Questo editoriale ha lo scopo di spiegare che cosa si nasconde dentro il titolo volutamente criptico e la speranza di provocare risposte numerose in merito da parte dei nostri lettori.
ITD è l'acronimo di Italian ISDB Trial on Depression. Il nome è assolutamente provvisorio: tanto più che si riferisce ad una realtà virtuale: il trial non c'è ancora se non nelle nostre speranze. Si tratta di un invito (pressante) a costruirlo insieme.
L'ipotesi di lavoro è molto semplice:
a. le tre pubblicazioni che in Italia fanno riferimento all'International Society of Drug Bulletins - ISDB (Informazioni sui Farmaci, Ricerca & Pratica - R&P, Dialogo sui farmaci) hanno trattato ripetutamente, negli ultimi mesi, il tema degli psicofarmaci (e anche questo numero di R&P lo testimonia);
b. un aggiustamento efficace e responsabile in questo campo assume inevitabilmente i toni di una valutazione critica di quanto esiste, specie in medicina generale (MG);
c. il modulo classico con cui si concludono molti lavori scientifici che hanno esplorato pezzi di realtà è l'auspicio a fare qualcosa;
d. pensiamo sia utile, una volta tanto, passare, anche noi, dall'auspicio alla pratica: è, in altri termini, un invito formale a far parte di un trial vero e proprio.
L'invito è a tradurre in pratica tre vecchi principi:
a. non c'è modo migliore di informarsi/aggiornarsi del partecipare di fatto alla produzione delle conoscenze;
b. se, almeno per una volta, ci si cimenta senza arroganza e sul serio a produrre conoscenze significative, si diventa competenti nel valutare la rilevanza e l'affidabilità anche di quelle prodotte da altri in differenti settori;
c. poiché i nostri lettori e i soci dell'ISDB sono anche operatori sul campo (nei ruoli più diversi), un trial in un'area dichiarata incerta non è una scelta facoltativa, ma un obbligo : l'unico modo di affrontare responsabilmente le incertezze rispettando il diritto dei pazienti (ormai ce lo siamo detto tante volte, che ripeterlo ancora senza praticarlo , sarebbe anche di cattivo gusto) a partecipare come soggetti di una ricerca condivisa.
La partecipazione al trial è aperta: si attendono adesioni (individuali, di gruppo, di ASL) da inviare a R&P, Dialogo sui Farmaci, Informazioni sui Farmaci. Vorremmo testare sul campo della depressione quanto si è scritto a proposito di innovazione terapeutica sulle nostre riviste.
Sarà un trial rigoroso e pragmatico: anche qui c'è un punto di riferimento preciso che è il DM sulla sperimentazione in MG (DM del 10 maggio 2001, GU n. 139 del 18.06.01): si combina l'approccio di fase III e IV, la componente osservazionale e quella formalmente sperimentale.
Lo studio deve nascere dalla curiosità e dalla voglia di lavorare insieme di lettori/lettrici dell'ISDB. Ovviamente indipendente, e ovviamente povero, l'ITD accetta tutti/e coloro che non mettono come primo requisito la verifica finanziaria della fattibilità. I fondi li cercheremo (e siamo convinti che li troveremo), ma solo quando avremo un protocollo sufficientemente elaborato da riflettere l'intelligenza e la progettualità di coloro che ne saranno protagonisti.
Sarà bello fare un protocollo collaborativo che definisca gli obiettivi e la metodologia della ricerca, a partire da una traccia che si farà circolare appena avremo almeno un campione di risposta. Del resto tracce numerose e indiziarie di come si può pensare un trial di questo tipo, in un ambito come la depressione, si possono ritrovare facilmente sulle riviste ISDB nei contesti più diversi. Può essere un buon esercizio di ricerca bibligrafica non automatica che si prepara per i potenziali partecipanti.
Assoceremo al rigore formale la massima aderenza possibile alla pratica clinica responsabile secondo le regole di Good Clinical Practice/International Conference on Harmonization (GCP/ICH), aggionate alle direttive europee. Sarà un'occasione molto importante per avere una partecipazione delle persone non solo sulla parte del consenso informato, ma come soggetto reale.
I motivi per essere parte dell'ITD o come si chiamerà, sono tanti.