L'informazione sui farmaci prodotta dalle ditte potrebbe essere estesa anche ai cittadini: una minaccia per la saluta pubblica
ISDB
In ambito europeo sta prendendo sempre più corpo l'idea che anche le ditte farmaceutiche possano produrre informazioni sui farmaci per i pazienti1,2. Una proposta di legge in tal senso potrebbe essere presentata dalla Commissione già a settembre. Chiunque può verificare di persona quale potrebbe essere la scarsa qualità di questo genere di informazioni sanitarie leggendo il pacchetto informativo sul diabete, elaborato recentemente dal "Pharmaceutical Forum". Che il "Pharmaceutical Forum" possa essere pesantemente condizionato nelle sue decisioni dall'industria farmaceutica è un dato di fatto: si tratta, infatti, di un gruppo di lavoro, privo di qualsiasi legittimazione democratica, non certo orientato a tutelare gli interessi dei cittadini, formato da due commissari dell'Unione Europea, tre parlamentari europei, ministri degli Stati Membri, almeno 5 associazioni di industrie farmaceutiche, rappresentanti di professionisti sanitari e di assicurazioni. I rappresentanti dei pazienti che fanno parte del gruppo di lavoro provengono dall'European Patient's Forum, un'associazione finanziata dall'industria farmaceutica.
Secondo l'associazione che raggruppa le riviste indipendenti, l'International Society of Drug Bulletins (ISDB), l'industria farmaceutica non può essere una fonte di informazioni affidabile e sicura: pensare che questa possa essere vera informazione è ingenuo e confondere propaganda con informazione un errore. Al contrario, sarebbe invece necessario limitare l'influenza dell'industria sia sui pazienti che sui medici, migliorando l'utilizzo dei farmaci con informazioni attendibili, indipendenti e comparative in modo da mettere i pazienti, e i cittadini in generale, nelle condizioni di fare scelte consapevoli3.
Solo due paesi al mondo permettono che si possa fare pubblicità diretta ai cittadini per i farmaci da prescrizione: gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda. In entrambi i paesi, è stato dimostrato che questo tipo di informazione -che altro non è se non pubblicità- anziché migliorare lo stato di salute, lo peggiora. La strategia è collaudata: i messaggi delle ditte si concentrano su pochi farmaci molto prescritti, ne esaltano i benefici e nascondono i rischi, ottenendo come risultato di confondere i pazienti che finiscono col sollecitare i medici a prescrivere farmaci che altrimenti non utilizzerebbero. Nelle informazioni promozionali manca qualsiasi confronto con altri farmaci della stessa categoria terapeutica (così come peraltro avviene coi medici) e quindi i cittadini non hanno la possibilità di scegliere fra le diverse opzioni disponibili, potendo soppesare vantaggi reali e svantaggi.
Solo 5 anni fa il tentativo di introdurre nell'Unione Europea la pubblicità diretta ai consumatori non ha superato il vaglio del voto parlamentare: la stragrande maggioranza dei parlamentari (494 contro e solo 42 a favore) ha bocciato la proposta di legge. Tuttavia, gli attuali parlamentari sono in gran parte di nomina recente e conoscono ben poco, se non nulla, del dibattito che vi è stato in passato4.
In questo nuovo tentativo di introdurre nell'Unione Europea la pubblicità diretta ai cittadini si cerca di mistificare l'iniziativa come un modo "per migliorare la qualità dell'informazione disponibile per i cittadini". Dietro questa manovra vi è la regia del Pharmaceutical Forum. Perché mai ci si dovrebbe sedere allo stesso tavolo dell'industria per sviluppare una informazione diretta ai pazienti? I professionisti che operano nel campo della salute, i consumatori e le associazioni indipendenti dei pazienti, le autorità sanitarie non hanno certo avuto bisogno dell'industria farmaceutica per creare canali informativi indirizzati ai pazienti. In Europa, così come in molti altri paesi extraeuropei, oggi sono disponibili per il pubblico qualificate fonti di informazione3.
Le ditte produttrici confidano molto sul fatto che verrà loro concesso, in un prossimo futuro, di pubblicizzare i loro farmaci direttamente ai cittadini (o se questo non sarà possibile, altre forme di comunicazione che comunque "scavalchino" il medico): le varie agenzie di marketing stanno già organizzando seminari su come utilizzare al meglio questa nuova opportunità commerciale come fiorente fonte di guadagno. Questa intraprendenza delle ditte dovrebbe orientarsi più utilmente verso quanto stanno già facendo e che potrebbe essere fatto meglio, a partire dalla redazione di schede tecniche adeguate e di foglietti illustrativi dedicati espressamente al paziente.
La strada intrapresa dalla Commissione Europea e dal Pharmaceutical Forum va nella direzione sbagliata. Porterà inevitabilmente ad un uso ancora più indiscriminato dei farmaci, aumentandone il consumo complessivo, avrà un impatto negativo sulla salute (più effetti indesiderati, più errori medici) e il tutto si tradurrà in un aumento dei costi. Il mercato della salute non è un mercato come tutti gli altri e i pazienti non sono consumatori.
La soluzione esiste ed è più semplice di quanto si possa pensare: definendo criteri di registrazione dei farmaci che tengano conto della loro reale capacità di segnare un progresso rispetto a quelli già presenti sul mercato. Questo stimolerebbe la competitività tra le industrie farmaceutiche: sarebbe in questo caso il "mercato" a premiare i farmaci migliori, quelli che offrono un reale vantaggio terapeutico, come definito nella Dichiarazione dell'ISDB sull'innovazione terapeutica5. Rispetto alla quasi totalità delle attuali pseudo-novità e di farmaci me too (copie dei precedenti), questi farmaci non avrebbero bisogno di grandi sforzi promozionali, avendo nella loro stessa capacità di rispondere ai problemi di salute insoluti la forza per prevalere sugli altri.
Bibliografia 1. Pharmaceutical Forum "Public consultation on Health-related information to patients: the diabetes information package, and the quality principles" (available on: ec.europa.eu/enterprise/phabiocom/). 2. European Commission "Draft report on current practice with regard to provision of information to patients on medicinal products, in accordance with article 88a of Directive 2001/83/EC, as amended by Directive 2004/27/EC on the community code relating to medicinal products. 3. Joint declaration by HAI Europe, the ISDB, BEUC, the AIM and the Medicines in Europe Forum "Relevant information for empowered citizens" 3 October 2006: 9 pages. Website: www.isdbweb.org accessed 30 April 2007: 8 pages. 4. To learn more about this "historical background" read the text "BigPharma's health information: a growing danger in Europe" In Joint position of the Medicines in Europe Forum, the International Society of Drug Bulletins, Health Action International Europe "Health information: A clear division of roles is needed to protect public health" March 2007. Website: www.isdbweb.org : 2 pages. 5. ISDB Declaration on therapeutic advance in the use of medicines; Paris 15-16 November 2001. Website: www.isdbweb.org : 12 pages.Informazioni sui Farmaci, Anno 2007, n. 1