Indicazioni registrate: Trattamento di pazienti adulti affetti da linfoma non-Hodgkin (NHL) follicolare a cellule B CD20+ ricaduti o refrattari a rituximab.
Proprietà farmacologiche
Ibritumomab è un anticorpo monoclonale anti-CD20, simile al rituximab (Mabthera), coniugato con tiuxetano, un agente chelante l'ittrio-90 (90Y). Lo scopo di associare un anticorpo che si lega ai CD20 delle cellule B tumorali con un radionuclide è quello di effettuare una radioterapia mirata a livello locale. Dopo la radiomarcatura, la soluzione finale contiene 2,08 mg di ibritumomab in un volume totale di 10 ml che viene somministrato per infusione endovenosa lenta della durata di 10 minuti1. Il 6% circa della dose di ittrio 90 (pari a circa 1,9 mCi) viene eliminato con le urine durante la settimana successiva all'infusione.
Efficacia clinica
In uno studio controllato, 143 pazienti con linfoma follicolare (3/4 del totale), linfoma non-Hodgkin a cellule B a basso e ad alto grado, ricaduti o refrattari a precedenti terapie (mediana di 2), sono stati randomizzati a rituximab (375 mg/m2, una volta alla settimana per 4 settimane) o a rituximab (250 mg/m2), due somministrazioni a distanza di una settimana l'una dall'altra, seguite da una infusione di ibritumomab (0,4 mCi/kg)2. Tra i pazienti con linfoma follicolare, ad ottenere una risposta tumorale della durata di almeno 6 mesi è stato il 52% di quelli trattati con rituximab e il 74% di quelli assegnati a rituximab più ibritumomab radiomarcato con 90Y. Negli stessi pazienti, la durata mediana della risposta non è risultata, però, diversa tra i due trattamenti (rispettivamente 12,1 contro 18,5 mesi) e il tempo alla progressione della malattia è stato di circa 10 mesi. Lo studio non aveva, tuttavia, la potenza statistica sufficiente per rilevare una eventuale differenza a favore dell'uno o dell'altro trattamento.
Uno studio non comparativo ha coinvolto 54 pazienti con linfoma follicolare già pesantemente pre-trattati (mediana di 4 precedenti chemioterapie) e nei quali il trattamento con rituximab non aveva prodotto alcun esito (assenza di risposta o tempo alla progressione della malattia <6 mesi)3. La risposta al trattamento con rituximab più ibritumomab radiomarcato è stata complessivamente del 74%, ma il tempo mediano alla progressione della malattia di soli 6,8 mesi. In un altro studio non comparativo, condotto su 30 pazienti con linfoma non-Hodgkin a basso grado, recidivato o refrattario, e con moderata trombocitopenia (piastrine 100-149.000/mm3), una dose ridotta di ibritumomab radiomarcato (0,3 mCi/kg) è risultata efficace quanto la dose standard utilizzata nello studio di confronto4.
Non sono disponibili dati sul ritrattamento dei pazienti con iritumomab radiomarcato.
Effetti indesiderati
Nello studio di confronto, i casi di neutropenia grave, di trombocitopenia e anemia grave hanno riguardato il 32%, il 5,5% e il 2,7% dei pazienti trattati con rituximab più ibritumomab radiomarcato contro nessuno nel gruppo trattato con rituximab5. La depressione midollare risulta più marcata e più prolungata con rituximab + ibritumomab che col solo rituximab. Il trattamento sequenziale coi due farmaci ha comportato anche un aumento degli effetti indesiderati gastrointestinali (nausea, vomito, anoressia, 38%) e broncopolmonari (tosse, broncospasmo, 29%) rispetto al solo rituximab (24% e 14%), nonché degli episodi infettivi che hanno richiesto il ricovero ospedaliero5. I rischi di radioattività per il paziente e per l'ambiente sembrano essere bassi: l'ittrio 90 ha, infatti, un tempo di dimezzamento breve (2,7 giorni) e le particelle beta che emette non vanno oltre i 5 mm5.
Costi
Un trattamento con Zevalin in un paziente di peso normale è di 10.000 euro.
Sulla base dei pochi dati disponibili non è possibile stabilire se nei pazienti con linfoma non-Hodgkin follicolare refrattari al rituximab, il trattamento sequenziale rituximab più ibritumomab radiomarcato presenti qualche vantaggio clinico rispetto ad un ulteriore ciclo di trattamento col solo rituximab. Per di più, il trattamento sequenziale comporta un aumento significativo degli eventi avversi, in particolare ematologici, gastrointestinali e broncopolmonari. L'ibritumomab dovrebbe essere impiegato solo nell'ambito di studi clinici controllati.
Bibliografia 1.Zevalin. Riassunto delle caratteristiche del prodotto. 2005, Schering. 2. Witzig TE et al. Randomized controlled trial of yttrium-90-labelled ibritumomab tiuxetan radioimmunotherapy versus rituximab immunotherapy for patients with relapsed or refractory low-grade, follicular, or transformed B-cell non-Hodgkin's lymphoma. J Clin Oncol 2002; 20:2453-63. 3. Witzig TE et al. Treatment with ibritumomab tiuxetan radioimmunotherapy in patients with rituximab-refractory follicular non-Hodgkin lymphoma. J Clin Oncol 2002; 20:3262-9. 4. Wiseman GA et al. Ibritumomab tiuxetan radioimmunotherapy for patients with relapsed or refractory non-Hodgkin lymphoma and mild thrombocytopenia: a phase II multicenter trial. Blood 2002; 99:4336-42. 5. EMEA- Committee for proprietary Medicinal Products "European Public Assessment Report Zevalin. Scientific Discussion" Rev.1 07/01/2005.