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Proprietà farmacologiche
La retigabina (ezogabina) è un antiepilettico registrato tramite procedura centralizzata europea nel trattamento aggiuntivo delle crisi parziali dell’adulto con o senza generalizzazione secondaria1. Il farmaco è disponibile negli Stati Uniti dal 2012 col nome di Potiga dopo approvazione da parte della Food and Drug Administration (FDA)2. Oltre ad un effetto antiepilettico di tipo gabaergico (da qui la presenza del segmento –gab- nella denominazione comune internazionale), la retigabina possiede un meccanismo d’azione specifico sui canali del potassio voltaggio-dipendenti che si trovano sulle cellule neuronali e che ne condizionano l’eccitabilità. Il farmaco attiva infatti i canali KCNQ del potassio riducendo il grado di depolarizzazione necessario per l’apertura del canale3. Come risultato, il canale si apre più velocemente e rimane aperto più a lungo: questo stabilizza il potenziale di membrana a riposo e rallenta l’attività elettrica neuronale ripetitiva (firing) nel cervello4. Dopo somministrazione orale, la retigabina raggiunge le concentrazioni plasmatiche massime in un tempo compreso tra 0,5 e 2 ore3. Ampiamente legata alle proteine plasmatiche (80%) viene metabolizzata in modo estensivo, soprattutto tramite conversione in glucuronidi inattivi e composti acetilati dotati di parziale attività antiepilettica. L’eliminazione avviene prevalentemente per via renale (84%) e in parte per via fecale (16%). L’emivita plasmatica è di 6-10 ore3. Nei pazienti con insufficienza renale moderata o grave (clearance creatinina <50ml/min), la dose giornaliera iniziale e di mantenimento deve essere ridotta del 50%3. Analoga riduzione è raccomandata in caso di insufficienza epatica moderata o grave (punteggio Child-Pugh ≥7)3. Nei pazienti di età ≥ 65 anni, vanno utilizzate dosi ridotte e non deve essere superata la dose totale massima di 600 mg al giorno3.
Efficacia clinica
L’Agenzia Europea ha registrato la retigabina come terapia aggiuntiva sulla base dei risultati di 3 studi randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo, condotti su un totale di 1.241 pazienti adulti con epilessia parziale1,5-7. I pazienti inclusi dovevano presentare 4 o più crisi convulsive al mese (la frequenza mediana al basale era di 8-12 crisi) nonostante il trattamento antiepilettico con 1-3 farmaci; più del 75% dei pazienti assumeva contemporaneamente 2 farmaci1. I pazienti sono stati randomizzati a placebo o a retigabina 600, 900, 1.200 mg/die. Gli studi prevedevano una fase di titolazione con aumento progressivo del dosaggio e una fase di mantenimento (a dose costante) della durata di 8 o 12 settimane. I risultati principali sono presentati nella Tabella.
Studio |
N° pz |
Fase titolazione (settimane) |
Fase mantenimento (settimane) |
Schema terapeutico |
Frequenza mensile crisi |
Percentuale responders |
|
prima |
durante |
||||||
2054 |
396 |
8 |
8 |
600 mg/die 900 mg/die 1.200 mg/die placebo |
8,5 7,9 10,4 8,5 |
6,3 6,0 6,8 7,2 |
27,7 40,5 41,2 25,6 |
3016 |
306 |
6 |
12 |
1.200 mg/die placebo |
12,1 11,3 |
7,4 9,5 |
55,5 22,6 |
3025 |
539 |
4 |
12 |
600 mg/die 900 mg/die placebo |
9,5 10,3 9,3 |
7,4 6,7 8,2 |
38,6 47,0 18,9 |
La retigabina si è dimostrata statisticamente superiore al placebo alla dose di 600 mg/die (1 studio su 2), 900 mg/die (2 studi su 2) e 1.200 mg/die (2 studi su 2) nella riduzione delle crisi parziali a 28 giorni (end point primario) e nella percentuale di responders (end point secondario). Nella estensione in aperto dei 3 studi controllati, l’efficacia si è mantenuta in un periodo di osservazione di 1 anno (365 pazienti)1. In assenza di studi comparativi “testa a testa” è difficile stabilire l’efficacia relativa della retigabina rispetto agli altri antiepilettici add ondisponibili in commercio. Ad un confronto indiretto basato sulla differenza nella percentuale di responders rispetto al placebo, la retigabina (~30%) sembra più o meno equivalente alla zonisamide (~29%)8 e superiore alla lacosamide (~20%)9.
Effetti indesiderati
Nei 3 studi controllati con placebo, il 72% dei pazienti ha lamentato un evento avverso correlabile alla retigabina; nell’8,6% è risultato grave e nel 24,5% dei casi ha portato alla sospensione del trattamento1. Quelli più frequenti, dose-dipendenti, paragonabili a quelli abitualmente osservati con gli altri antiepilettici, sono stati a carico del sistema nervoso: capogiri (23%), sonnolenza (22%) e affaticamento (15%). Altri effetti indesiderati aventi una incidenza compresa tra il 4% e 9% sono stati vertigini, tremore, anomalie di coordinamento, disturbi dell’equilibrio, compromissione della memoria e disturbi dell’attenzione, afasia, disfasia, disartria, diplopia1,3. Il 4% dei pazienti trattati con retigabina (vs <1% del gruppo placebo) ha manifestato disturbi psicotici, in particolare allucinazioni (soprattutto visive)1,3.Questi e altri effetti indesiderati di tipo psichiatrico come stato confusionale, disorientamento e ansia si sono presentati entro le prime 8 settimane di trattamento e in un terzo dei casi hanno portato all’interruzione del farmaco. Come con altri antiepilettici, con retigabina sono stati segnalati casi di ideazione e comportamento suicidario. L’impiego di retigabina si è associato ad un aumento di peso di 1 kg con 600 mg al giorno e di 2,5 kg con la dose più alta (1.200 mg/die) contro 0,2 kg con placebo1. Gli eventi avversi a carico della vescica, imputabili all’azione della retigabina sui canali del potassio e alla conseguente riduzione della contrattilità del muscolo detrusore, hanno interessato il 5% dei pazienti e sono consistiti in disuria, esitazione urinaria, ritenzione urinaria1,3. Numerosi pazienti hanno presentato problemi di cristalluria e ci sono stati 4 casi di nefrolitiasi.
Uno studio su volontari sani volto ad indagare specificamente gli effetti della retigabina (1.200 mg/die) sulla conduzione cardiaca ha rilevato una tendenza del farmaco ad allungare il tratto QT, ma in misura poco significativa (6,7ms)1. Negli studi non è stato rilevato alcun evento clinico correlabile ad un allungamento dell’intervallo QT. L’RCP raccomanda cautela nell’impiego del farmaco in condizioni di rischio: QT lungo congenito, insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia ventricolare, ipokaliemia o ipomagnesiemia, età pari o superiore a 65 anni, associazione con altri farmaci noti per aumentare il tratto QT3. In questi pazienti è consigliabile un monitoraggio ECG prima e durante il trattamento3. Nuove e importanti informazioni sulla sicurezza della retigabina sono contenute in una recentissima Nota congiunta di EMA e AIFA. Nel trattamento a lungo termine col farmaco sono state segnalate alterazioni della pigmentazione dei tessuti oculari, compresa la retina, della cute e/o delle unghie10.
Gravidanza
Non vi sono dati adeguati sull’uso della retigabina nelle donne in gravidanza. Gli studi condotti sull’animale non sono in grado di determinare la tossicità riproduttiva, in quanto i livelli ematici raggiunti sono inferiori a quelli raggiunti nell’uomo alle dosi raccomandate1.
Interazioni
Dati in vitro indicano che la retigabina non ha un effetto induttore né inibitore sui principali isoenzimi del citocromo P4501,3. Negli studi non sono emerse interazioni clinicamente significative con gli altri farmaci antiepilettici somministrati contemporaneamente. La retigabina non interferisce nemmeno sul metabolismo della pillola contraccettiva estro-progestinica1,3. Il metabolita N-acetilato della retigabina può inibire il trasporto di digossina mediato dalla glicoproteina-P e ridurne la clearance renale con aumento delle concentrazioni plasmatiche3. La retigabina ha dimostrato di interferire con gli esami di laboratorio della bilirubina sierica e urinaria, dando luogo a risultati falsamente positivi3.
Costo
Il costo di un trattamento di 30 giorni con retigabina alle dosi di mantenimento raccomandate (600-1200 mg/die in 3 somministrazioni) varia da 98 a 196 €. Un analogo trattamento con zonisamide (Zonegran) alle dosi di mantenimento raccomandate (200-400mg/die in 2 somministrazioni) è di 92-183 €.
Bibliografia
1. European Medicines Agency (EMA). CHMP European Public Assessment Report. Retigabine (Trobalt). 05/04/2011. Procedure No EMEA/H/C/001245. www.ema.europa.eu.
2. Ezogabina (retigabina) per l’epilessia. The Medical Letter 2012, anno XLI, pag. 85-7.
3. Trobalt. Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto RCP).
4. Faught F. Azogabine: a new angle on potassium gates. Epilepsy Curr 2011; 11:75-8.
5. Porter RJ et al. Randomized, multicenter, dose-ranging trial of retigabine for partial-onset seizures. Neurology 2007; 68:1197- 2004.
6. Brodie MJ et al. Efficacy and safety of adjunctive ezogabine (retigabine) in refractory partial epilepsy. Neurology 2010; 75:1817-24.
7. French JA et al. Randomized, double-blind, placebo-controlled trial of ezogabine (retigabine) in partial epilepsy. Neurology 2011; 76:1555-63.
8. Miselli M. La Bussola. Zonisamide. IsF 2006; 30:145-7.
9. Miselli M. La Bussola. Lacosamide. IsF 2010; 34:70-2.
10. Nota Aifa del 25/06/2013
Data di Redazione 04/2013
La retigabina rappresenta una ulteriore opzione terapeutica nel trattamento aggiuntivo di adulti affetti da epilessia parziale. Sulla base di confronti indiretti, la sua efficacia preventiva e tollerabilità sembrano più o meno equivalenti a quelle degli altri antiepilettici di seconda linea attualmente disponibili. L’assenza di interazioni clinicamente significative con altri antiepilettici può rivelarsi utile in certe situazioni, ma alcuni effetti indesiderati, in particolare i disturbi psicotici, la ritenzione urinaria e l’allungamento del tratto QT, devono essere tenuti sotto stretto controllo.