Klebsiella pneumoniae: quali infezioni
La Klebsiella pneumoniae è un batterio Gram-negativo che causa diversi tipi di infezioni correlate all'assistenza, quali polmonite, sepsi, infezioni del sito chirurgico e infezioni urinarie. Fa parte del vasto gruppo degli enterobatteri insieme ad altri microrganismi molto noti come Escherichia coli e Salmonella. La Klebsiella si trova abitualmente nell'intestino umano senza dar luogo a malattia. Infatti, le persone in buona salute normalmente non sviluppano infezioni causate da questo microrganismo mentre risultano a rischio le persone debilitate o esposte a dispositivi medici invasivi.
Klebsiella pneumoniae: la resistenza agli antibiotici
La Klebsiella ha progressivamente sviluppato resistenze a molti antibiotici e, recentemente, anche ai carbapenemi (imipenem, meropenem ed ertapenem) che vengono utilizzati in ospedale per trattare infezioni gravi. La resistenza ai carbapenemi è dovuta prevalentemente alla produzione di enzimi capaci di idrolizzare questi antibiotici, detti appunto carbapenemasi. Le Klebsielle che hanno acquisito la capacità di produrre carbapenemasi sono sempre resistenti a molti altri antibiotici oltre i carbapenemi e lasciano quindi pochissime opzioni terapeutiche ai clinici.
Cosa potrebbe accadere
La resistenza ai carbapenemi di Klebsiella pneumoniae rappresenta già un problema di salute pubblica ma rischia di trasformarsi in una minaccia non più controllabile se le carbapenemasi diventeranno frequenti in altri enterobatteri come Escherichia coli, che hanno un ruolo centrale nella patologia umana. Un altro aspetto da sottolineare è la potenziale diffusione della Klebsiella resistente ai carbapenemi in ambito territoriale. Sebbene infatti questo problema riguardi ancora in modo preponderante le strutture ospedaliere, sono in aumento i pazienti colonizzati o infetti osservati nelle strutture residenziali e in altri ambiti territoriali. Questi elementi evidenziano ulteriori rischi di aggravamento del problema e acuiscono quindi l'urgenza di intervenire efficacemente per contenerne la portata. Inoltre, la situazione sul versante della produzione di nuovi antibiotici non appare incoraggiante; la ricerca farmacologica in questo settore ha subito infatti un notevole rallentamento negli ultimi anni e non riserva, almeno per il futuro prossimo, grandi sorprese.
Gli interventi efficaci
Vista l'attuale situazione, le misure di controllo, insieme all'uso attento degli antibiotici, rappresentano lo strumento principale per contenere l'impatto sulla salute determinato da Klebsiella resistente ai carbapenemi e per limitare l'emergere di nuove resistenze e l'ulteriore diffusione di quelle già esistenti. Le misure per contrastare la diffusione delle Klebsielle e degli altri batteri multiresistenti sono rappresentate dall'applicazione sistematica, nell'assistenza a pazienti colonizzati o infetti, delle precauzioni standard (in particolare l'igiene delle mani) e di misure specifiche di controllo (precauzioni da contatto). È inoltre indispensabile ricercare attivamente i pazienti colonizzati mediante un esame microbiologico mirato effettuato su tampone rettale o feci, ove indicato. I pazienti colonizzati, pur non presentando sintomi, sono infatti il principale serbatoio di infezione. E' inoltre indispensabile ridurre l'uso non necessario di tutti gli antibiotici e in particolare dei carbapenemi. In Emilia Romagna, mediamente l'uso di antibiotici in ospedale è ancora eccessivo, anche se si sono registrate esperienze positive di riduzione.
Conclusioni
La diffusione di questo nuovo enterobatterio multiresistente rappresenta una reale minaccia per la salute pubblica. E' possibile contrastarne la diffusione, ma per raggiungere questo obiettivo è necessario l'impegno di tutti, in ospedale e negli altri ambiti assistenziali compresi quelli territoriali.
Bibliografia di riferimento
- Carlet J, Jarlier V, Harbarth S, Voss A, Goossens H and Pittet D, for the Participants of the 3rd World Healthcare-Associated Infections Forum. Ready for a world without antibiotics? ThePensières Antibiotic Resistance Call to Action. Antimicrobial Resistance and Infection Control 2012, 1:1-13.