L'Ipertensione arteriosa è associata in maniera diretta alla mortalità cardiovascolare, con un aumento progressivo di rischio all'aumentare dei valori pressori sistolici. Ogni riduzione di 10 mmHg di pressione sistolica comporta una riduzione del 15% del rischio di morte per eventi cardiovascolari in 10 anni. Una larga parte dei pazienti con diabete mellito tipo II (secondo alcuni studi il 20%, secondo altri addirittura il 60%) è affetto da ipertensione arteriosa. La presenza contemporanea di queste due patologie nel medesimo soggetto si traduce in un aumento esponenziale del rischio di eventi cardiovascolari. Alla luce delle attuali conoscenze, nel paziente diabetico ed iperteso, i valori di pressione arteriosa sistolica devono essere sui 130 mmHg e comunque mai superiori ai 139 mmHg. Questo controllo della pressione arteriosa porta ad una riduzione importante della morbilità e mortalità cardiovascolare. I farmaci da utilizzare per raggiungere questi obiettivi pressori devono essere scelti secondo una logica consolidata di "gradini" progressivi:
Le Note commentate sono elaborate da un gruppo interdisciplinare* all'interno del quale trovano larga rappresentanza medici di medicina generale e pediatri. Non si tratta di un aggiornamento dello stato delle conoscenze né il punto di vista della medicina generale su un argomento clinico-assistenziale d'attualità o dibattuto nella letteratura scientifica. L'originalità di queste Note risiede nel modo con cui un gruppo di MMG percepisce e affronta i problemi aperti che emergono dall'incrocio critico tra i dati di mercato, la promozione delle ditte produttrici e i risultati degli studi. Le motivazioni che di volta in volta sottendono la scelta del tema provengono da fattori contingenti locali o da iniziative/progetti specifici.
* Busani Corrado, Chiari Corrado, Davoli Daniela, Ferretti Alessandra, Ferretti Tiziano, Gandolfi Alberto, Gigliobianco Andrea, Marconi Bettina, Miselli Mauro, Navazio Alessandro, Pellati Morena, Riccò Daniela, Viaroli Mario