Gabrio Bassotti, Fabrizio Taborchi Lab. di Motilità Intestinale, Sez. di Gastroenterol. ed Epatologia Dip. di Med. Clinica e Sperimentale, Università di Perugia
Introduzione
La stipsi cronica idiopatica costituisce un problema frequente nella popolazione generale, in ogni classe di età; nella nostra regione, l'Umbria, ad esempio, circa il 9% dei soggetti che non giungono all'attenzione del medico riferisce di esserne affetto1,2. Questo dato non è molto differente dal 6% riportato in casistiche ottenute in paesi anglosassoni3.
La definizione di stipsi differisce a seconda della diversa percezione del paziente o del medico, dipendendo inoltre dal diverso grado culturale4-7: alcune delle definizioni più comuni sono riportate nella Tabella 1.
Generalmente, si ritiene che nella maggior parte dei casi (probabilmente in oltre il 90%) non esista una causa secondaria di stipsi e che la condizione sia idiopatica8. Perlopiù, questi pazienti possono essere trattati in maniera empirica mediante una corretta idratazione, un esercizio fisico appropriato e supplementi di fibre alimentari: i pazienti che non rispondono a queste misure basilari, dopo adeguata esclusione di cause secondarie9-11, sono candidati ad una terapia farmacologica. Di seguito, prenderemo in considerazione i vari composti attualmente in uso nella terapia della stipsi.
Definizioni e classificazione dei lassativi
I lassativi sono farmaci o composti che inducono l'atto della defecazione. Le sottospecie di lassativi comprendono12:
purganti o catartici (producono feci liquide, voluminose);
ammorbidenti ed emollienti (hanno modesto effetto lassativo);
soluzioni di lavaggio (possono essere ingerite in grandi quantità, attraversano il tratto digestivo senza che vi sia assorbimento o secrezione).
La Tabella 2 mostra una recente classificazione dei lassativi basata sul meccanismo d'azione e sulle proprietà chimiche13.
Agenti e composti specifici
Agenti idrofili o di massa
Le fibre alimentari (come la crusca), quelle medicinali (come lo psyllium) ed alcuni polimeri sintetici (policarbofil, cellulosa modificata chimicamente) posseggono l'importante proprietà fisica di trattenere acqua nelle feci, in quanto non vengono digeriti e non vengono (o vengono parzialmente) metabolizzati dai batteri a livello del colon. Il conseguente aumento di volume endoluminale e l'incremento di peso delle feci stimola l'attività motoria accelerando il transito nel tratto digestivo, specialmente a livello del colon14,15. Inoltre, la consistenza fecale risulta ridotta, rendendo la defecazione più agevole16.
La capacità di trattenere acqua varia a seconda dei vari agenti; ad esempio, la capacità in vitro di trattenere acqua da parte della crusca è di 4,2 g/g di crusca, mentre quella della pectina è di 56,2 g/g di pectina. Tuttavia, la crusca risulta più efficace nell'aumentare il peso fecale, dato che la pectina viene fermentata molto più efficacemente dai batteri del colon17.
Le fibre alimentari più studiate sono quelle derivate dal grano; studi dose-risposta hanno evidenziato che l'aggiunta alla dieta di quantità progressivamente crescenti di cereali ricchi in crusca aumenta il peso fecale in maniera lineare18 per cui, in caso di stipsi, la prima, semplice misura generalmente raccomandata è l'aggiunta alla dieta di 20-40 g/die di fibre alimentari19. Effetti indesiderati di questa misura, in particolare con l'assunzione di crusca, sono rappresentati da intolleranza gastrica, meteorismo e flatulenza, per cui un discreto numero di pazienti preferisce l'assunzione di fibre "medicinali".
Queste ultime, di origine naturale (come lo psyllium) o sintetiche (come il policarbofil e la cellulosa modificata) hanno notevole capacità igroscopica; 10 g di psyllium, ad esempio, aumentano il peso fecale da 55 a 100 g/24 ore20. La tollerabilità di queste fibre appare ottima, specialmente per quel che riguarda i sintomi "gassosi" (meteorismo, flatulenza), che non risultano significativamente diversi dal placebo21. Va ricordato che l'efficacia di questi composti non è immediata, e che possono essere necessarie alcune settimane di terapia prima di poterne apprezzare gli effetti. Lo psyllium, inoltre, può essere responsabile di reazioni allergiche22.
Agenti osmotici
Sono rappresentati da ioni o molecole osmoticamente attivi, scarsamente assorbiti a livello dell'intestino e che inducono secrezione di acqua al suo interno per mantenere l'isotonicità con il plasma. Il magnesio è uno ione che viene scarsamente assorbito nel tratto gastrointestinale, e che pertanto costituisce un componente di molti composti ad azione lassativa, composti tra i più impiegati nel nostro paese. Le preparazioni più usate sono costituite da solfato di magnesio, idrossido di magnesio e citrato di magnesio.
Dato che necessita una quantità relativamente bassa di magnesio per saturare la capacità di trasporto attivo intestinale, una volta soddisfatta questa condizione solo il 7% circa di una dose orale dello ione viene assorbito, per cui l'escrezione fecale diviene direttamente proporzionale all'assunzione orale23. Negli adulti, le dosi di idrossido di magnesio consigliate sono di 2,5-5 g (2-4 cucchiai da tavola), dosi che in genere determinano un'evacuazione entro 6-8 ore. L'uso a lungo termine di composti contenenti magnesio può determinare ipermagnesiemia in pazienti con insufficienza renale.
Il solfato di sodio, scarsamente usato, è assorbito in quantità maggiore a livello intestinale; uno studio ha mostrato insorgenza di diarrea importante dopo la sua assunzione orale, con circa il 50% del composto riscontrato nelle urine dopo 72 ore24.
I sali di fosfato sono assorbiti a livello del tenue, per cui l'effetto lassativo si ottiene con dosi relativamente elevate; dato che le soluzioni commerciali sono ipertoniche, devono essere diluite prima dell'assunzione. In corso di insufficienza renale può verificarsi iperfosfatemia.
Il lattulosio, disaccaride sintetico non idrolizzabile a livello intestinale, viene somministrato sotto forma di sciroppo in dosi di 15-30 ml/die. Dato che i batteri del colon possono metabolizzare fino ad 80 g/die di lattulosio, un effetto diarroico si verifica solo dopo assunzione di oltre 100 g/die del composto25, per cui l'effetto catartico del lattulosio è relativamente blando. Per questo motivo, il composto viene generalmente preferito quale primo approccio alla terapia farmacologica della stipsi in età pediatrica, anche se risulta notevolmente più costoso rispetto ad altri lassativi. Va tenuto presente che la metabolizzazione a livello colico del lattulosio determina non raramente distensione intestinale, meteorismo e flatulenza, che possono divenire problematici in alcuni soggetti.
Anche il sorbitolo ed il mannitolo sono zuccheri scarsamente assorbiti a livello intestinale; uno studio ha dimostrato che lo sciroppo di sorbitolo al 70% ha la stessa efficacia clinica del lattulosio26, ma un costo decisamente minore.
La glicerina è un composto ad azione osmotica, frequentemente impiegata sotto forma di supposte rettali, che hanno sia lo scopo di attrarre acqua nel retto che di stimolare meccanicamente quest'ultimo per indurre l'evacuazione. Dal momento che la glicerina viene in gran parte assorbita dal tenue, non può essere usata per via orale.
Negli ultimi tempi, ha destato notevole interesse quale lassativo l'impiego di soluzioni elettrolitiche a base di polietilenglicole (PEG), polimero di grosse dimensioni, metabolicamente inerte e non degradabile dai batteri intestinali, che riesce a sequestrare efficacemente l'acqua a livello intestinale27. Le soluzioni contenenti PEG sono state inizialmente sviluppate per ottenere un adeguato lavaggio intestinale prima dell'esecuzione di manovre endoscopiche28, ed attualmente rappresentano il tipo standard di preparazione data l'ottima pulizia del colon che si riesce ad ottenere29-31. Su questa base, l'impiego del PEG è stato esteso al trattamento a breve termine della stipsi e dell'impatto fecale in età pediatrica32,33 e negli adulti34,35. Più recentemente, trials condotti in gruppi consistenti di pazienti affetti da stipsi cronica hanno dimostrato l'efficacia di questa terapia e la scarsità di effetti indesiderati anche a medio termine (2-6 mesi)36,37.
Secretagoghi e composti agenti direttamente sulle cellule epiteliali, nervose e della muscolatura liscia
Numerosi composti svolgono azione lassativa tramite effetti differenti sull'attività motoria ed i meccanismi di regolazione intestinale, agendo inoltre sul trasporto e la motilità della mucosa. In questa classe sono compresi gli agenti attivi in superficie (docusati, acidi biliari), i derivati del difenilmetano (fenolftaleina, bisacodil), l'acido ricinoleico, gli antrachinonici (senna, cascara).
Gli agenti attivi in superficie sono essenzialmente detergenti con effetti modesti sul trasporto di ioni attraverso la mucosa. I docusati agiscono tramite un'azione di ammorbidimento delle feci; studi di perfusione hanno dimostrato che il dioctilsodiosolfosuccinato inibisce l'assorbimento di liquidi o ne stimola la secrezione nel digiuno38,39. Nonostante queste interessanti proprietà, gli studi clinici hanno mostrato la scarsa efficacia di questi composti nel trattamento profilattico della stipsi nei soggetti anziani costretti a letto40,41. Gli acidi biliari, detergenti naturali, sono stati spesso impiegati (in verità in maniera piuttosto empirica) quali componenti di preparazioni lassative. Gli studi a disposizione sono scarsi: uno studio controllato in pochi soggetti ha comunque dimostrato che 0,25 g di acido colico, assunti tre volte al giorno durante i pasti, possono aumentare il numero di evacuazioni e diminuire la consistenza fecale42.
I derivati del difenilmetano impiegati come lassativi includono la fenolftaleina, il bisacodil e il sodio picosolfato. La fenolftaleina agisce inibendo l'assorbimento di acqua a livello del tenue e del colon tramite l'azione di prostaglandine ed altri eicosanoidi, chinine e (forse) dell'ATPasi Na+, K+. Il composto può essere assorbito, ed è soggetto a circolazione entero-epatica, che può prolungarne l'effetto. Fino a pochi anni orsono, la fenolftaleina era il composto più frequentemente usato come prodotto da banco; sulla base di studi che ne suggeriscono la possibile cancerogenicità (studi non supportati da evidenze epidemiologiche)43, la fenol-ftaleina è stata ritirata dal commercio in alcuni paesi, tra i quali gli Stati Uniti e l'Italia.
Il bisacodil viene idrolizzato nel tenue e nel colon, ed ha azione simile ma più potente di quella della fenolftaleina44. Il composto è uno dei pochi ad essere stato studiato in studi fisiopatologici nei soggetti sani volontari e nei pazienti con stipsi mediante test manometrici che ne hanno dimostrato l'azione e l'efficacia. Il bisacodil agisce sia dopo assunzione orale (dopo circa 6-8 ore) sia dopo somministrazione locale (15-30 minuti). Quest'ultima risposta viene abolita dopo applicazione mucosa di lidocaina, suggerendo che il farmaco stimola i plessi nervosi45. L'effetto principale del bisacodil è quello di indurre un'importante attività propulsiva (movimenti di massa) a livello del colon46; dal momento che questo effetto appare rapido e riproducibile, lo abbiamo proposto come test di integrità propulsiva residua nei pazienti con stipsi "intrattabile"47.
Il sodio picosolfato viene idrolizzato dagli enzimi batterici, per cui è attivato solo nel colon quando esiste una flora batterica sufficiente; quest'ultima lo trasforma nella parte attiva del bisacodil, responsabile dell'effetto lassativo48.
L'acido ricinoleico, attualmente obsoleto come lassativo, agisce sull'assorbimento intestinale d'acqua e sull'attività motoria49,50. Il suo uso è limitato dai crampi addominali che seguono alla sua ingestione.
Gli antrachinonici sono una famiglia di composti, basati sul nucleo triciclico dell'antracene, contenuti in diverse piante soprattutto del genere Cassia; l'aloe, la cascara ed il rabarbaro, ad esempio, producono differenti famiglie di antrachinonici, e le preparazioni di sponibili sono costituite da miscele di varie sostanze. Dopo ingestione orale, gli antrachinonici raggiungono immodificati il colon, dove vengono convertiti nella forma attiva dal metabolismo batterico51,52; i metaboliti prodotti determinano secrezione netta di liquidi nel digiuno e nel colon53, oltre all'aumento dell'attività motoria, con conseguente stimolo evacuativo entro 6-8 dall'ingestione per os.
Gli effetti indesiderati degli antrachinonici includono deplezione elettrolitica, reazioni allergiche e melanosis coli54,55, ed è stato suggerito che il loro uso possa predisporre allo sviluppo di neoplasie del colon56,57; studi epidemiologici, comunque, non supportano tale ipotesi58. Anche se l'assunzione cronica di antrachinonici è stata tradizionalmente associata allo sviluppo di inerzia colica (il cosiddetto "colon catartico")59,60, un recente riesame critico della letteratura ha dimostrato come pressoché tutti i casi (sporadici) descritti in letteratura fossero riconducibili all'uso (negli anni '50-'60) di preparati contenenti podofillina (non più in commercio), e che pertanto questa condizione è attualmente scomparsa61.
Agenti lubrificanti
L'olio minerale (olio di vaselina) può essere somministrato sia per os che per via rettale; questo composto non è chimicamente attivo all'interno dell'organismo, ma ne vengono sfruttate le proprietà lubrificanti (facilitazione dell'espulsione fecale) ed emulsificanti (ammorbidimento della massa fecale). Va ricordato che l'aspirazione di olio minerale può causare polmonite lipoidea, per cui l'uso è controindicato in soggetti con alterazioni deglutitive (ictus cerebri, miopatie) od alterazioni dello stato mentale. L'uso prolungato, inoltre, può causare malassorbimento vitaminico, reazioni da corpo estraneo nella mucosa intestinale e nei linfonodi loco-regionali, ed incontinenza dello sfintere anale.
Miscellanea
Dal momento che la terapia dietetico-farmacologica convenzionale della stipsi cronica idiopatica risulta talvolta insoddisfacente, è stato proposto da vari autori l'uso di svariati composti, nessuno dei quali viene attualmente raccomandato al di fuori dei trials clinici sperimentali.
Dati preliminari suggeriscono che la cisapride (una benzamide)62, il misoprostolo (analogo della prostaglandina E1)63, e la colchicina64 possano risultare di beneficio nella terapia della stipsi. Comunque, i dati disponibili sono attualmente insufficienti e la potenziale tossicità di questi composti probabilmente ne limiterebbe l'uso cronico.
Anche se l'eritromicina è stata proposta quale agente procinetico per la sua attività (peraltro limitata) sul tratto gastrointestinale superiore65, il suo effetto sul colon (dopo somministrazione orale od endovenosa, anche a dosi differenti) è risultato nullo, sia in volontari sani che in pazienti affetti da stipsi cronica66,67.
Concetti razionali di terapia
È innanzitutto importante inquadrare il tipo e la gravità della "stipsi", tenendo ben presente che una gran parte dei pazienti risponderà a semplici misure igienico-dietetiche, non configurandosi un vero e proprio quadro di stipsi. Va poi accuratamente esclusa una causa secondaria di stipsi (es. ipotiroidismo, assunzione di farmaci costipanti, ostruzione meccanica), in quanto la sua rimozione è frequentemente in grado di ripristinare una normale funzione dell'alvo.
Una stipsi di entità lieve o moderata (quale ad es. quella caratterizzata da emissione di feci dure) può giovarsi dell'integrazione alimentare con fibre, di tipo naturale (frutta, verdura, crusca) o medicinale (psyllium, glucomannani): queste ultime, nella nostra esperienza, sono meglio accettate dai pazienti perché assumibili come "farmaci". L'uso delle fibre va sempre accompagnato da un introito idrico adeguato, pena il peggioramento dei sintomi.
In situazioni acute (ad es., dopo infarto miocardico, pazienti allettati da poco), possono essere usati gli ammorbidenti fecali ed i lassativi osmotici od agenti più energici quali gli antrachinonici: l'uso cronico di questi composti è però sconsigliato.
Per un uso continuativo, i composti più sicuri sono probabilmente quelli a base di magnesio, fatta eccezione per i pazienti con insufficienza renale in cui si può ottenere ipermagnesiemia. Nel medio termine, risultati interessanti sono stati ottenuti con i composti a base di PEG; non sono però noti i risultati, l'efficacia e gli effetti indesiderati a lungo termine.
Dato che la stipsi accompagna frequentemente la gravidanza, l'uso dei lassativi in questa condizione è frequente. Per quanto riguarda la sicurezza in gravidanza, i dati della letteratura suggeriscono che sembrano essere sicuri composti quali fibre, bisacodil, lattulosio e docusati; i composti osmotici possono causare ritenzione idrica materna, l'aloe è stata associata a malformazioni congenite e l'acido ricinoleico può scatenare contrazioni uterine premature68.
Bibliografia
1. Narducci F, Gaburri M, Bassotti G, Pelli MA, Morelli A. Prevalenza della stipsi cronica nella popolazione giovane-adulta, attiva ed apparentemente sana. In Capurso L, Caprilli R, Giardino A, Tonelli F, eds. Stipsi cronica idiopatica. Atti X Riunione Annuale GISC, Bologna, 1983: 70-75. 2. Gaburri M, Bassotti G, Bacci G, Cinti A, Bosso R, Ceccarelli P, Paolocci N, Pelli Ma, Morelli A. Functional gut disorders and health care seeking behavior in an Italian non-patient population. Rec Prog Med 1989; 80: 241-244. 3. Thompson WG, Heaton KW. Functional bowel disorders in apparently healthy people. Gastroenterology 1980;79: 283-288. 4. Heaton KW, Radvan J, Cripps H, Mountford RA, Braddon FE, Hughes AO. Defecation frequency and timing, and stool form in the general population: a prospective study.Gut 1992; 28: 1246-1250. 5. Thompson WG, Creed F, Drossman DA, Heaton KW, Mazzacca G. Functional bowel disease and functional abdominal pain. Gastroenterol Internat 1992; 5. 75-91. 6. Talley NJ, Weaver AL, Zinsmeister AR, Melton LJ. Functional constipation and outlet delay: a population-based study.Gastroenterology; 1993; 105: 781-790. 7. Camilleri M, Thompson WG, Fleshman JW, Pemberton JH. Clinical management of intractable constipation. Ann Intern Med 1994; 121: 520-528. 8. Murtagh J. Constipation. Aust Fam Physician 1990; 19: 1693-1697. 9. Blackstone MO, Kirsner JB. Clinical application of diagnostic tests in selected colonic disorders. In Phillips SF, Pemberton JH, Shorter RG, eds. The large intestine: physiology, pathophysiology, and disease. Raven Press, New York, 1991: 253-301. 10. Velio P, Bassotti G. Chronic idiopathic constipation: pathophysiology and treatment. J Clin Gastroenterol1996; 22: 190-196. 11. Bassotti G, De Giorgio R, Stanghellini V, Tonini M, Barbara G, Salvioli B, Fiorella S, Corinaldesi R. Constipation: a common problem in patients with neurological abnormalities. Italian Journal of Gastroenterology and Hepatology1998; 30: 542-548. 12. Schiller LR. Cathartics, laxatives, and lavage solutions. In Friedman G, Jacobson ED, McCallum RW, eds. Gastrointestinal pharmacology and therapeutics. Lippincott-Raven, Philadelphia, 1997: 159-174. 13. Schiller LR. Clinical pharmacology and use of laxatives and lavage solutions. J Clin Gastroenterol 1999; 29: 11-18. 14. Fioramonti J, Bueno L. Motor activity in the large intestine of the pig related to dietary fiber and retention time. Br J Nutr 1980; 43: 155-162. 15. Read NW. The relationship between colonic motility and trasport. Scand J Gastroenterol 1984; 19(suppl.93): 35-42. 16. Ashraf W, Park F, Lof J, Quigley EM. Effects of psyllium therapy on stool characteristics, colon transit and anorectal function in chronic idiopathic constipation. Alim Pharmacol Ther 1995; 9: 639-647. 17. Stephen AM, Cummings JH. Water-holding by dietary fibre in vitro and its relationship to fecal output in man.Gut 1979; 20: 722-729. 18. Jenkins DJA, Peterson RD, Thorne MJ, Ferguson PW. Wheat fiber and laxation: dose response and equilibration time. Am J Gastroenterol 1987; 82: 1259-1263. 19. Badiali D, Corazziari E, Habib FI, et al. The effect of wheat bran in the treatment of chronic nonorganic constipation. A double blind controlled trial. Dig Dis Sci 1995; 40: 349-356. 20. Spiller GA, Shipley EA, Chernoff MA, Cooper WC. Bulk laxative efficacy of a psyllium seed hydrocolloid and of a mixture of cellulose and pectin. J Clin Pharmacol 1979; 19: 313-320. 21. Zumarraga L, Levitt MD, Suarez F. Absence of gaseous symptoms during ingestion of commercial fibre preparations. Alim Pharmacol Ther 1997; 11: 1067-1072. 22. Lantner RR, Espiritu BR, Zumerchik P, Tobin MC. Anaphylaxis following ingestion of a psyllium-containing cereal. JAMA 1990; 20: 199-202. 23. Fine KD, Santa Ana CA Fordtran JS. Diagnosis of magnesium-induced diarrhea. N Engl J Med 1991; 324: 1012-1017. 24. Cocchetto DM, Levy G. Absorption of orally administered sodium sulfate in humans. J Pharm Sci 1981; 70: 331-333. 25. Hammer HF, Fine KD, Santa Ana CA, et al. Carbohydrate malabsorption: its measurement and its contribution to diarrhea. J Clin Invest 1990; 86: 1936-1944. 26. Lederle FA, Busch DL, Mattox KM, West MJ, Aske DM. Cost-effective treatment of constipation in the elderly: a randomized double-blind comparison of sorbitol and lactulose. Am J Med 1990; 89: 597-601. 27. Schiller LR, Emmett M, Santa Ana CA, Fordtran JS. Osmotic effects of polyethylene glycol. Gastroenterology1988; 94: 933-941. 28. Davis GR, Santa Ana CA, Morawski SG, Fordtran JS. Development of a lavage solution associated with minimal water and electrolyte absorption or secretion. Gastroenterology 1980; 78: 991-995. 29. DiPalma JA, Brady CE, Stewart DL, et al. Comparison of colon cleansing methods in preparation for colonoscopy. Gastroenterology 1984; 86: 856-860. 30. DiPalma JA, Brady CE, Pierson WP. Colonic cleansing: acceptance by older patients. Am J Gastroenterol 1986;81: 652-655. 31. Beck DE, DiPalma JA. A new oral lavage solution vs cathartics and enema method for preoperative colonic cleansing. Arch Surg 1991; 126: 552-555. 32. Ingebo KB, Hayman MB. Polyethylene glycol-electrolyte solution for intestinal clearance in children with refractory encopresis. Am J Dis Schil 1988; 3: 340-342. 33. Tolia V, Lin CH, Elitsur Y. A prospective randomized study with mineral oil and oral lavage solution for treatment of fecal impaction in children. Alim Pharmacol Ther 1993; 7: 523-529. 34. Andorsky RI, Goldner F. Colonic lavage solution (polyethylene glucol electrolyte lavage solution) as a treatment for chronic constipation: a double blind, placebo controlled study. Am J Gastroenterol 1990; 85: 261-265. 35. Corazziari E, Badiali D, Habib FI, et al. Small volume isosmotic polyethylene glycol electrolyte balanced solution (PMF-100) in treatment of chronic nonorganic constipation. Dig Dis Sci 1996; 41: 1636-1642. 36. Attar A, Lémann M, Ferguson A, et al. Comparison of a low dose polyethylene glycol electrolyte solution with lactulose for treatment of chronic constipation. Gut 1999; 44: 226-230. 37. Corazziari E, Badiali D, Bazzocchi G, Dal Monte PR, Bassotti G, et al. Long-term efficacy, safety and tolerability of low daily doses of isosmotic PEG electrolyte solution (PMF-100) in the treatment of functional chronic constipation. Gastroenterology 1999; 116: A 976. 38. Saunders DR, Sillery J, Rachmilewicz D. Effect of dioctyl sulfossucinate on structure and function of rodent and human intestine. Gastroenterology 1975; 69: 380-386. 39. Moriarty KJ, Kelly MJ, Beetham R, Clark ML. Studies on the mechanism of action of dioctyl sodium sulfosuccinate in the human jejunum. Gut 1985; 26: 1008-1013. 40. Goodman J, Pang J, Bessman AN. Dioctyl sodium sulfosuccinate: an ineffective prophylactic laxative. J Chronic Dis 1976; 29: 59-63. 41. Castle SC, Cantrell M, Israel DS, Samuelson MJ. Constipation prevention: empiric use of stool softeners questioned. Geriatrics 1991; 46: 84-86. 42. Hepner GW, Hofmann AF. Cholic acid therapy for constipation: a controlled study. Mayo Clin Proc 1973; 48: 356-358. 43. Josefson D. US to ban sale of many laxatives over the counter. BMJ 1997; 315: 627. 44. Ewe K. The physiological basis of laxatives action. Pharmacology 1980; 20: 2-20. 45. Preston DM, Lennard-Jones JE. Pelvic motility and response to intraluminal bisacodyl in slow-transit constipation. Dig Dis Sci 1985; 30: 289-294. 46. Hardcastle JD, Mann CV. Study of large bowel peristalsis. Gut 1969; 9: 512-520. 47. Bassotti G, Chiarioni G, Germani U, Battaglia E, Vantini I, Morelli A. Endoluminal instillation of bisacodyl in patients with severe (slow transit type) constipation is useful to test residual colonic propulsive activity. Digestion1999; 60: 69-73. 48. Jauch R, Hankwitz R, Beschke K, Pelzer H. Bis-(p-hydroxyphenyl)-pyridyl-2-methane: the common laxative principle of bisacodyl and sodium picosulfate. Arzneim Forsch Drug Res 1975; 25: 1796-1800. 49. Simon B, Kather H. Interaction of laxatives with enzymes of cyclic AMP metabolism from human colonic mucosa. Eur J Clin Invest 1980; 10: 231-234. 50. Karaus M, Sarna SK, Ammon HV, Wienbeck M. Effects of oral laxatives on colonic motor complexes in dogs.Gut 1987; 28: 1112-1119. 51. van Os FHL. Some aspects of the pharmacology of anthraquinone drugs. Pharmacology 1976; 14(suppl. 1): 18-29. 52. Leng-Peschlow E. Senna and its rational use. Pharmacology 1992; 44(suppl. 1): 1-52. 53. Ewe K. Effect of rhein on the transport of electrolytes, water, and carbohydrates in the human jejunum and colon. Pharmacology 1980; 20(suppl. 1): 27-35. 54. Pinea A, Olchovsky D, Bregman J, Kaplinsky N, Frankl O. Finger clubbing associated with laxative abuse. South Med J 1983; 76: 1071-1072. 55. Walker NI, Bennett RE, Axelsen RA. Melanosis coli: a consequence of anthraquinone-induced apoptosis of colonic epithelial cella. Am J Phatol 1988; 131: 465-476. 56. Kune GA, Kune S, Field B, Watson LF. The role of chronic constipation, diarrhea, and laxative use in the etiology of large-bowel cancer. Dis Colon Rectum 1988; 31: 507-512. 57. Nusko G, Schneider B, Ernst H, Wittekind C, Hahn EG. Melanosis coli - a harmless pigmentation or a precancerous condition? Z. Gastroenterol 1997; 35: 313-318. 58. Siegers CP. Anthranoid laxatives and colorectal cancer. Trends Pharmacol Sci 1992; 13: 229-231. 59. Rawson MD Cathartic colon. Lancet 1966; 1: 1121-1124. 60. Smith B. Effect of irritant purgatives on the myenteric plexus in man and the mouse. Gut 1968; 9: 139-143. 61. Muller-Lissner S. What has happened to the cathartic colon? Gut 1996; 39: 486-488. 62. Krevsky B, Maurer AH, Malmud LS, Fisher RS. Cisapride accelerates colonic transit in constipated patients with colonic inertia. Am J Gastroenterol 1989; 84: 882-887. 63. Soffer EE, Metcalf A, Launspach J. Misoprostol is effective treatment for patients with severe chronic constipation. Dig Dis Sci 1994; 39: 929-933. 64. Verne NG, Eaker EY, Davis RH, Sninsky CA. Colchicine is an effective treatment for patients with chronic constipation. An open-label trial. Dig Dis Sci 1997; 42: 1959-1963. 65. Peeters TL. Erythromycin and other macrolides as prokinetic agents. Gastroenterology 1993; 105: 1886-1899. 66. Jameson JS, Rogers J, Misiewicz JJ, Raimundo AH, Henry MM. Oral or intravenous erythromycin has no effect on human distal colonic motility. Alim Pharmacol Ther 1992; 6: 589-595. 67. Bassotti G, Chiarioni G, Vantini I, Morelli A, Whitehead WE. Effect of different doses of erythromycin on colonic motility in patients with slow transit constipation. Z Gastroenterol 1998; 36: 209-213. 68. Lewis JH, Weingold AB. The use of gastrointestinal drugs during pregnancy and lactation. Am J Gastroenterol1985; 80: 912-923.