Il pramipexolo (Mirapexin) e ropinirolo (Requip), due farmaci recentemente commercializzati per il trattamento aggiuntivo del morbo di Parkinson, possono provocare sonnolenza. Si tratta di un effetto indesiderato ben noto: nel corso degli studi clinici infatti una elevata percentuale di pazienti trattati aveva manifestato questo disturbo, già riportato nelle schede tecniche delle relative specialità in commercio nel nostro paese, ed evidenziato anche nei profili dei farmaci pubblicati sul bollettino1,2.
Un attacco improvviso di sonno tuttavia è un effetto ben distinto dalla sonnolenza che normalmente accompagna l'assunzione di questi farmaci. Si tratta di un evento che, proprio per la sua imprevedibilità e incoercibilità, potrebbe risultare fatale, ad esempio nel caso il paziente si trovasse alla guida di un veicolo (fra i casi segnalati, infatti, molti hanno avuto come conseguenza incidenti automobilistici con lesioni pur se di modesta entità). La potenziale pericolosità è la ragione della sollecitudine con cui le stesse ditte produttrici hanno diffuso in modo capillare questa informazione sia ai medici sia ai pazienti, aggiungendo specifiche avvertenze nella scheda tecnica e nel foglietto illustrativo.
I pazienti riferiscono di provare un bisogno urgente e incontrollabile di dormire e in alcuni casi cadono nel sonno senza tutta quella sequela di segni premonitori che di solito accompagnano l'addormentamento. Sebbene i pazienti affetti da morbo di Parkinson presentino alterazioni dell'architettura del sonno, effetti di questo tipo non erano mai stati segnalati in precedenza.
Non sono noti fattori che consentano di identificare i pazienti più a rischio così come non è noto il meccanismo sotteso a questo evento. L'ipotesi di un coinvolgimento del sistema dopaminergico, sul quale i due farmaci vanno ad agire in modo specifico, avanzata da alcuni ricercatori3 prende spunto dalla somiglianza di questo fenomeno con la narcolessia.
Pur trattandosi di un evento raro rispetto alle migliaia di prescrizioni effettuate, il numero di casi segnalati (19 casi in pazienti trattamento con pramipexolo negli Stati Uniti4 e 17 in pazienti con ropinirolo in Canada e Stati Uniti5), sembra comunque troppo alto per essere casuale. Inoltre dopo la sospensione del farmaco i pazienti non hanno ripresentato ulteriori episodi. Riducendo il dosaggio si attenua la sonnolenza ma non vi sono sufficienti dati per stabilire se questo elimini gli attacchi improvvisi di sonno.
Alla luce di queste segnalazioni vanno perciò rafforzate le avvertenze per il paziente. Il medico dovrà informarlo:
di non guidare né intraprendere attività nelle quali una diminuita vigilanza potrebbe rappresentare un rischio per sé o per altri;
di segnalare prontamente l'eventuale comparsa di sonnolenza o di addormentamento nel corso di attività che richiedano una partecipazione attiva (ad es. mentre conversa o mangia);
di evitare l'assunzione contemporanea di altri farmaci sedativi o di bevande alcoliche.
Stando alle informazioni disponibili, non è possibile stabilire se esista e quale sia il periodo critico per la comparsa di attacchi improvvisi di sonno: in alcuni casi si sono manifestati dopo pochi mesi in altri addirittura dopo un anno. Qualora il paziente svolga un'attività lavorativa "a rischio", in cui occorra la piena prontezza dei riflessi, sarà opportuno valutare se continuare l'assunzione del farmaco o optare per un'alternativa più sicura.
Bibliografia 1. Miselli M., Zanfi D. Pramipexolo. Informazioni sui farmaci 1999;23:61. 2. Miselli M., Zanfi D. Ropirinolo. Informazioni sui farmaci 1997;21:127. 3. Frucht S et al. Falling asleep at the wheel: motor vehicle mishaps in persons taking pramipexole and ropinirole. Neurology 1999; 52: 1908 4. EMEA Pubblic Statement 20642/99 5. Ropinirole:sudden onset of sleep warning in EU. Reactions 1999; n.781:2.