In una precedente nota si confermava l'efficacia della somministrazione di vitamina D a dosi di 700-800 UI/die nel ridurre il rischio di fratture soprattutto in popolazioni oltre i 70 anni e/o ricoverate in case di riposo. Ma la vitamina D da sola non basta. L'aggiunta di calcio ne aumenta l'efficacia preventiva. In prevenzione primaria, l'associazione di calcio (1.000-1.200 mg/die in due dosi frazionate) alla vitamina D (800 UI/die) negli anziani istituzionalizzati e in prevenzione secondaria, nelle donne in post-menopausa con pregressa frattura in trattamento con bifosfonati, migliora i risultati nella riduzione delle fratture. Il modo ottimale per garantire un adeguato introito di calcio è quello di assumerlo con gli alimenti. Tuttavia, poiché non sempre è facile/possibile raggiungere questi livelli di calcio con la dieta, si deve ricorrere agli integratori. In termini di sicurezza, ad oggi non esistono evidenze consolidate che la somministrazione di integratori di calcio aumenti gli eventi cardiovascolari, in particolare l'infarto miocardico. Le varie organizzazioni/agenzie sanitarie, con piccole differenze, raccomandano un apporto giornaliero minimo di 1.200 mg di calcio nelle donne dopo i 50 anni e negli uomini ultra 79enni, anche se dati recenti indicano che per ridurre il rischio di osteoporosi o di avere fratture sarebbero sufficienti 700-750 mg/die di calcio. Per raggiungere l'obiettivo di 1.200 mg di calcio al giorno, in alternativa alla somministrazione addizionale di calcio sotto forma di supplementi, molti autori suggeriscono la sola dieta, con una preferenza per la fonte alimentare. Alcuni sostengono la necessità dell'assunzione di una buona quantità di latte e formaggi e pongono l'attenzione sulla scarsa biodisponibilità del calcio negli alimenti vegetali a livello di assorbimento intestinale, per la presenza di ossalati e fitati. Altri preferiscono fonti alternative (legumi, ortaggi, frutta secca) e pesce perché le altre proteine animali provocherebbero un aumento delle perdite di calcio urinario (acidificherebbero maggiormente il sangue costringendo l'organismo a tamponare il pH acido con la liberazione di sali basici di calcio dalle ossa). Sostengono inoltre che non esistono prove convincenti a favore del consumo di latticini in età adulta avanzata nella prevenzione delle fratture e che diete ricche di formaggi e carne sono ipersodiche e quindi favorenti un ulteriore aumento della calciuria (oltre i normali 300 mg/die). Allo stato attuale delle conoscenze, un'alimentazione varia e bilanciata rappresenta l'opzione più corretta. A questa si deve aggiungere l'attività fisica regolare. E' importante infatti ricordare che la prevenzione della osteoporosi (e delle fratture) comincia da lontano, essendo correlata al raggiungimento di un elevato picco di massa ossea fra i 25 e i 35 anni. L'accumulo di massa ossea è il risultato di un corretto stile di vita iniziato fin da giovani. In questa logica l'esercizio fisico a tutte le età è fondamentale quanto l'apporto di calcio nelle prime decadi di vita, poiché migliora la densità minerale ossea e, attraverso l'aumento del tono muscolare e dell'efficienza articolare, riduce il rischio di cadute. Queste, in età avanzata, costituiscono la causa più importante di frattura di femore e la loro prevenzione è più importante della prevenzione dell'osteoporosi stessa. A tale proposito è accertato che la densità minerale è solo una delle componenti della qualità dell'osso insieme alla microarchitettura, alla omogeneità della mineralizzazione, alla presenza di microfratture. Restano aperti interrogativi sulla densitometria (MOC-DEXA) poiché misura un end point surrogato e sul suo valore predittivo reale in relazione alla comparsa di fratture; quanto alla entità nosologica della osteopenia o pre-osteoporosi: è già patologia o solo un "rischio di avere un rischio"? Certamente giocano un ruolo negativo l'anamnesi di pregresse fratture vertebrali, terapie steroidee croniche, menopausa prima dei 45 anni, età >65 anni, celiachia e malassorbimenti intestinali, tabagismo, elevato consumo di alcool, dimagrimenti importanti con amenorrea nelle adolescenti.
Data di Redazione 12/2012
Le Note commentate sono elaborate da un gruppo interdisciplinare* all'interno del quale trovano larga rappresentanza medici di medicina generale e pediatri. Non si tratta di un aggiornamento dello stato delle conoscenze né il punto di vista della medicina generale su un argomento clinico-assistenziale d'attualità o dibattuto nella letteratura scientifica. L'originalità di queste Note risiede nel modo con cui un gruppo di MMG percepisce e affronta i problemi aperti che emergono dall'incrocio critico tra i dati di mercato, la promozione delle ditte produttrici e i risultati degli studi. Le motivazioni che di volta in volta sottendono la scelta del tema provengono da fattori contingenti locali o da iniziative/progetti specifici.
* Busani Corrado, Chiari Corrado, Davoli Daniela, Ferretti Alessandra, Ferretti Tiziano, Gandolfi Alberto, Gigliobianco Andrea, Marconi Bettina, Miselli Mauro, Navazio Alessandro, Pellati Morena, Riccò Daniela, Viaroli Mario