Il quadro generale dei risultati disponibili in letteratura per quanto riguarda la possibilità/necessità di integrare una presenza farmaceutica attiva nei percorsi assistenziali coincide con due osservazioni complementari:
a. da una parte l’ininterrotto interesse, nei sistemi sanitari più diversi, nel verificare la utilizzabilità delle reti e delle competenze delle farmacie, nell’ottimizzazione dell’uno o degli altri aspetti e/o indicatori (sanitari, e/o gestionali, e/o economici) della gestione di particolari categorie di pazienti; b. la variabilità dei risultati ottenuti, nei diversi contesti e con le metodologie più diverse (che hanno incluso anche importanti trial clinici controllati) non fornisce indicazioni univoche per prendere decisioni sulla preferibilità di nessuna strategia, né di priorità da dare all’una o all’altra delle popolazioni croniche.
Mentre in Italia la politica della FOFI sembra muoversi specificamente nelle linee di sperimentare nel contesto italiano alcune esperienze inglesi, sembra importante garantire un contributo indipendente, ponendo contestualmente l’accento su due domande complementari: a. quali sono, nella percezione di un campione di farmacisti - privati e pubblici - rappresentanti di contesti assistenziali di buon livello, urbani e rurali, i problemi e le popolazioni che più ragionevolmente potrebbero desiderare/beneficiare della partecipazione di una pharmaceutical care nella gestione dei loro problemi, acuti e/o cronici? b. quale è la disponibilità - di MMG e/o di specialisti ambulatoriali e/o dell’uno o dell’altro componente istituzionale dei percorsi assistenziali - a definire-sperimentare il ruolo e la presenza della farmacia?
Sia la letteratura esistente che quanto si può derivare dalla realtà farmacologica/farmaceutica/prescrittiva/gestionale di un servizio sanitario in permanente evoluzione organizzativa e contrattuale, suggeriscono una prima tappa di verifica molto esplicita delle due domande per derivarne utili indicazioni di fattibilità.
Piano operativo 1. Si assume la realtà dell’ASL di RE come modulo di osservazione-valutazione sperimentale. 2. Si convocano in un gruppo di lavoro e nel contesto di un workshop rappresentanti di farmacisti, MMG, ASL, associazioni di consumatori-pazienti con cui si discutono:
il quadro di riferimento conoscitivo;
il contesto normativo-istituzionale attuale;
le modalità di possibili linee di intervento su aree di specifico interesse.
3. I risultati del gruppo di lavoro vengono sottoposti ad un campione di altri contesti italiani, per avere commenti/suggerimenti sulla trasferibilità. 4. Si attiva contestualmente una indagine puntiforme sulla percezione dell’idea da parte di un campione di “clienti” di farmacisti e medici nelle aree assistenziali, più promettenti. 5. Si procede sempre in parallelo ad una valutazione degli aspetti di sostenibilità/investimenti di risorse economiche.