Le referenze 1,2 sono infatti molto tecniche e precise, e coincidono con un invito ad una loro lettura molto attenta, in quanto:
1 - InFormAzione 1 è il titolo del rapporto dell'OISG (Osservatorio Italiano sulla Salute Globale): "dedicato all'informazione ed alla formazione, le basi essenziali per un agire consapevole che miri a ridurre le diseguaglianze": così "recita" la sua presentazione, cui si rimanda, non essendo qui ragionevole proporne anche solo una breve sintesi. Interessa invece – e molto – la ri-definizione (anche attraverso la sottolineatura grafica delle tre componenti della parola) dell'obiettivo di tutto il mondo dell'informazione sui farmaci: l'informazione è definita attraverso il suo obiettivo, che non è più solo un "oggetto" (farmaci; o sanità; o tecnologie; o legislazioni), ma un progetto: "ridurre le diseguaglianze". Se a questo apparente "corto-circuito" di ragionamento corrisponde un certo senso di spaesamento, o di fastidio ("ri-ecco le esortazioni e le buone intenzioni generiche…"), può essere un bene: mette infatti nelle condizioni giuste per ricordare un'altra definizione (che dovrebbe essere di riferimento assoluto per chi ha interesse ad usare i farmaci in modo ragionevole), che è quella data per i farmaci essenziali: tutti, e solo, quelli che aggiungono quantità e qualità alla vita della maggioranza di coloro che ne hanno bisogno.
2 - Tocca al New England Journal of Medicine, in un articolo che dice quasi tutto con la cifra di anniversario e l'interrogativo posti nel titolo 3, puntualizzare che questi corto-circuiti di somiglianze–rimandi a realtà verbalmente non coincidenti — salute-diseguaglianze; farmaci-salute — sono di fatto il problema principale di oggi. Oggi, come allora, continua, approfondita, una dissociazione di ruoli e di "civiltà":
3 - La letteratura che constata, documenta, approfondisce, esemplifica in modo diversificato i modi e le implicazioni di questa dissociazione è abbondante, e, per i luoghi in cui è pubblicata, "autorevole". Le referenze che vengono qui proposte sono puramente esemplificative: le ultime incontrate, prima di andare in stampa 3-11. Sembrano tra loro staccate, come la diseguaglianza dalla salute, ma non lo sono. E rimandano tutte, in modo reciprocamente complementare, alla domanda implicita nel titolo della prima citazione1: c'è qualche azione possibile da fare, al di là dell'in-formarsi?
4 - E' forse tempo di ritornare alla seconda delle due citazioni "associate" ai termini del titolo 2. Il testo cui si rimanda è importante per varie ragioni: chi lo scrive (due responsabili, entrambi indiani, una è una delle pochissime donne leader nel settore, di due dei dipartimenti più prestigiosi di salute pubblica, dai clinical trial alla genetica, non solo del Canada ma a livello mondiale); il contesto di riferimento (una serie di articoli, ed un editoriale, nello stesso numero di Lancet) 12-15, che è uno dei tentativi più complessivi (e più dissociati? la risposta la può dare ognuna/o, solo se legge, magari accontentandosi degli abstract delle overview) per fare il punto sul "dove siamo" nel rischio cardiovascolare; le proposte di lettura e di prospettiva che vengono fatte (anche qui l'invito a leggere è inevitabile); e finalmente il titolo: che è molto suggestivo: e perciò ambiguo? Dice la importanza-gravità del problema, che viene fatto coincidere (ancor di più dopo lo tsunami-con-componente-nucleare) con il simbolo stesso della drammaticità? ne dice la imprevedibilità? O la possibile de-drammatizzazione? La caratteristica di destino, prodotto dalla "natura", più o meno "provocata" dagli umani, o ...?
Che InFormAzione è necessaria-possibile se le malattie cardiovascolari nel mondo sono uno tsunami? Ma è vero? E chi lo decide? Per rispondere con tsunami di trattamenti di farmaci, o con la vecchia regola di un "camminare attento, come quello dei minatori che nelle miniere sanno che la luce è necessaria, ma che i gas possono esplodere" 16?
5 - Il cardiovascolare è il paradigma — oltre che una delle componenti più intensive, croniche, assistenzialmente gravose — della sanità. Ma anche della diseguaglianza. Quella sociale, tra nord e sud del mondo, tra Nord e Sud d'Italia (per esempio anche per l'obesità ed il diabete?) 17. E quella "dell'aggressività" con la quale si vogliono affrontare diagnosi, o malattie, trattamenti: toccando, o ignorando, o riconoscendone la in-modificabilità, gli "stili di vita" (che appartengono alla disuguaglianza-cultura? o alle ricette ± prescrittibili o rimborsabili?)? L'atteggiamento rispetto a queste domande, lo si sa, è più importante delle risposte, che continuano ad essere date, perfettamente tra loro contraddittorie 18-22: che azione per una in-formazione che obbliga al dubbio, alla gestione dell'incertezza, a ...?
Per concluderePer chi non fosse ancora annoiato, o confuso, o irritato, dai tanti inviti ad "andare a vedere-leggere", non accontentandosi di riassunti pronti-all'uso, due ultime proposte. Nella linea "dolce" (che non significa rassegnata: tutt'altro) dell'ascolto: come di chi è cosciente, inevitabilmente, che nella sanità e nella società, si vive un tempo che è come nell'imperdibile ultimo film di Clint Eastwood, HereAfter "dopo-e-ancora-qui", rispetto agli tsunami dei cambiamenti di paradigma di priorità e valori.
La prima è la lettura di un editoriale di un "saggio" della medicina, già editore storico del giornale cui ritorna con un contributo "divagante ma non troppo", per rimanere in tono con il titolo "musicale" 23: è un buon modello di InFormAzione.
La seconda è una lettura, nello stesso senso, in stile diverso, del bisogno di cambio culturale imposto dal vivere in tempi di tsunami. E' una lettera dei protagonisti di uno dei più grandi progetti di InFormAzione che siano mai stati realizzati, qui "da noi", a Barbiana: ricordano, come antichi allievi di quella scuola, la regola d'oro per tutti coloro che vogliono essere cittadini in un mondo, che, dentro e fuori la sanità, si vorrebbe ricondurre alla ripetitività delle leggi, o alla rassegnazione alle emergenze-tsunami, "proibendo" l'intelligenza:
"In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando avallano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate".
Nota Personale:
Questa nota "parte", mentre arriva la notizia dell'assassinio di Vittorio Arrigoni. Contro gli tsunami — falsi nelle informazioni che le "giustificano", e tragici nelle loro conseguenze — delle guerre e degli antiterrorismi, aveva riproposto all'infinito l'unica inform-azione della pace e della possibilità di restare umani.
1. Salute globale. Informazione per cambiare. 4° Rapporto dell'Osservatorio Italiano sulla Salute globale. Pisa: Edizioni ETS, 2011.
2. Anand SS, Yusuf S. Stemming the global tsunami of cardiovascular disease. Lancet 2011; 377:529-32.
3. Avorn J. Teaching clinicians about drugs--50 years later, whose job is it? N Engl J Med 2011 364:1185-7.
4. Faden RR, Chalkidou K. Determining the value of drugs - the evolving British experience. N Engl J Med 2011; 364:1289-91.
5. Pflumm M. Drugs development is cheaper than widely claimed, experts say. Nat Med 2011; 17:395.
6. The dangers of the fast track. Nat Med 2011; 17:389.
7. Haywood TT, Kosel KC. The ACO model - a three-year financial loss? N Engl J Med 2011; 364:e27.
8. Roland M, Rosen R. English NHS embarks on controversial and risky market-style reforms in health care. N Engl J Med 2011; 364:1360-6.
9. Iriart C, Franco T, Merhy EE. The creation of the health consumer: challenges on health sector regulation after managed care era. Global Health 2011; 7: 2.
10. Baldwin D, Woods R, Lawson R, Taylor D. Efficacy of drug treatments for generalised anxiety disorder: systematic review and meta-analysis. BMJ 2011; 342:d1199.
11. Almashat S, Preston C, Waterman T, Wolfe S, Public Citizen's Health Research Group. Rapidly increasing criminal and civil monetary penalties against the pharmaceutical industry: 1991 to 2010. www.citizen.org/hrg1924
12. An epidemic of risk factors for cardiovascular disease. Lancet 2011; 377:527.
13. Global Burden of Metabolic Risk Factors of Chronic Diseases Collaborating Group (Body Mass Index). National, regional, and global trends in body-mass index since 1980: systematic analysis of health examination surveys and epidemiological studies with 960 country-years and 9·1 million participants. Lancet 2011; 377:557-67.
14. Global Burden of Metabolic Risk Factors of Chronic Diseases Collaborating Group (Blood Pressure). National, regional, and global trends in systolic blood pressure since 1980: systematic analysis of health examination surveys and epidemiological studies with 786 country-years and 5·4 million participants. Lancet 2011; 377:568-77.
15. Farzadfar F, Finucane MM, Danaei G, Pelizzari PM, Cowan MJ, Paciorek CJ, Singh GM, Lin JK, Stevens GA, Riley LM, Ezzati M; Global Burden of Metabolic Risk Factors of Chronic Diseases Collaborating Group (Cholesterol). National, regional, and global trends in serum total cholesterol since 1980: systematic analysis of health examination surveys and epidemiological studies with 321 country-years and 3·0 million participants. Lancet 2011; 377:578-86.
16. Silverman WA. IN: Human experimentation: a guide step into the unknow. Oxford: Oxford University Press, 1985.
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23. Davidoff F. Music Lessons: What Musicians Can Teach Doctors (and Other Health Professionals). Ann Intern Med 2011;154:426-9.
Data di Redazione 02/2011