L'ultima settimana redazionalmente utile per chiudere questo numero è coincisa con il fatto di cronaca che domina questo editoriale: per un "imprevisto/non evitabile errore", una intera micro-collettività, tra cui 11 bambini, è stata oggetto dell'attenzione dell'intelligenza distruttiva delle bombe NATO. La decisione di rendere visibile anche sul Bollettino le tracce di questo tempo di guerra era già stata presa sapendo bene di non poter aggiungere nulla alle tante cose che ognuno sceglie di vedere-sentire-sostenere, ma altrettanto convinti che fa parte normale del mestiere di chi fa informazione "indipendente" in campo sanitario accettare-ricercare non la neutralità, ma la contaminazione esplicita con i linguaggi ed i messaggi della storia che si vive. La logica, la metodologia, la ragione d'essere un pro-memoria di autonomia intellettuale quale è un bollettino, hanno come obiettivo quello di rappresentare in una società uno strumento per indicare-delimitare-rendere praticabili gli spazi del diritto alla vita, così come questa si intreccia con la salute, la malattia, il mercato. Per quanto piccolo, il settore farmaci-sanità è profondamente esemplare, e in stretta continuità con tutti gli immaginari e la realtà di diritti ammessi-accessibili, o negati. Si è ora, contemporanei-confinanti-protagonisti con una guerra, che per dichiarate ragioni umanitarie, aggiunge distruzione totale a pulizie etniche, "effetti collaterali" di numeri crescenti di civili uccisi ad "effetti principali" di massacri di massa, la distruttività asettica di missili mirati-personalizzati alla brutalità delle uccisioni personali e di gruppo, con mutilazioni-stupri.
I bambini-palloncino documentano la continuità-congruenza-complementarietà delle due "parti" belligeranti. Un Occidente che si dichiara custode di efficienza, razionalità, futuro, e un dittatore che ri-propone livelli intollerabili di violazione di diritti fondamentali, dichiarano, ognuno a suo modo, che il diritto delle vite reali è sospeso, e la sua violazione un effetto collaterale non evitabile.
Si potrà dire - ed è bene dirlo, perché è drammaticamente vero - che la abrogazione a tempo indeterminato del diritto alla dignità del vivere non è un prodotto specifico di questa guerra:
le città brasiliane (e non solo) producono quotidianamente bambini-palloncino, come effetto collaterale delle ricette finanziarie;
i conti di civili uccisi nella Colombia produttrice mondiale di beni di consumo e di qualità della vita come il caffè e le rose, assomigliano, anno dopo anno, a statistiche di guerra (là, come qui, non è più necessario dichiararla: è più semplice farla, senza bisogno di chiedere permesso, e subire verifiche);
i paesi africani sono in tirocinio permanente integrato di genocidi, guerre, pulizie etniche, ingerenze umanitarie;
i profughi esclusi-ammazzati del popolo Kurdo, e di tanti altri, sperimentano la assoluta casualità dei diritti fondamentali, senza poter aspirare al contributo specialistico delle ingerenze umanitarie.
Gli 11 bambini-palloncino non dicono: "tutto il mondo è paese", o "tutti i tempi sono uguali". Il loro modo di essere solidali con i loro simili-innumerati è quello di ricordare che gli effetti collaterali sono un prodotto non inatteso dell'intelligenza, che li prevede-li descrive-li racconta, preoccupandosi non tanto della realtà del loro morire-soffrire "umanamente degradante", ma di una loro qualificazione come "variabili", per le quali produrre briciole molto pubblicizzate di "Arcobaleno", e giustificazioni articolate di ordine strategico/economico, militare, politico .....: "l'ordine dei principi val bene la distruzione del reale".
Esperti di quel pezzo di cittadinanza che è la trasparenza e la veridicità dell'informazione, siamo anche competenti su quanto e come il rischio sostanziale di irrazionalità, iatrogenesi, non-senso sta nella manipolazione intelligente, ragionevole, motivata del linguaggio e delle categorie di riferimento: ciò per cui
si chiama consenso informato la burocrazia di moduli firmati da persone incapaci di autonomia;
si dichiarano questi moduli invalidi imprescindibili per la legittimità della sperimentazione;
si nobilita come ricerca controllata un insieme di sperimentazioni dove si rincorrono rare novità, tante equivalenze, altrettante irrilevanze, e dove è difficile avere il tempo, la libertà, il diritto-dovere di domandarsi quale è il senso complessivo di ciò che si fa;
si fanno battaglie-guerre per i diritti inviolabili dei pazienti a ricevere interventi-farmaci nuovi solo per il linguaggio che ne definisce le promesse, e deve perciò essere sufficientemente affermativo da cancellare anche il sospetto di un gioco delle parti.
La "banalità" delle manipolazioni che toccano farmaci e sanità può sembrare inopportuna rispetto al macro-gioco di cambiamento programmato di paradigmi di valore di cui si è parte in questi giorni. Ma può darsi anche che la corruzione della autonomia di giudizio sia il prodotto di un lavorio congiunto della banalità e delle strategie alte e globali.
La mini-bibliografia che si propone sembra andare in questa direzione. Per una volta, non parla di farmaci, né di sanità. Rimanda ai linguaggi ed ai punti di vista che ne sono i denominatori, l'alfabeto, il vocabolario, la trama di fondo. I bambini-palloncino, con tutti quelli di cui sono capofila e portavoce, sono parte di questa bibliografia che continua a crescere: chiedono di tenerla presente, non con l'attenzione un po' inevitabile che si deve dare ad una guerra tanto vicina e "nostra", ma come la condizione indispensabile per non credere a coloro che parlano dei tanti effetti collaterali delle tante guerre, in termini di "non eccesso" e di "compatibilità" (magari chiedendone formalmente scusa), senza mai citare denominatori, o categorie di riferimento, o benefici attesi proporzionali a rischi mortali sperimentati.
Anche nel banale mestiere sopra ricordato, di pro-memoria di autonomia intellettuale e di senso nel micro-settore farmaci-sanità, è verosimile si abbia sempre più bisogno di questo denominatore di memoria del mondo. Può darsi che si impari anche a sentire come meno astratto e retorico il linguaggio della sanità come solidarietà, e a tirarne le conseguenze. Forse è anche attraverso queste banalità che possono passare tracce di prevenzione di tutti quegli effetti collaterali che hanno il volto, e la gravità globale degli undici-innumerevoli bambini di Surdulica.
Bibliografia
- Per una informazione-analisi complessiva della situazione nella ex-Yugoslavia, il Dossier di liMes. Ed.: Gruppo editoriale l'Espresso. I quaderni Speciali di liMes.
- La Repubblica, gli interventi-editoriali di E. Evtuschenko (22/4); N. Chomsky (25/4); U Eco (27/4); F. Forsyth (28/4); Card. Carlo Maria Martini (29/4).
- Il Corriere della Sera: F. Soyinka (22/4); C. Magris (3/5); F. Savater (30/4); M. Luzi (2/5).
- Il Manifesto: difficile scegliere tra le informazioni imprescindibili sul diritto internazionale (a cura spesso di I. Dominaianni: L. Ferrajoli; ....); la serie di editoriali interventi di P. Ingrao; L. Pintor; le vignette di Vauro; L. Muraro, e le vignette di Pat Carre del 4/4 ....; le pagine di Benni (16/4; ss); E. Galeano .....
- Il Sole 24 Ore: La guerra Santa dei Balcani (4/4); Nazionalisti, apprendisti stregoni (11/4): La posta in gioco nella guerra del Kosovo è il controllo dei corridoi (21/4).
- Il numero di aprile di Le Monde Diplomatique; i servizi sul ruolo e la presenza delle ONG riportati sul settimanale Vita.