Nello Martini Direttore Gen. del Dip. Valutazione Medicinali e Farmacovigilanza - Ministero della Salute
L'invito a pubblicare su questo giornale una nota editoriale è giunto ed è stato accolto con piacere per due ragioni.
La prima e più immediata è quella di avere l'occasione di riconoscere apertamente i meriti di una pubblicazione che si identifica in larga misura con la storia dell'informazione pubblica e indipendente sui farmaci nel panorama italiano.
Molti di coloro che ancora oggi lavorano in questo settore hanno probabilmente un po' delle loro radici nel centro di documentazione delle FCR di Reggio Emilia, che è stato per lunghi anni anche il principale referente italiano sulla scena internazionale dell'informazione, specificamente attraverso i collegamenti e le iniziative congiunte con l'ISDB.
La seconda ragione per accettare l'invito è la sua coincidenza con una tappa importante nell'attività del Dipartimento Farmaci del Ministero della Sanità: la pubblicazione del Prontuario Nazionale, che è inviato a tutto il personale sanitario del SSN (medici, farmacisti e infermieri) che si propone come uno strumento concreto di lavoro, e quindi la possibilità di avere per la prima volta un testo unico di riferimento ufficiale per la prescrizione.
Simbolicamente, il Prontuario nazionale può essere visto:
come la conclusione di un percorso, non sempre semplice, che ha permesso al nostro Paese di riproporre il livello centrale come uno standard ufficiale di riferimento affidabile e visibile;
come le linee di base per l'attivazione di strategie di lungo periodo, che avranno come caratteristica quella di differenziare ed arricchire sempre più la componente più culturale e scientifica dell'informazione.
E' noto che le espressioni più importanti del cammino fatto sono state il lavoro della CUF e la pubblicazione del nuovo Bollettino del Ministero, di cui appare sempre più riconosciuta la qualità dei contenuti scientifici e, più generale, la funzione formativa.
Le tappe che si stanno aprendo vedono: a) l'attivazione di una serie di iniziative che coincidono con un forte coinvolgimento anche di gruppi esterni al Dipartimento ed al Ministero, al fine di rendere accessibile a tutto il personale del SSN testi come il BNF, Clinical Evidence, Medicines for Children; b) ancor più importante, una politica fortemente propositiva e partecipativa nei rapporti con le Regioni.
Se si considerano complessivamente le attività di informazione e di farmacovigilanza (adeguatamente sostenute a livello di risorse riconosciute nella Finanziaria) si può dire che si sta camminando con accettabile rapidità verso la costituzione di una vera e propria rete e di una massa critica di professionisti e strutture, competenti e capaci di promuovere un uso del farmaco orientato non solo agli aspetti scientifici, ma più in generale alla salute pubblica.
Si ricorda che nel frattempo:
è stato sviluppato ed ha ormai superato la fase pilota l'Osservatorio Nazionale sulla sperimentazione clinica;
si è rafforzato in modo particolare l'Osservatorio sulle prescrizioni ed i consumi dei medicinali;
sono stati approvati e sviluppati dei progetti ad hoc, che legano insieme registrazione e ricerca accompagnando e monitorando aree nuove, controverse, delicate del mondo della prescrizione (dai generici ormai in dirittura di arrivo, ai programmi nazionali mirati a patologie e popolazioni come i progetti IMPROVE e CRONOS): ciò legittima un'immagine del Ministero della Sanità come interlocutore vero di tutti coloro che si muovono nel mondo dell'informazione.
Questo passaggio non era forse pensabile alcuni anni fa, né può essere dato per acquisito e scontato né in Italia, ma neppure a livello di molti Paesi europei. La stagione che si apre deve essere considerata fortemente in movimento, lungo le principali linee di direzione:
Una politica di confronto, collaborazioni, complementarietà con quanto si fa e si dovrebbe fare a livello delle regioni.I meccanismi di finanziamento e gli strumenti comuni che si mettono a disposizione hanno bisogno di essere mirati a obiettivi che potranno e dovranno essere differenziati secondo le scelte ed i bisogni dei diversi contesti.Dovrebbe essere imprescindibile, e di grande interesse culturale e conoscitivo, dotarsi di strumenti di verifica di impatto di ciò che una informazione "istituzionale" può fare.I contenuti ed i modi di questi percorsi sono tutt'altro che definitivi, e saranno certo un test particolarmente esigente di verifica dei nuovi assetti istituzionali in campo sanitario tra il livello centrale e quelli regionali.
Una partita particolarmente critica è quella che collega l'informazione con la formazione permanente obbligatoria; si auspica realisticamente che le incognite preesistenti possano quantomeno rivelarsi delle potenzialità e fa parte degli auspici e delle potenzialità una forte collaborazione con quanti saranno più responsabili di questo settore, specialmente nell'ambito dei medici di medicina generale.
L'esigenza di lavorare secondo una logica basata sulle "evidenze" deve valere anche nel mondo dell'informazione, dato che è proprio in questo settore che si stanno ridefinendo anche le strategie di presenza e di marketing dell'Industria Farmaceutica su scala mondiale.
Non c'è dubbio che in questo senso sarà importante seguire molto attentamente ciò che potrà essere fatto con Farmindustria in termini collaborativi e quantomeno di reciproco rispetto dei ruoli, alla luce anche della recente enfasi attribuita al codice deontologico di comportamento, che è particolarmente critico per quanto riguarda l'informazione.
Nello spirito di una reale ricerca collaborativa (fatta non per affermazioni, ma con proposte concrete) un capitolo che deve trovare quanto prima forme più strette di articolazione è quello dei rapporti tra il Ministero della Sanità e le pubblicazioni o iniziative indipendenti nel settore della informazione.
Le modalità e le forme per passare dalle affermazioni alla realizzazione devono essere formulate quanto prima, nel quadro istituzionalmente già definito e finanziariamente assegnato.
Visto peraltro il nuovo ruolo del Bollettino del Ministero (che si spera risponda sempre meglio alle finalità che si è dato), è utile pensare a differenziazioni e complementarietà, per evitare ripetitività e sovrapposizioni.
Le premesse perché ciò avvenga ci sono e sono reali: è in fondo anche di questo che una breve riflessione come quella qui proposta voleva essere il segno.