamba più corta). Ci sono stati anche 5 aborti.
Dosaggio
0,5 mg al giorno
Costo
Il costo di un trattamento annuo con fingolimod alla dose registrata di 0,5 mg è di 38.725 euro.
1. European Medicines Agency. Assessment Report for Gilenya (Fingolimod). Procedure No. EMEA/H/C/2202. 17 February 2011. www.emea.europa.eu.
2. Chun J and Hartung HP. Mechanism of action of oral fingolimod (FTY720) in multiple sclerosis. Clin Neuropharmacol 2010; 33:91-101.
3. Gilenya. Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP).
4. Kappos L et al. A placebo controlled trial of oral fingolimod in relapsing multiple sclerosis. New Engl J Med 2010; 362:387-401.
5. Cohen JA et al. Oral fingolimod or intramuscular interferon for relapsing multiple sclerosis. New Engl J Med 2010; 362:402-15.
6. Khatri B et al: Comparison of fingolimod with interferon beta-1a in relapsing-remitting multiple sclerosis: a randomised extension of the TRANSFORMS study. Lancet Neurol 2011; 10:520-9.
7. Comunicato Stampa EMA del 20/01/2012. www.emea.europa.eu.
8. Food and Drug Administration. Center for Drug Evaluation and Research. Application number 22.527. Statistical Reviews. 1 July 2010.35 pages.
Data di Redazione 12/2011
Fingolimod è il primo farmaco orale registrato nel trattamento della sclerosi multipla recidivante-remittente. In due studi è risultato superiore al placebo e all'interferone beta-1a nel ridurre la frequenza delle riacutizzazioni. Nei pazienti che non tollerano o hanno una scarsa risposta all'interferone beta o al glatiramer acetato (somministrabili solo per via i.m. o s.c.), fingolimod appare una seconda scelta accettabile. Gli effetti indesiderati sono però importanti (infezioni virali gravi, bradicardia con blocco AV, edema maculare) e richiedono un attento monitoraggio del trattamento. In particolare, le recenti segnalazioni di casi di morte improvvisa avvenuta entro 24 ore dalla prima somministrazione impongono di aumentare il livello di attenzione e di mantenere il paziente sotto stretto controllo cardiovascolare dopo la prima dose: ECG prima del trattamento e durante le successive 6 ore, misurazione della pressione arteriosa e frequenza cardiaca ogni ora.