Classe A. Diagnosi e Piano Terapeutico. Monitoraggio.
Proprietà farmacologiche
La renina secreta dal rene catalizza il clivaggio dell’angiotensinogeno ad angiotensina I, un pro-ormone inattivo che a sua volta viene trasformato dall’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) nella forma attiva angiotensina II. L’angiotensina II agisce principalmente sulla muscolatura liscia vascolare causando vasocostrizione e sulle ghiandole surrenali stimolando il rilascio di aldosterone che promuove il riassorbimento renale di sodio e l’aumento della volemia.
Aliskiren è il primo inibitore diretto della renina: legandosi all’enzima, ne blocca l’attività, impedendo la conversione dell’angiotensinogeno in angiotensina I.
Dopo somministrazione orale, aliskiren raggiunge il picco delle concentrazioni plasmatiche in 1-3 ore1. Pasti ad alto contenuto lipidico ne riducono in misura rilevante l’assorbimento e la biodisponibilità. I livelli ematici di equilibrio sono raggiunti nell’arco di 5-7 giorni1. L’emivita media è di circa 40 ore. Il farmaco viene eliminato come composto immodificato principalmente con le feci (78%)1.
Efficacia clinica Ipertensione da lieve a moderata
Dieci studi randomizzati, controllati, in doppio cieco, hanno valutato l’efficacia di aliskiren verso placebo2-7 o verso altri antipertensivi2-5,8-11in pazienti con ipertensione da lieve a moderata (pressione diastolica a riposo compresa tra 90 e 110 mmHg). Aliskiren associato ad un altro antipertensivo è stato, inoltre, confrontato con placebo3-5, con un altro farmaco da solo3-5, 9,12-15 o con altre associazioni di antipertensivi3,13,15. Nella maggior parte degli studi, la misura di esito primaria era rappresentata della riduzione della pressione diastolica a riposo; nessuno studio ha valutato il rischio delle complicanze associate, inclusi gli eventi cardiovascolari maggiori. Tutti gli studi, tranne uno prolungatosi per 12 mesi11, hanno avuto una durata di sole 8 settimane.
In monoterapia vs. placebo
In 6 studi realizzati su un totale di 7.475 pazienti, aliskiren (75, 150, 300 o 600 mg al giorno), ha ridotto la pressione diastolica (DBP) di 1,7-7,6 mmHg e la pressione sistolica (SBP) di 1,9-12,0 mmHg in più rispetto al placebo2-7.
In monoterapia vs. altri antipertensivi Idroclorotiazide
In uno studio condotto su 2.776 pazienti, la diminuzione pressoria è stata analoga con aliskiren (75, 150 o 300 mg al giorno) e con idroclorotiazide (6,25, 12,5 o 25 mg al giorno): diastolica meno 8,7-10,3 mmHg vs. meno 9,1-10,1 mmHg; sistolica meno 9,4-15,7 mmHg vs. meno 11,0-14,3 mmHg5. In un altro studio (n=1.124) che ha confrontato i due farmaci sul lungo periodo (12 mesi), aliskiren (300 mg/die) si è dimostrato superiore all’idroclorotiazide (25 mg/die) nel ridurre la DBP (-17,4 mmHg vs. -14,7 mmHg) sia a 12 che a 52 settimane dopo l’aggiunta di amlodipina (5-10 mg): DBP -22,1 mmHgvs. -21,2 mmHg11.
ACE-inibitori
Due studi hanno confrontato aliskiren con un ACE-inibitore8,9. Nel primo, 355 pazienti anziani (età ³ 65 anni) con SBP media di 145-180 mmHg sono stati randomizzati a 75, 150 o 300 mg di aliskiren o a 10 mg di lisinopril8. Tra i 3 gruppi non sono emerse differenze statisticamente significative nella riduzione media della sistolica misurata ambulatorialmente (end point principale), ma 150 mg/die di aliskiren sono risultati meno efficaci di 10 mg di lisinopril8. Aliskiren si è dimostrato meno efficace di ramipril anche nella riduzione della diastolica. Nel secondo studio, 837 pazienti con diabete di tipo 1 e 2 hanno assunto 150 mg/die di aliskiren o 5 mg/die di ramipril per 4 settimane, dopodiché hanno proseguito la terapia per altre 4 settimane con dosi doppie9. Dopo 8 settimane, rientrando nel margine di non inferiorità predefinito di 2 e di 4 mmHg la differenza nella riduzione della DBP (-11,3 mmHg vs. -10,7 mmHg) e della SBP (-14,7 mmHg vs. -12,0 mmHg), aliskiren si è dimostrato "non inferiore" a ramipril9.
Sartani
In tre studi (n=3.572), non sono emerse differenze nella riduzione della pressione diastolica tra 150 mg/die di aliskiren (meno 9,0-10,3 mmHg), 150 mg/die di irbesartan e 80-160 mg/die di valsartan (meno 8,9-11,0 mmHg)2-4. In un altro studio della durata di 4 settimane condotto su 226 pazienti, la diminuzione della pressione sistolica (misura di esito primaria) è stata simile con 150 e 300 mg/die di aliskiren (8 e 11 mmHg) e 100 mg/die di losartan (10,9 mmHg)10.
In associazione vs. monoterapia
Aliskiren è stato studiato anche in associazione con idroclorotiazide5,13, ACE-inibitori9, sartani3,4,12 e calcio-antagonisti14. La terapia combinata è risultata superiore ai singoli farmaci, ma la differenza non è stata sempre significativa. Per esempio, aliskiren in associazione a valsartan ha dimostrato un effetto antipertensivo additivo a 8 settimane, significativo in uno studio che confrontava la terapia combinata verso il solo aliskiren, ma non in un altro studio che confrontava l’associazione col solo valsartan. Nel primo studio, la differenza nella riduzione pressoria tra aliskiren 300 mg + valsartan 320 mg e aliskiren è stata di 2,7 mmHg per la diastolica e 4,4 mmHg per la sistolica4. Nel secondo studio, la differenza di pressione diastolica tra aliskiren 150mg + valsartan 160 mg e valsartan è stata di 1,1 mmHg e 1,7 mmHg coi dosaggi doppi; le differenze in termini di riduzione della pressione sistolica sono state rispettivamente di 1,1 mmHg e 1,5 mmHg3. In uno studio condotto in pazienti diabetici, la riduzione della SBD è stata maggiore con l’associazione aliskiren 300 mg/die + ramipril 10 mg/die che col solo ramipril (16,6 mmHg vs. 12,0 mmHg), ma non rispetto al solo aliskiren (14,7 mmHg)9.
In associazione vs. altre associazioni
In uno studio, 842 pazienti sono stati randomizzati a 150 mg/die di aliskiren o a 5 mg/die di ramipril; dopo 6 settimane era possibile raddoppiare i dosaggi dei due farmaci15. Dopo altre 6 settimane, potevano essere aggiunti, se necessario, 12,5 mg di idroclorotiazide (cosa avvenuta nel 46,1% dei pazienti trattati con aliskiren vs. il 49,5% di quelli trattati con ramipril; differenza non significativa). Dopo altre 6 settimane, la dose di idroclorotiazide poteva essere portata a 25 mg/die (22% dei pazienti del gruppo aliskiren vs. il 31,3% del gruppo ramipril; differenza significativa). A 6 mesi, la riduzione pressoria è stata maggiore con aliskiren sia per quanto riguarda la diastolica (13,2 mmHg vs. 12,0 mmHg) che la sistolica (17,9 mmHg vs. 15,2 mmHg)15.
Ipertensione grave
In uno studio randomizzato, controllato, 183 pazienti con ipertensione grave (DBP media a riposo 105-120 mmHg) sono stati trattati con aliskiren o con lisinopril, titolati a 300 mg/die e 40 mg/die, più idroclorotiazide (25mg/die) se necessario (aggiunta avvenuta nel 53,6% dei pazienti del gruppo aliskiren vs. 44,8% di quelli del gruppo lisinopril)16. Tra i due gruppi non si sono evidenziate differenze sia in termini di diminuzione di pressione diastolica (18,5 mmHg con aliskiren vs. 20,1 mmHg con lisinopril) che di sistolica (20,0 mmHg vs. 22,3 mmHg).
Danni d'organo
In uno studio di "non inferiorità", 465 pazienti ipertesi, con ispessimento della parete del ventricolo sinistro, sono stati randomizzati a ricevere aliskiren 300 mg/die, losartan 100 mg/die o la combinazione dei due farmaci17. Dopo 9 mesi di trattamento, l’indice di massa ventricolare sinistra (end point principale) si è ridotto in modo significativo nei tre gruppi di trattamento (4,9 con aliskiren, 4,8 con losartan e 5,8 g/m2 con i due farmaci associati); la riduzione nel gruppo trattato con aliskiren + losartan non è, però, risultata significativamente differente da quella osservata col solo losartan.
Ipersecrezione di renina
Alcuni pazienti, soprattutto quelli con ipertensione reno-vascolare o con ipertensione grave, presentano una iperattività del sistema renina-angiotensina che si traduce in una elevata concentrazione plasmatica di renina. Questi pazienti sono stati esclusi dagli studi condotti con aliskiren. Pur riducendo drasticamente l’attività della renina plasmatica, aliskiren provoca un aumento compensatorio del livello di renina superiore a quello associato ad ACE-inibitori e sartani, in particolare a dosi elevate (300 mg/die) e in associazione a idroclorotiazide. L’ipersecrezione di renina può superare la capacità del farmaco di legare la renina e limitare il suo effetto antipertensivo18.
Effetti indesiderati
La sicurezza di aliskiren è stata valutata sulla base dei dati provenienti da 11.566 pazienti, compresi 2.367 pazienti trattati per 6 mesi e 1.270 trattati per oltre 1 anno19. Complessivamente le reazioni avverse sono state lievi e transitorie; la più frequente è stata la diarrea, seguita dalla tosse19. Negli studi comparativi, l’incidenza della tosse è risultata più bassa di quella osservata con gli ACE-inibitori (1% vs. 3,8%)19. Aliskiren ha causato meno frequentemente edema periferico rispetto all’amlodipina (0,9% vs. 7,3%)19. Effetti indesiderati meno comuni sono stati rash cutanei (1% dei pazienti); rari i casi di angioedema2. Sono state anche segnalate lievi diminuzioni di emoglobina ed ematocrito1. Nei pazienti trattati con aliskiren da solo, gli aumenti della potassiemia sono stati trascurabili (0,9% vs. 0,6% con placebo)2.
Tuttavia, in uno studio in cui aliskiren è stato somministrato in associazione con un ACE-inibitore in pazienti diabetici, l’aumento della potassiemia è risultato più frequente (5,5%)2.
Negli studi di confronto, la percentuale di sospensioni del trattamento indotte dalla comparsa di effetti indesiderati è stata simile a placebo, idroclorotiazide, ACE-inibitori o sartani. In uno studio condotto in pazienti con ipertensione grave trattati con 150-300mg/die di aliskiren o 20-40 mg/die di lisinopril (più idroclorotiazide se necessario), l’incidenza degli eventi avversi è stata simile tra i gruppi (32,8% con aliskiren vs. 29,3% con lisinopril), così come il tasso di drop out (3,2% vs. 3,4%)16. In entrambi i gruppi, gli effetti indesiderati più frequenti sono stati cefalea, rinofaringite e vertigini.
Negli studi su animali, a dosi superiori a quelle terapeutiche, aliskiren ha causato iperplasia delle mucose e tumori del colon. Nella lettera di approvazione, la FDA ha richiesto alla ditta produttrice di condurre studi di valutazione pre/post- trattamento mediante colonscopia entro il 200920.
Gravidanza
Secondo la scheda tecnica di Rasilez, altri farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina sono stati associati a malformazioni fetali gravi e a morte neonatale, di conseguenza aliskiren non deve essere utilizzato durante la gravidanza e nelle donne che la stanno pianificando; inoltre non se ne raccomanda l’uso durante l’allattamento1.
Dosaggio: la dose raccomandata è di 150 mg una volta al giorno. Nei pazienti la cui pressione non è adeguatamente controllata, la dose può essere aumentata a 300 mg una volta al giorno.
Costi
Il costo di un anno di trattamento con aliskiren è di 491 euro al dosaggio di 150 mg/die e di 589 euro al dosaggio di 300 mg/die. Il costo è molto più elevato di quello di tutti gli altri antipertensivi, molti dei quali oggi disponibili sotto forma di generici. Un anno di trattamento con clortalidone (25-50 mg/die, Igroton) ha un costo di 26-51 euro; con lisinopril (10-20 mg/die, es. Zestril) di 203-246 euro; con ramipril (5-10 mg/die, es. Triatec) di 99-117 euro; con amlodipina (5-10 mg, es. Norvasc) di 105-185 euro; con irbesartan (150-300 mg/die, es. Karvea) di 284-384 euro.
Aliskiren è un nuovo antipertensivo che inibisce direttamente la renina. In studi di breve durata ha dimostrato di ridurre la pressione arteriosa in misura simile ai farmaci coi quali è stato confrontato (diuretici, ACE-inibitori, sartani, calcio-antagonisti). Mancano dati sulla sua capacità di migliorare gli esiti clinici cardiovascolari e il costo è molto alto. Sulla base delle evidenze disponibili non esistono ragioni di sorta perché aliskiren venga impiegato al posto dei numerosi antipertensivi disponibili meglio documentati e più economici.
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