L'uso razionale dei farmaci tra bisogni-diritti di salute e norme-regolamenti
Antonio Clavenna Laboratorio Materno Infantile, Istituto Mario Negri, Milano
Maurizio Bonati Laboratorio Materno Infantile, Istituto Mario Negri, Milano
Il caso
Bambina di 11 anni e 3 mesi affetta da disturbo generalizzato dello sviluppo e ritardo mentale medio a cui la neuropsichiatra della ASL ha prescritto una terapia con Risperdal (risperidone) gocce, (1 mg al mattino + 0,5 mg alla sera) della durata iniziale di 6 mesi. Nonostante il medicinale sia tra quelli rimborsabili su presentazione del Piano Terapeutico con duplice via di distribuzione, il Servizio Farmaceutico della ASL si rifiuta di dispensarlo gratuitamente in quanto la prescrizione è off-label; per lo stesso motivo la pediatra di libera scelta si rifiuta di prescriverlo sul ricettario regionale. La domanda della madre: per quale ragione, pur in presenza del Piano Terapeutico, il farmaco non viene erogato a carico del SSN?
Il contesto
Il caso è interessante in quanto compete a differenti ambiti: normativo-regolatorio; dei bisogni e dei diritti di salute; dell'uso razionale dei farmaci.
Il problema sorge dall'apparente distonia tra il Prontuario Farmaceutico Nazionale, che vincola la rimborsabilità del risperidone alla presentazione del piano terapeutico, e il Decreto Legislativo n.23 del 17 febbraio 1998, che esclude dalla rimborsabilità i farmaci prescritti al di fuori delle indicazioni terapeutiche autorizzate1.
Il Riassunto delle Caratteristiche del Risperdal riporta tra le controindicazioni "Età pediatrica", e sottolinea nel paragrafo riguardante la posologia "Non sono disponibili dati nei soggetti di età inferiore ai 15 anni".
Per tali ragioni, il Risperdal non può essere erogato a carico del SSN ai minori di 15 anni e la spesa per la terapia (1,5 mg/die per 6 mesi) stimabile in 280,86 euro (pari a 3 flaconi da 100 ml) deve essere perciò sostenuta dalla famiglia.
Nonostante ciò, dall'analisi dei dati epidemiologici riguardanti la prescrizione di farmaci in età pediatrica risulta che non è raro che farmaci vengano prescritti su ricettario regionale ed erogati dal SSN per indicazioni off-label. È il caso, ad esempio, degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), prescritti a bambini e adolescenti nel corso del 2002 con una prevalenza di 2 per 1.0002. Ma anche dello stesso risperidone, prescritto a 190 bambini di 0-13 anni, pari a una prevalenza di 2/10.000 (dati del Rapporto ARNO-Pediatria 2003)3 e rimborsato dal SSN. Il risperidone è l'antipsicotico maggiormente prescritto in età pediatrica; in 23 delle 24 ASL appartenenti al progetto ARNO-Pediatria 2003, il farmaco è stato dispensato a carico del SSN, con una prevalenza di prescrizione che varia tra 0,5 e 3,3/10.000.
Oltre alle diverse attitudini prescrittive territoriali vanno anche sottolineati i diversi comportamenti da parte dei Servizi Farmaceutici delle ASL, a cui consegue una diseguaglianza dei diritti tra i cittadini.
La possibilità che, in assenza di alternative terapeutiche, farmaci prescritti al di fuori delle indicazioni autorizzate siano erogati a totale carico del SSN è prevista dalla Legge 648/964: questi medicinali sono inseriti in un elenco predisposto e aggiornato dall'allora Commissione Unica del Farmaco, oggi Commissione Tecnico Scientifica dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). La possibilità di prescrivere questi farmaci è vincolata ad uno specifico Piano Terapeutico e può essere effettuata da strutture specializzate ospedaliere, universitarie o IRCSS, che provvedono a distribuire i farmaci per via diretta. Il medico deve acquisire il consenso informato scritto del paziente (obbligo che riguarda, comunque, tutte le prescrizioni off-label e che è spesso disatteso) e le prescrizioni sono monitorate tramite l'istituzione di appositi Registri dei pazienti in trattamento. A tutt'oggi sono 25 i principi attivi che sottostanno a queste procedure: nessuna delle indicazioni previste riguarda nello specifico l'estensione dell'impiego in età pediatrica. In base a questa legge è data la possibilità alle aziende sanitarie, alle società scientifiche, alle associazioni di malati e ad altri organismi sanitari pubblici e privati di richiedere l'inclusione di nuovi medicinali inoltrando una richiesta all'AIFA documentando: tipo e gravità della patologia da trattare; mancanza di valide alternative terapeutiche; numero di soggetti interessati al trattamento; follow-up; completamento di studi clinici di fase 1 e 2.
Le evidenze
Al fine di valutare i dati riguardanti l'efficacia e la sicurezza di impiego del risperidone in età pediatrica è stata effettuata una ricerca bibliografica nella banca dati MEDLINE utilizzando i MesH "risperidone" e "child", limitando la ricerca per tipo di pubblicazione "clinical trial". Sono state trovate 44 referenze, di cui 14 sono risultate non pertinenti e 4 erano analisi di dati provenienti da studi clinici già pubblicati. Delle restanti, 15 riguardavano studi non controllati (di cui 2 erano estensioni in aperto di precedenti studi clinici randomizzati) e 11 studi randomizzati controllati: 4 riguardavano il trattamento di Tic e/o sindrome di Tourette e 1 l'efficacia nel trattamento della psicosi; 4 i disturbi da comportamento dirompente in soggetti con ridotto QI e 2 l'autismo o i disturbi generalizzati dello sviluppo.
La Tabella 1 riporta le caratteristiche dei 6 studi clinici randomizzati pertinenti che hanno valutato l'efficacia del risperidone sui sintomi comportamentali (irritabilità, aggressività).
La durata degli studi varia da 4 a 10 settimane; l'età dei pazienti arruolati varia da 5 a 17 anni (tre studi hanno incluso bambini di età compresa tra 5 e 12 anni). Escludendo i 2 studi pilota, la dimensione dei campioni varia da 79 a 118 pazienti; in totale sono stati inclusi 408 pazienti, di cui 197 trattati con risperidone.
Il risperidone è risultato efficace nel migliorare i sintomi [misurati attraverso la variazione del punteggio rispetto al basale nella Conduct Problem Subscale del Nisonger Behavior Rating Form (NCBRF), nell'Aberrant Behavior Checklist (ABC) e in altre scale di valutazione].
Per quanto riguarda gli effetti indesiderati, quelli segnalati con maggiore frequenza sono: sonnolenza (52%), rinite/congestione nasale (25%), incremento dell'appetito (24%), cefalea (20%) e vomito (20%) (Tabella 2).
Nelle due estensioni in aperto sono stati inclusi in totale 184 bambini, di cui 110 hanno seguito il trattamento con risperidone per 48 settimane11,12. Gli effetti indesiderati più frequentemente osservati erano quelli già segnalati negli RCT. Non è stato osservato alcun caso di discinesia tardiva; uno studio ha riportato un'incidenza del 26% di sintomi extrapiramidali (i più frequenti: ipertonia e contrazioni muscolari involontarie)11, mentre in entrambi gli studi la variazione dell'Extrapiramidal Symptom Rating Scale rispetto al basale non è risultata significativa.
L'efficacia del risperidone (espressa come variazione del punteggio nella Conduct Problem Subscale del NCBRF rispetto al basale) non è diminuita durante il trattamento.
Commento
Pur se limitati, i risultati degli RCT supportano l'efficacia e la sicurezza di impiego del risperidone nel trattamento, per periodi relativamente brevi, di sintomi comportamentali. Tuttavia, studi in aperto concordano con tali risultati anche per periodi prolungati (24-48 settimane) di terapia.
Per quanto riguarda le possibili alternative terapeutiche, l'aloperidolo (es. Serenase, Haldol) è associato alla comparsa di discinesia tardiva13,14, mentre per altri antipsicotici atipici (olanzapina, clozapina) i dati sull'impiego in età pediatrica sono ancora più scarsi.
Il possibile impiego di risperidone in bambini affetti da autismo o da disturbi generalizzati dello sviluppo appare, perciò, dotato di razionale terapeutico15,16, specie in un ambito in cui le evidenze sono scarse o controverse e in cui i bisogni dei pazienti spesso non trovano risposte adeguate sia in termini di terapia che di percorsi assistenziali.
In un contesto problematico come quello del disagio psichico e della disabilità in pediatria, inoltre, la spesa per i medicinali, oltre a essere vista come una privazione di diritti, va a gravare su un carico psicologico, socio-relazionale ed economico già elevato.
Una (possibile) risposta al/i bisogno/i della paziente e della famiglia
L'AIFA, oltre a valutare la possibilità di inserire il risperidone nell'elenco dei medicinali erogabili dal SSN secondo quanto previsto dalla legge 648/96 (l'U.O. di Neuropsichiatria e la Direzione Sanitaria della ASL potrebbero attivarsi in tal senso), sulla base delle evidenze disponibili potrebbe stilare un elenco di medicinali che, seppur privi di licenza o indicazione pediatrica, in considerazione dei bisogni terapeutici dei bambini siano rimborsabili. Il "caso" risperidone non è l'unico; anche per altri farmaci il percorso prescrittivo e della rimborsabilità è accidentato (es. l'uso degli antidepressivi nei minori) e una rivisitazione sistematica, basata sulle evidenze, è necessaria per rispondere in modo adeguato e omogeneo su tutto il territorio nazionale ai bisogni terapeutici. Così facendo si garantirebbe la prescrizione e la dispensazione dei farmaci da parte di strutture specialistiche, si consentirebbe il monitoraggio della sicurezza e dell'efficacia dei trattamenti, si allevierebbe il carico economico delle famiglie; si solleverebbero i prescrittori dall'onere e dall'arbitrarietà di decidere (con il rischio della perseguibilità) se/quando "erogare" il farmaco a carico del SSN; si ridurrebbero, attraverso la distribuzione diretta dei medicinali, i costi per il SSN stesso (in base ai dati dell'osservatorio ARNO nel 2003, la spesa a carico del SSN per la prescrizione di risperidone a bambini con età inferiore a 14 anni potrebbe essere di almeno 400.000 euro); si ridurrebbero alcune diseguaglianze territoriali nell'assistenza farmaceutica. Nel frattempo, è in ogni caso necessario attivare e sostenere l'esecuzione di studi clinici indipendenti così da garantire ai pazienti e alle loro famiglie terapie di provata efficacia e sicurezza di impiego.
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