Il titolo più appropriato per questa riflessione sarebbe forse quello che invita alla lettura, e riassume gli elementi essenziali, del testo proposto nel riquadro a fianco, che deve essere letto prima dei punti che lo commentano.
La terminologia strettamente non sanitaria (e tanto meno farmacologica) poteva sembrare fuorviante (o inutilmente scenografica) per figurare in un indice IsF: si è pensato così di mantenerlo nella sostanza, per ribadirne la centralità sostanziale, con una “traduzione libera”, che rimanda a scenari (sempre) più diffusi e comuni nella sanità non solo italiana, e attorno ai quali è più semplice aggregare – sempre avendo come cassa di risonanza il testo del riquadro – pochi commenti.
1. Viviamo in un mondo di ossimori e di zingare con tarocchi. È il messaggio assolutamente tecnico di un economista-giurista che fa parte di un coro crescente di tecnici. Nella stessa pagina di un giornale non-estremista come Il Sole 24 Ore c’è un articolo di un premio Nobel liberal come Krugman che va nella stessa direzione di G. Rossi. Ed è ormai parte dei (drammatici) classici delle barzellette che fanno la storia, il fatto che le previsioni-predizioni-algoritmi su cui erano basate le “ricette” di austerità del FMI erano state guidate da una “metanalisi” di due economisti di Harvard che avevano però sbagliato a usare Excel producendo dati falsi: tanto che perfino l’altera direttrice del FMI aveva prima messo in guardia l’opinione pubblica ricordando (bontà sua) che il FMI non è infallibile, e dicendo poi (precisando: «non sono comunista!») che quello che la finanza sta provocando ha degli “effetti collaterali eccessivi”.
2. Viviamo in un Paese-Continente che ritiene non solo normale, ma normativo accettare ossimori e tarocchi: invece di essere luogo di resistenza-coscientizzazione-ri-alfabetizzazione sulla inviolabilità dei diritti delle persone, la sanità è luogo esemplare di obbedienza e di cecità: i tagli sostituiscono una revisione (necessaria) delle spese da basare sulla gerarchia dei diritti delle persone; le cellule di Stamina (per cui si possono per decreto “buttare” milioni di euro: fonte sempre Il Sole 24 Ore) sono più prioritarie della ricerca; la legalità formale delle tasse imposte con i ticket compensa la illegalità sostanziale delle evasioni; le popolazioni senza “evidenze di NNT” giocate come se fossero algoritmi scientifici, scompaiono dall’epidemiologia e dai LEA, per passare al “libero mercato”;…
3. Nel piccolo - ma profondamente concreto e simbolico - mondo dei farmaci, questo numero di IsF documenta (vedi articoli) le strategie con cui un mercato senza novità sostanziali, veleggia a vista con tecniche di vecchie bugie rivestite di nuove parole.
4. Nel mondo dei tarocchi e degli ossimori non c’è molto da fare-scegliere-sperare: forse è possibile però, semplicemente, almeno chiamare le cose con i loro nomi. È il messaggio del riquadro. È l’unico modo per almeno ripetere che c’è e quale è, e perché deve essere possibile, la strada da fare.
5. Che non sia semplice, è perfino buffo ripeterlo. Con i suoi ritardi e le sue incertezze programmatorie, proprio IsF è un buon “testimone” di che cosa può significare vivere in tempi confusi: cercando - ringraziando anche la pazienza di chi ci riceve/legge/usa - di continuare a credere, rendendole visibili (vedi "La complessità assistenziale) e gestibili le (non sempre semplici) “evidenze” che possono solo essere riconosciute e misurate confrontandosi con le storie concrete delle persone, al di là della troppo spesso illusoria/fuorviante confidenza suggerita da algoritmi economico-gestionali.
Data di Redazione 04/2013