La nota di allerta dell'Agenzia Italiana del Farmaco sulle gravi reazioni correlate all'uso di moxifloxacina (epatite fulminante, reazioni cutanee bollose come la Sindrome di Stevens-Johnson o la necrolisi epidermica tossica) offre l'opportunità di una riflessione critica sull'intera classe dei fluorochinoloni.
I fluorochinoloni hanno aumentato la capacità di diffusione sistemica e allargato lo spettro a Pseudomonas, batteri intracellulari (clamidie, micoplasmi) e legionelle; levofloxacina e moxifloxacina sono efficaci anche verso loStreptococcus pneumoniae (pneumococco). Moxifloxacina e levofloxacina possono essere considerate clinicamente equivalenti anche per altre infezioni (respiratorie, genito-urinarie, cutanee e dei tessuti molli), per il cui trattamento esistono, però, molti altri antibiotici. Il miglioramento delle caratteristiche farmacocinetiche e microbiologiche ha ampliato le indicazioni rispetto ai primi composti, ma nell'ambito della medicina generale, l'impiego elettivo di questi antibiotici resta limitato. Fatto salvo l'uso della ciprofloxacina nella fibrosi cistica e nelle infezioni urinarie complicate, levofloxacina e moxifloxacina sono di scelta solo nel trattamento empirico delle riacutizzazioni della bronchite cronica in situazioni definite (pazienti con episodi frequenti, recenti trattamenti antibiotici o ricoveri ospedalieri, permanenza presso case di riposo) in alternativa ad una cefalosporina di 2a-3a generazione o ad una penicillina protetta, e della polmonite extraospedaliera (anziani con comorbidità, BPCO, istituzionalizzati) in alternativa all'associazione tra un macrolide e l'amoxicillina (o una cefalosporina di 2agenerazione).
Considerati ben tollerati, i fluorochinoloni hanno in realtà un profilo di sicurezza da non sottovalutare. Negli ultimi 15 anni, alcuni eventi avversi gravi (in particolare l'epatotossicità, l'ipo/iperglicemia e le aritmie ventricolari) hanno determinato il ritiro dal commercio di 4 farmaci. Gli effetti indesiderati dei fluorochinoloni, alcuni favoriti da specifiche condizioni (es. età avanzata, malattie croniche, terapie concomitanti), sono di tipo gastrointestinale(nausea, vomito, dolore addominale, diarrea; 2-20%); neurologico (cefalea, vertigini, sonnolenza, insonnia, confusione, agitazione, disorientamento, allucinazioni; 0,2-11%); muscolo-scheletrico (artralgie, tendinite, rotture dei tendini; 1-5%); metabolico (ipo/iperglicemia; 0,6-1,9%); cardiovascolare (prolungamento dell'intervallo QT, torsioni di punta).
In Italia, il 22,5% delle reazioni avverse agli antibiotici raccolte nella sorveglianza post-marketing riguarda i fluorochinoloni; i dati confermano le prevalenze osservate a livello internazionale. Incidenza ed entità degli effetti indesiderati dei fluorochinoloni dipendono dalle caratteristiche delle singole molecole, ma bisogna tener presente che gli eventi avversi gravi della moxifloxacina vengono segnalati anche per gli altri fluorochinoloni [dal 1997 al 2006, il sistema di sorveglianza canadese ha raccolto 15 segnalazioni di casi di epatite (di cui 5 fatali) e 22 di alterazioni glicemiche clinicamente rilevanti associate alla levofloxacina] e sono previsti dalle rispettive schede tecniche.
La nota di allerta dell'AIFA va vista soprattutto come un richiamo per un uso oculato di tutta la classe. Per farmaci come gli antibiotici per i quali esiste ampia disponibilità di molecole efficaci e ben tollerate, un rischio anche basso di incorrere in effetti indesiderati gravi o mortali è da considerare inaccettabile.