Dal punto di vista di coloro che si interessano non solo dei singoli contenuti tecnici, ma della metodologia e della direzione complessiva dell'informazione sui farmaci (e di tutto ciò che questa implica ed evoca: dall'appropriatezza prescrittiva, alle preoccupazioni e strategie di contenimento dei costi, agli accreditamenti ECM, per non citare che i capitoli più importanti), questo autunno 2004 può essere considerato un vero e proprio corso intensivo di cui richiedere obbligatoriamente la frequentazione, con tanto di verifica finale del grado di comprensione e di apprendimento. Le ragioni di questa affermazione non hanno bisogno di essere molto dettagliate: a. hanno come punto di partenza l'invito ad utilizzare in modo attivo la Tabella riportata in fondo all'articolo, che adotta criteri di citazione anomali, rimandando ad un coinvolgimento personale nella verifica della pertinenza dei riferimenti bibliografici; b. possono tener conto degli spunti di riflessione che seguono.
1. I capitoli di farmacologia-terapia citati nella Tabella sono tra quelli che negli ultimi anni hanno più a fondo inciso non solo sulla quantità delle prescrizioni, ma ancor di più sulla loro logica complessiva e sulla cultura più generale che guida l'assistenza: in vario modo hanno infatti rappresentato altrettanti modelli di veicolazione ed accreditamento di che cosa è oggi una novità (di cui è "dovuta" la rimborsabilità), in forza dell'uso combinato o alternato di due "postulati", che pretendono di coincidere con gli aspetti più attraenti e qualificanti dell'agire medico: a. è giusto essere sempre più "specifici" e "selettivi" per essere sempre più "sicuri" e rispettosi della qualità della vita dei singoli; b. quando non ci sono risposte univocamente robuste per malattie serie-incurabili, gli "end-points soft", (es. scale funzionali, o di benessere) non sono più un surrogato incerto, su cui fare ricerca ancor più seria, ma sono una evidenza già sufficiente di cui assicurare la fruibilità.
2. Di questi capitoli così centrali nelle priorità delle preoccupazioni prescrittive, la letteratura citata (che non ha da invidiare nulla e nessuno in termini di impact factor!) si è interessata sostanzialmente in termini di "cronaca giudiziaria". In modo estremamente esplicito per quanto riguarda antidepressivi ed inibitori selettivi della COX-2, fino a coinvolgere in modo radicale il ruolo stesso delle autorità competenti; come la reiterazione di un dubbio più che serio sulla fondatezza di una spesa pubblica tutt'altro che banale per strategie preventivo-terapeutiche che dovrebbero essere oggetto di ricerca continua (profit e non-profit), e soggette ad un obbligo di rendicontazione molto preciso. (Si è tutti molto ansiosi di una lettura in termini di spesa-salute pubblica del CRONOS, così come della ancor più lunga e misteriosa storia degli interferoni).
3. Il primo messaggio della "scuola di informazione" di questo autunno 2004 sembra dunque discernere l'affidabilità dell'informazione in campo farmacologico-terapeutico. E' imprescindibile una tranquilla e strutturale cultura del sospetto di fronte a tutto ciò che con la suggestiva dolcezza delle motivazioni sopra ricordate (=maggiore sicurezza, più autonomia, qualità della vita,..) promette e garantisce (con un "democratico" coinvolgimento di pazienti ed opinione pubblica) vie di uscita, o di gestione, per problemi fino a ieri irrisolti.
4. Le riviste da cui sono riprese le "cronache giudiziarie" sono allo stesso tempo quelle impegnate in primo piano contro i conflitti di interesse, e quelle che hanno con le loro pubblicazioni garantito la credibilità scientifica dei farmaci in discussione. Sono anche quelle che fanno riferimento ai dati di farmacoeconomia e di carichi assistenziali, dimenticandone l'ambivalenza tra il "data dredging" dei conti fatti retrospettivamente, e la approssimazione di proiezioni, fatte su misura non per stimare, ma per "promuovere" l'esistenza dei problemi. Dice la scuola di formazione sull'informazione: non c'è da stupirsi, né da scandalizzarsi, né da rinforzare i buoni propositi di etica. Come per il mercato globale generale, i codici di condotta (che possono essere anche linee-guida che giurano sulla normatività delle evidenze ufficiali: v. NICE) sono sempre a rischio di essere semplicemente tranquillanti per le pubbliche relazioni. Per orientarsi, più che le buone intenzioni, è bene sapere semplicemente dove si è: che è ciò di cui parla la seconda parte della Tabella.
5.Le "novità della medicina" ricordano che: a. il mondo dei farmaci è molto piccolo, anche se fa molto rumore, e tende ad occupare tutti gli spazi disponibili, proprio come si addice alla cultura attuale dell'informazione massmediale, senza preoccuparsi di ciò che è vero o falso, lodevole o scandaloso, da adottare o da perseguire; b. per accorgersene, e prenderne le distanze minime necessarie per orientarsi, è bene guardare, negli stessi giornali, e negli stessi giorni o tempi, ad altri titoli e ad altri scenari; c. le informazioni che i contributi scientifici di questi autori forniscono hanno gli stessi obiettivi di metodologia-affidabilità di informazione: trattano anch'esse di come ridurre danni e dolori, sofferenze e malattie; differiscono tuttavia in termini di scelta e di applicabilità di end-points: fanno entrare in scena grandi popolazioni reali, il loro morire che si può evitare, il diritto a vivere che si può garantire.
6. La cultura che viene proposta da questa letteratura (parallela? complementare? non-ortodossa?) definisce una medicina che deve e può interfacciarsi con la società (ed i suoi mercati: di armi, o di ricette economiche o di cibi in surplus che hanno lo "strano" effetto di aumentare [lo dice ufficialmente la FAO] i morti di "semplice" fame) in modo diverso da quello sostanzialmente passivo o dipendente che caratterizza il mondo dei farmaci. Dice che uno sguardo medico di questo tipo non solo è possibile e dovuto, ma anche molto stimolante: dal punto di vista della originalità e del rigore metodologico, della produttività conoscitiva, delle implicazioni di salute pubblica, della capacità di far capire le articolazioni causali. I lavori cui rimanda la bibliografia della Tabella non sono di politica-etica: occupano uno spazio privilegiato tra le pubblicazioni "top" di ciò che si ha a disposizione per studi caso-controllo, clinical trial, tecniche statistiche di analisi.
7.In questa "scuola di informazione" i certificati di apprendimento non si quantificano né verificano; anche perché, come tutte le ECM vere, la scuola non si conclude in funzione del tetto di punti: è curiosa, preoccupata, partecipe, corresponsabile della realtà, che, al di là della letteratura, si ripropone, ogni giorno uguale e diversa, nella pratica, non solo medica, né tanto meno prescrittiva.
Le novità dei farmaci
a) La originalità-specificità degli SSRI entra a far parte, in UK ed in USA, del grande capitolo delle "frodi informative", rispetto all'autorità regolatoria ed al pubblico, con una accentuazione, specifica, non esclusiva, per ciò che riguarda età pediatrica ed adolescenza.
Whittington CJ et al. Selective serotonin reuptake inhibitors in childhood depression: systematic review of published versus unpublished data. Lancet 2004;363:1341-5.
- Jureidini JN. Efficacy and safety of antidepressants for children and adolescents. BMJ 2004;328:879-83.
- Wong IC et al. Use of selective serotonin reuptake inhibitors in children and adolescents. Drug Saf2004;27:991-1000.
- McCombs J.Making research data available: an ethical imperative demonstrated by the SSRI debacle. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 2004; 43:512-4.
-Sibbald B. Legal action against GSK over SSRI data. CMAJ 2004; 171:23.
b) La lunga telenovela della FV su rofecoxib diventa un capitolo centrale dei giochi in borsa, delle diatribe assicurative, del "salvataggio solidale" della "classe terapeutica" da parte dei concorrenti. Nel frattempo, si è consolidato silenziosamente l'accordo che, rispetto ai FANS, le affermazioni di novità non sono tanto solide!
-Topol EJ. Failing the public healthrofecoxib, Merck, and the FDA. N Engl J Med 2004; 351:1707-9.
-Fitzgerald GA. Coxibs and cardiovascular disease. N Engl J Med 2004; 351:1709-11.
- Juni P et al. Risk of cardiovascular events and rofecoxib: cumulative meta-analysis. Lancet 2004; 364: 2021-9.
- Oakley G Jr. Lessons from the withdrawal of rofecoxib: Observational studies should not be forgotten. BMJ2004; 329:1342.
- Oberholzer-Gee F et al. Merck's recall of rofecoxib - a strategic perspective. N Engl J Med 2004;351:2147-9.
- Langton PE et al. Cardiovascular safety of rofecoxib (Vioxx): lessons learned and unanswered questions.Med J Aust 2004; 181: 524-5.
- Lenzer J. US government agency to investigate FDA over rofecoxib. BMJ 2004; 329: 935.
- Dieppe PA et al. Lessons from the withdrawal of rofecoxib. BMJ 2004; 329: 867-8.
c) Dopo tanti trial, di cui era riconosciuta la incapacità di "rappresentare" in modo adeguato i problemi e le popolazioni, un trial su donepezil, "ragionevolmente" rappresentativo, dà risultati "nulli" per quanto riguarda il profilo di efficacia, la cui "trasferibilità alla popolazione" era/è oggetto di monitoraggio, e spesa pubblica.
- AD2000 Collaborative Group. Long term donepezil treatment in 565 patients with Alzheimer's disease (AD2000): randomized double blind trial. Lancet 2004; 363: 2105. ibid 2100 (commentary).
d) L'interferone nella sclerosi multipla continua a porre domande sulla efficacia, quella in sé e quella trasferibile, sulle placche e sull'autonomia di vita, sui tempi, le dosi.
- Miller DH. Brain atrophy, interferon beta, and treatment trials in multiple sclerosis. Lancet 2004; 364: 1463-4.
e) Le evidenze usate per formulare raccomandazioni e linee guida da parte di NICE (UK) non sembrano essere sempre, né perfettamente, bilanciate.
- Hartung HP. NICE and drugs for multiple sclerosis. National Institute of Clinical Excellence. Lancet 2000;356: 1114.
- Barbour V. Imatinib for chronic myeloid leukaemia: a NICE mess. Lancet 2001; 358: 1478
- Rajaratnam G et al. Imatinib for chronic myeloid leukaemia: a NICE mess. Lancet 2001; 358: 1902.
- O'Brien SG. Imatinib for chronic myeloid leukaemia: a NICE mess. Lancet 2001; 358: 1902-3
- Goldman J, et al. Not so NICE for CML. Lancet 2002; 359: 2036.
- Smith R. The failings of NICE. BMJ 2000; 321: 1363-4
- Walker R. The failings of NICE. "Spinning" is not nice. BMJ 2001; 322: 490.
-Kmietowicz Z. NICE widens patient group for leukaemia drug. BMJ 2002;325:852.
Le novità della medicina
f) Lo studio Interheart documenta, a livello di 52 Paesi, del Nord e del Sud del mondo, che il rischio cardiovascolare attribuibile alle popolazioni è sostanzialmente dipendente da stili e contesti di vita, e prevenibile.
- Yusuf S for INTERHEART Study Investigators. Effect of potentially modifiable risk factors associated with myocardial infarction in 52 countries (the INTERHEART study): case-control study. Lancet 2004; 364: 937-52.
- Rosengren A et al. for INTERHEART investigators. Association of psychosocial risk factors with risk of acute myocardial infarction in 11119 cases and 13648 controls from 52 countries (the INTERHEART study): case-control study. Lancet 2004; 364: 953-62.
g) Tocca ad un gruppo di epidemiologi, medici, infermieri dare almeno il diritto di visibilità ai 100.000 morti civili iracheni, che la comunità militare-civile non conta, con un lavoro di campo esemplare per metodologia, coraggio, tempestività: l'informazione scientifica diventa immediatamente "cronaca di diritto" nei mass-media. L'articolo pertinente è facilmente riconoscibile: la lettura obbligatoria.
- Roberts L et al. Mortality before and after the 2003 invasion of Iraq: cluster sample survey. Lancet 2004;364: 1857-64.
h) A livello di Paesi del Sud si documenta (gli articoli sono tanti, diversi, tra loro a volte dialettici, a volte complementari: si può scegliere) che il beneficio più grande degli interventi, anche per malattie infettive, non è la specificità dell'uno o dell'altro intervento: è il fatto semplice, ma fondamentale, di poter vivere in un contesto culturale e politico dove si è deciso di intervenire, e di non lasciare che le cose [non] vadano per loro conto.
-Tessa Richards et al. Poor countries make the best teachers: discuss. BMJ 2004; 329: 1113-1114.
- Christianson A. et al. Lessons from thalassaemia screening in Iran. BMJ 2004; 329: 1115-1117.
- Kwame McKenzie et al. Learning from low income countries: mental health. BMJ 2004; 329: 1138-1140.
- Hamish S F et al. An information system and medical record to support HIV treatment in rural Haiti. BMJ2004; 329: 1142-1146.
- Freddy Perez et al. Prevention of mother to child transmission of HIV: evaluation of a pilot programme in a district hospital in rural Zimbabwe. BMJ 2004; 329: 1147-1150.
- Zulfiqar A Bhutta et al. Reducing length of stay in hospital for very low birthweight infants by involving mothers in a stepdown unit: an experience from Karachi (Pakistan) BMJ 2004;329: 1151-1155.
- Costello A. Reducing maternal and neonatal mortality in the poorest communities. BMJ 2004; 329: 1166-1168.
- Hogerzeil HV. The concept of essential medicines: lessons for rich countries. BMJ 2004; 329: 1169-1172.
- Gwatkin DR et al. Making health systems more equitable. Lancet 2004; 364: 1273-80.
Bibliografia
Articoli principali, editoriali, commenti speciali, dossier di NEJM, Lancet, BMJ tra Settembre-Novembre 2004: la scelta è molto ampia tanto da non far preoccupare per la completezza della ricerca: basta anche puntare ad individuare-leggere un 50% dei lavori pertinenti.
Per ciascun punto della Tabella sono riportati, a titolo di esempio, alcuni riferimenti.