Spett. Redazione,
utilizzando lo spazio gentilmente messo a disposizione per commenti, riteniamo doveroso sottoporre ai lettori alcune riflessioni sull'articolo "corticosteroidi in età pediatrica, marketing e prescrizioni" apparso sulla rivista "Informazioni sui Farmaci" (vol.25), in cui si riportavano dati di farmacoepidemiologia in ambito pediatrico.
Nell'articolo si sostiene che il termine "infiammazione delle vie aeree" è fuorviante nella sua vaghezza.
Seppur è condivisibile l'affermazione che l'infiammazione è una condizione riscontrabile in corso di patologie acute delle vie aeree, deve essere chiaramente affermato che la patologia infiammatoria cronica delle vie aeree di più frequente riscontro nella popolazione pediatrica è l'asma e che gli steroidi inalanti rappresentano i farmaci di riferimento per il controllo di questa malattia. L'asma bronchiale, secondo la definizione contenuta nel bollettino "Informazioni sui Farmaci" 1, è una "malattia caratterizzata da episodi ricorrenti di tosse, respiro sibilante, costrizione toracica e dispnea, che ha come momento patogenetico fondamentale uno stato infiammatorio delle vie aeree". Questa definizione è condivisa e riportata nelle linee guida internazionali. Infatti l'asma bronchiale, di qualsiasi gravità secondo la definizione contenuta nel documento "Global Strategy for Asthma Management and Prevention (GINA)" nato dalla collaborazione tra National Institute of Health e World Health Organisation2 e secondo la British Thoracic Society3 è considerata un disordine infiammatorio cronico delle vie aeree.
Si sostiene inoltre che l'attitudine prescrittivi dei medici italiani si discosta da quanto suggerito dalle linde guida terapeutiche internazionali.
Deve essere evidenziato che le linee guida identificano i corticosteroidi inalanti quali farmaci cardine per il controllo dell'asma bronchiale e che l'utilizzo precoce di corticosteroidi inalatori può prevenire, nel lungo periodo, il declino della funzionalità respiratoria conseguente a fibrosi bronchiale13. Una recente survey condotta in Europa ha messo in evidenza che solo il 5,3% della popolazione è trattato in accordo alle indicazioni dalle linee guida GINA4. Uno dei fattori che ha contribuito al delinearsi di questo quadro è probabilmente da ricercarsi nell'elevato utilizzo di broncodilatatori al bisogno e di un basso livello di impiego di farmaci antiinfiammatori. Considerazioni e dati simili sono riportati da altri autori5. Questi risultati sono preoccupanti se si considera che un elevato utilizzo di beta2- agonisti short-acting è un indicatore di inadeguato controllo dell'asma bronchiale1,2. Pertanto il dato riportato nell'articolo - di un maggiore utilizzo di corticosteroidi inalanti rispetto ai beta2- agonisti short-acting - è positivo ed indice di un possibile migliore controllo del quadro asmatico nella popolazione. D'altro canto l'atteggiamento prescrittivo dei medici italiani, che privilegia i farmaci per il controllo di fondo dell'asma bronchiale piuttosto che i farmaci ad attività solo sintomatica, si avvicina alle attese ed alle indicazioni delle linee guida internazionali ed è riscontrabile non solo in ambito pediatrico. Infatti, analizzando il mercato dell'asma nel suo complesso, si rileva che i farmaci per il controllo di fondo dell'asma (steroidi inalanti, associazioni con steroidi inalanti ed antileucotrienici) hanno un utilizzo tre volte maggiore rispetto ai beta2-agonisti short-acting6.
Si sostiene ancora che beclometasone dipropionato è stato utilizzato in circa il 25% dei bambini, ponendo sullo stesso piano studi condotti sul territorio e rilievi effettuati in ambito ospedaliero.
Valutando la pubblicazione di Rossi et al7. si rileva il che il beclometasone è stato utilizzato nel 18,5% dei bambini e questo dato deve essere letto alla luce dell'elevata prevalenza nella popolazione pediatrica dell'asma bronchiale - mediamente il 13%4, ma può raggiungere anche il 30%2 - e della rinite allergica - sino al 40%8 - entrambe situazioni per le quali i corticosteroidi inalanti o per via nasale sono farmaci di riferimento. L'elevata frequenza prescrittiva di beclometasone dipropionato in ambito pediatrico trova spiegazione, oltre che nell'elevata diffusione delle patologie per cui è indicato, anche nel fatto che l'asma bronchiale è l'unica patologia cronica a significativa prevalenza nella popolazione pediatrica e per la quale è indicato un trattamento a lungo termine. Inoltre il costo terapia del beclometasone dipropionato, che risulta essere il più basso della classe, potrebbe favorirne la scelta prescrittiva a discapito di altre molecole.
Si sostiene che in altri paesi (Stati Uniti. Francia. Gran Bretagna. Germania) non è commercializzata la sospensione di beclometasone da nebulizzare.
Deve essere rilevato che in questi paesi sono disponibili altre sospensioni di corticosteroidi per nebulizzazione (budesonide in Francia, Spagna, U.K., Germania, U.S.A. e fluticasone in U.K.) e che le indicazioni non sono solo limitate al controllo della malattia asmatica e delle condizioni di broncostenosi, ma ampliate in alcuni paesi alla laringotracheobronchite acuta (croup), che ha nell'infezione virale il proprio momento eziologico.
Si sostiene che le infiammazioni delle vie aeree tendono a risolversi spontaneamente in pochi giorni.
La definizione di asma bronchiale e quella di "malattia infiammatoria cronica delle vie aeree"1-3.
Si sottolinea la scarsa letteratura internazionale disponibile su beclometasone e infiammazione delle vie aeree.
Su questo tema devono essere segnalati gli innumerevoli studi cIinici e gli editoriali pubblicati su beclometasone nell'asma bronchiale (1472 pubblicazioni rilevate presso la Nationai Library of Medicine), nella rinite (334 segnalazioni) e nella sinusite (20 segnalazioni), nonché pubblicazioni su ipertrofia adenoidea9, otite media effusiva10. L'utilizzo di beclometasone nel trattamento dell'asma cronica di ogni grado di severità è stato inoltre recentemente riaffermato e supportato in una Cochrane Review11.
Si sostiene che vi sono alcuni studi clinici che hanno messo in dubbio l'efficacia di beclometasone per via malatoria in caso di presenza di sibili associati ad infezioni virali.
Nell'ambito della dialettica e del confronto scientifico devono essere segnalati dati di diversi autori a sostegno dell'efficacia di beclometasone in bambini con sibili associati ad infezioni virali o bronchiolite12-15.
Ringraziando per lo spazio concesso, i più cordiali saluti.
Giovanni Cremonesi
Direttore Medico
Chiesi Farmaceutici S.p.A. Divisione Farmaceutica Italia
Bibliografia
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