Esiste un effetto-risparmio del corticosteroide?
Altri 7 studi (6 dei quali hanno utilizzato montelukast e zafirlukast ai dosaggi registrati), inclusi nella stessa revisione sistematica, hanno valutato se l'aggiunta di un antileucotriene poteva consentire una riduzione del dosaggio del corticosteroide inalatorio necessaria a mantenere un buon controllo dell'asma18. All'ingresso nello studio, i pazienti erano ben controllati dal dosaggio di corticosteroide inalatorio che assumevano abitualmente (che variava ampiamente, essendo compreso tra 300 mcg/die e 3.000 mcg/die di beclometasone o dosaggi equivalenti di un altro corticosteroide). Dopo la randomizzazione ad un antileucotriene o a placebo, la dose del corticosteroide veniva titolata gradualmente, in base a criteri clinici predeterminati, con l'obiettivo di raggiungere la dose minima efficace. In base ai risultati della metanalisi, dopo 6-24 settimane, non vi erano differenze significative tra i gruppi nella riduzione percentuale del dosaggio del corticosteroide inalatorio in grado di mantenere il controllo dell'asma (la misura di esito primaria)18. Il dosaggio minimo somministrabile di corticosteroide inalatorio (senza perdere il controllo dell'asma) è stato simile tra i due gruppi. Tuttavia, rispetto al gruppo di pazienti a cui era stato somministrato il placebo, un minor numero di pazienti nel gruppo antileucotriene ha abbandonato lo studio a causa di uno scarso controllo dell'asma18. I dati disponibili non sono sufficienti a quantificare con certezza l'effetto di risparmio del corticosteroide da parte degli antileucotrieni. In generale, comunque, la riduzione massima della dose sembra, con ogni probabilità, inferiore a 300 mcg/die di beclometasone18. La maggior parte dei pazienti arruolati negli studi assumeva dosi di mantenimento del corticosteroide inalatorio più alte di quelle clinicamente necessarie.
Efficacia rispetto ai beta2-agonisti inalatori a lunga durata d'azione
I beta2-agonisti inalatori a lunga durata d'azione possiedono un'efficacia dimostrata come terapia aggiuntiva nei pazienti adulti con asma non adeguatamente controllato da dosi convenzionali di un corticosteroide inalatorio15,19,20. Una recente revisione sistematica ha identificato 8 studi randomizzati che hanno confrontato gli antileucotrieni (montelukast in 6 studi e zafirlukast in 2) con i beta2-agonisti inalatori a lunga durata d'azione (salmeterolo in 7 studi, formoterolo in 1) come terapia aggiuntiva21. Gli studi sono durati 4-48 settimane e hanno arruolato un totale di 5.895 pazienti asmatici con sintomi persistenti e un'ostruzione moderata delle vie aeree (FEV1 basale medio 66-76% del previsto) nonostante il trattamento con un corticosteroide inalatorio (dosaggio compreso tra 400 e 565 mcg/die di beclometasone o equivalente di un altro corticosteroide). Rispetto al gruppo a cui è stato somministrato un antileucotriene, nel gruppo trattato col beta2- agonista inalatorio a lunga durata d'azione meno pazienti hanno manifestato un'esacerbazione che ha richiesto la somministrazione di un corticosteroide sistemico, l'esito primario per la metanalisi (9% vs. 11%)21. Sulla base di questi dati si devono trattare 38 pazienti con un beta2-agonista inalatorio a lunga durata d'azione per 48 settimane per prevenire una esacerbazione in più che si sarebbe verificata con un antileucotriene. Rispetto alle misure di esito secondarie, i beta2-agonisti inalatori sono risultati di poco superiori agli antileucotrieni. Tra i due gruppi non sono, però, emerse differenze nel numero di pazienti che si sono ritirati dallo studio per uno scarso controllo dell'asma o per la comparsa di esacerbazioni, né nel numero di ricoveri a causa delle esacerbazioni21.
I risultati della metanalisi potrebbero non essere generalizzabili ai bambini, agli adulti con più di 65 anni di età, né ai pazienti con ostruzione lieve o grave delle vie aeree, nessuno dei quali era rappresentato negli studi. Salmeterolo e formoterolo non sono registrati per l'impiego nei bambini con meno di 4 anni e di 5 anni, rispettivamente; un gruppo di pazienti nei quali il montelukast si è dimostrato efficace come terapia di associazione13.
Asma indotto dall'attività fisica
Negli adulti con broncocostrizione indotta dall'attività fisica, dosi singole di montelukast (10 mg) e zafirlukast (20 mg) riducono fino al 70% la caduta del FEV1 indotta dall'esercizio fisico; l'effetto si manifesta entro 1 ora e dura per almeno 12 ore22. In studi randomizzati, controllati, in doppio cieco, la terapia continuativa con montelukast si è dimostrata protettiva nei confronti del broncospasmo indotto dall'attività fisica fino a 20-24 ore dopo l'ultima dose; ha ridotto l'area sotto la curva FEV1/tempo (una misura composita della riduzione massima del FEV1 e del tempo di recupero) del 47% negli adulti e del 59% nei bambini di età compresa tra 6 e 14 anni, nell'ora successiva all'esecuzione dell'esercizio23,24. Una terapia continuativa con zafirlukast risulta protettiva per almeno 8 ore dopo l'ultima dose25.
In altri studi randomizzati, in doppio cieco, il montelukast (10 mg/die) ed il salmeterolo per via inalatoria (50 mcg 2 volte al giorno) hanno avuto un'efficacia simile nel prevenire la broncocostrizione indotta dall'attività fisica dopo 3 giorni di assunzione costante4,26. Dopo 4 e 8 settimane di terapia, il montelukast si è dimostrato più efficace del salmeterolo a causa di una relativa perdita di efficacia (tolleranza) di quest'ultimo. Pochi dei pazienti arruolati in questi studi erano in trattamento con un corticosteroide inalatorio, nonostante un numero significativo di questi fosse sintomatico4,26 e questo limita l'applicabilità dei risultati.
Asma indotto da aspirina
Si ritiene che i cisteinil-leucotrieni giochino un ruolo di particolare rilievo nell'asma indotto da aspirina, quindi, in teoria, i pazienti con questo tipo di asma potrebbero beneficiare di un trattamento con un antileucotriene3,27. Questi pazienti presentano notoriamente un'asma difficile da controllare, eosinofilia e rinosinusite, spesso associati a polipi nasali27. In uno studio randomizzato, condotto su 80 pazienti adulti con asma indotto da aspirina non adeguatamente controllato da un corticosteroide inalatorio e/o orale a dosaggi medi/elevati, l'aggiunta di montelukast per 4 settimane ha migliorato significativamente la funzionalità polmonare e ridotto del 27% il ricorso ad un broncodilatatore "al bisogno" e il numero di esacerbazioni giornaliere (dal 21,7% con il placebo all'8,3%)27. Tuttavia, i dati non consentono di affermare che gli antileucotrieni presentino vantaggi clinici in questa specifica condizione rispetto alle altre opzioni terapeutiche o che il trattamento in questi pazienti debba essere diverso da quello degli altri pazienti con asma persistente8. Inoltre, non è detto che il trattamento con un antileucotriene risulti protettivo nei confronti di reazioni gravi per i pazienti con ipersensibilità all'aspirina se questi assumono il farmaco o un FANS28.
Impiego nella rinite allergica
I cisteinil-leucotrieni sono mediatori importanti anche della congestione nasale e rinorrea associate alla rinite allergica stagionale29,30. Studi randomizzati, controllati hanno dimostrato che il trattamento con montelukast allevia i sintomi nasali diurni e notturni e i sintomi oculari diurni con un'efficacia paragonabile a quella degli antistaminici non sedativi, come la loratadina (es. Clarityn) e la cetirizina (es. Zirtec)29. L'associazione tra montelukast e un antistaminico non sedativo risulta più efficace dei singoli farmaci30, ma è comunque meno efficace di un corticosteroide intranasale (es. beclometasone aerosol dosato con inalatore Becotide Nasale e altri)31. In uno studio randomizzato, controllato, della durata di 2 settimane, il montelukast ha migliorato i sintomi rinologici negli adulti con asma lieve/moderato e rinite allergica stagionale (il 41% era in trattamento con un corticosteroide inalatorio) e ha notevolmente migliorato l'asma sulla base di alcune misure di esito secondarie32. Lo studio non ha dimostrato se il montelukast presenti dei vantaggi rispetto agli altri trattamenti per l'asma in questi pazienti.
Effetti indesiderati
Montelukast e zafirlukast risultano generalmente ben tollerati. Gli effetti indesiderati comprendono sintomi gastrointestinali (nausea, dolori addominali), mal di testa e rash cutanei. Entrambi i farmaci possono causare un'elevazione transitoria e asintomatica delle transaminasi. Raramente, lo zafirlukast può causare un'epatotossicità grave e per questo motivo è controindicato nei pazienti con insufficienza epatica. Molto raramente, nei pazienti trattati con antileucotrieni si è verificata la sindrome di Churg-Strauss, una vasculite eosinofilica sistemica, in genere in coincidenza con la riduzione o sospensione della terapia corticosteroidea5,7. Non è stato stabilito in modo chiaro un nesso di causalità con il montelukast o lo zafirlukast.
Conclusioni
Gli antagonisti dei leucotrieni, montelukast e zafirlukast, sembrano essere utili come terapia aggiuntiva nei pazienti con asma lieve/moderato non adeguatamente controllati da un corticosteroide inalatorio, ai dosaggi standard, più un beta2-agonista a breve durata d'azione "al bisogno". Tuttavia, il beneficio clinico è modesto e, almeno nell'adulto, inferiore a quello che generalmente si ottiene associando un beta2-agonista inalatorio a lunga durata d'azione. Di fatto, un beta2-agonista inalatorio a lunga durata d'azione rappresenta quindi il farmaco di prima scelta, tranne nei bambini piccoli (che hanno meno di 4-5 anni), in cui solo il montelukast ha l'indicazione registrata e si è dimostrato efficace. Rimane da determinare se gli antileucotrieni possano consentire una riduzione clinicamente rilevante della dose del corticosteroide inalatorio o se possano essere utili nei pazienti non adeguatamente controllati da un corticosteroide inalatorio più un beta2-agonista inalatorio a lunga durata d'azione somministrati a dosaggi adeguati.
Gli antileucotrieni rappresentano una opzione possibile nel broncospasmo indotto dall'esercizio, ma il suo verificarsi può essere indicativo di un controllo inadeguato dell'asma e dovrebbe suggerire una revisione più ampia della profilassi. Occorrono ulteriori studi per valutare se gli antileucotrieni possano comportare dei vantaggi clinici aggiuntivi in gruppi particolari di pazienti, come quelli con asma e rinite allergica stagionale, con asma indotto da aspirina e nei bambini piccoli con sibili respiratori ricorrenti.
Articolo adattato da Drug and Therapeutics Bulletin 2005; 43:85-8.
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