La tromboembolia polmonare (TEP) non è una entità clinica a sé stante ma, insieme alla trombosi venosa profonda (TVP), rappresenta la manifestazione di un unico processo patologico: la malattia tromboembolica venosa o tromboembolia venosa (TEV). I fattori di rischio sono gli stessi e la TEP rappresenta un reperto occulto nel 40% circa dei casi di TEV. Si stima che negli USA, dei 300.00 decessi annuali TEV-correlati, il 7% sia di TEV, il 34% di embolia polmonare improvvisa e fatale e il 59% di TEP non riconosciuta e non trattata. Sempre negli USA, due terzi dei casi di TEV sintomatici sono legati a ricovero ospedaliero e differenziati in modi diversi a seconda della patologia di base (Tabella 1)
Tabella 1. Stime di TEV a seconda della patologia di base1Tipo di malattia | casi annuali |
TEV | 13,4 milioni |
Casi chirurgici a rischio moderato-alto | 5,8 milioni (43,2%) |
Casi medici con comorbidità (cancro, scompenso cardiaco, ictus) | 7,6 milioni (56,8%) |
La TEP inizia in genere dalla propagazione di un trombo venoso dalla regione pelvica o dagli arti inferiori; da qui il coagulo arriva alla vena cava inferiore, al cuore destro e alle arterie polmonari. La TEP può presentarsi come evento singolo episodi recidivanti. Ha una mortalità variabile dal 2% al 10% con una terapia adeguata (prevalente nei primi 3 mesi dalla diagnosi2) e del 30% circa nei casi non trattati.
Quadro clinico I segni e i sintomi della TEP non sono specifici e per questo viene spesso definita "il grande imitatore"3. Il quadro di presentazione è molto variabile. Nei casi più gravi la TEP può manifestarsi con un quadro di shock o come arresto cardiaco improvviso. Negli altri casi i sintomi possono andare dalla tipica triade di dolore toracico tosse, dispnea ed emottisi alla presenza di uno solo o due di questi sintomi, in varie combinazioni. Il dolore toracico può essere di tipo pleuritico, a causa di emboli distali che provocano zone di infarto polmonare, o gravativo, da ischemia del ventricolo destro. Sono comuni anche tachicardia e tachipnea (Tabella 2).
Tabella 2. Sintomi e segni di tromboembolia polmonare.Sintomi | Segni |
Morte improvvisa | Quadro di arresto CC |
Dolore toracico pleuritico | Sfregamento pleuritico (o MV normale) |
Dispnea | Tachipnea (non ortopnea) |
Tosse/emottisi | Tachicardia |
Sincope | Ipotensione, talvolta episodica |
Dispnea nell'alzarsi | Ansia apparente |
Edema da scompenso cardiaco destro | IV suono cardiaco |
Asintomatico | Nessuno dei precedenti |
Possono essere presenti infine sincope, tosse, febbre non elevata, ipotensione, cianosi, segni di TVP, sfregamenti pleurici e segni radiologici di consolidamento polmonare4. In molti casi la TEP decorre in modo asintomatico e non viene riconosciuta5. Di rado, episodi di TEP cronicamente recidivanti possono risultare in un quadro di ipossia cronica, ipertensione polmonare o scompenso cardiaco destro. Una ulteriore difficoltà nel riconoscere clinicamente una TEP deriva dal fatto che spesso molti pazienti che sviluppano una TEP sono portatori anche di problemi cardiovascolari o pleuro-polmonari che si manifestano con sintomi analoghi6. Nella diagnosi differenziale, è utile ricordare alcune patologie che possono presentarsi con la stessa sintomatologia (Tabella 3).
Tabella 3. Diagnosi differenziale di TEPPolmonite, asma, BPCO |
Scompenso cardiaco congestizio |
Pericardite |
Pleurite: sindrome virale, costocondrite, dolorabilità muscolo-scheletrica |
Frattura costale, pneumotorace |
Sindrome coronarica acuta |
Ansia |
Stratificazione del rischio
"Test clinici, sintomi e test di laboratorio non permettono né di escludere né di confermare un'embolia polmonare acuta, ma aumentano l'indice di sospetto"9. In caso di sospetto diagnostico di TEP, occorre valutare la probabilità clinica di malattia come momento iniziale di un processo di stratificazione del rischio. Tutte le linee-guida ed i protocolli diagnostici si fondano infatti su questo presupposto. La valutazione della probabilità clinica si basa su anamnesi, esame obiettivo e a volte sul risultato di esami di laboratorio o strumentali che vengono integrati all'interno di scale numeriche per calcolare la probabilità di trovarsi di fronte ad un paziente con TEP. Per esempio, nel caso della scala più nota e utilizzata, quella proposta da Wells (Tabella 4), la probabilità di TEP è del 3% nei casi con punteggio basso, del 20-30% in quelli con punteggio intermedio e del 60-70% in quelli con punteggio elevato.
Segni e sintomi | Punteggio | % con TEP confermata |
Segni e sintomi compatibili con TVP | 3 | |
Frequenza cardiaca>100 | 1,5 | |
Immobilizzazione a letto>3 giorni | 1,5 | |
Tregressa TVP o TEP | 1,5 | |
Emottisi | 1 | |
Neoplasia con terapia in atto o sospesa da <6 mesi | 1 | |
TEP più probabile di altre diagnosi | 3 | |
Bassa probabilità | <2 | 3% |
Media probabilità | 2-6 | 20-30% |
Alta probabilità | >6 | 60-70% |
L'attribuzione di una probabilità di malattia consente di identificare i test diagnostici più indicati (dai meno ai più invasivi) e di interpretarli correttamente (vedi oltre) Quando la diagnosi di TEP sia stata raggiunta con certezza, diventa importante stratificare il rischio di complicanze o di morte per guidare la terapia e per identificare il reparto più appropriato per il ricovero. In base alla loro storia, al quadro clinico e all'evoluzione, i pazienti sono divisi in due categorie ovvero a rischio basso-intermedio e a rischio alto, detti anche stabili e instabili (Tabella 5).
Tabella 5. Caratteristiche della TEP nei pz a rischio basso/intermedio o altoMortalità precoce da TEP | Marcatori di rischio | Potenziali implicazioni per il trattamento | ||
Clinici (shock o ipotensione) | Disfunzione ventricolo destro (ecocardiografia) | Sofferenza miocardica (troponina) | ||
Alto rischio >15% | SI | (SI)° | (SI)° | Embolectomia o trombosi |
Rischio intermedio 3-15% | No | Si | Si | Ricovero ospedaliero |
Si | No | |||
No | Si | |||
Rischio basso <1% | No | No | No | Dimissione precoce o gestione domiciliare |
Monitoraggio e terapia
La scelta delle diverse possibilità di trattamento dipende dal rischio di mortalità e di complicanze del soggetto (Tabella 5). In tutti i casi, il paziente deve essere trattato con ossigeno con una quantità idonea a correggere l'ipossiemia (cannula nasale o con maschera di Venturi o maschera con reservoir).
Iniziare immediatamente la terapia con bolo di eparina non frazionata |
In caso di ipossiemia, somministrare ossigeno |
Correggere l'ipotensione sistemica con farmaci vasopressori e inotropi per contrastare l'insufficienza del ventricolo destro. Nei pazienti con bassa gittata sistolica e PA normale si possono usare dobutamina o dopamina; in caso di ipotensione grave, noradrenalina o adrenalina |
Evitare l'infusione massiva di liquidi |
In caso di arresto cardiaco, shock cardiogeno o ipotensione arteriosa persistente (PAS<90 mmHg o calo pressorio >40 mmHg per 15 minuti non dovuto ad aritmia, sepsi o ipovolemia) considerare trattamento trombotico |
Nei pazienti ad alto rischio e controindicazione assoluta alla trombosi o dopo fallimento della trombolisi considerare l'embolectomia polmonare chirurgica |
Iniziare la terapia anticoagulante con eparina a basso peso molecolare o fondaparinux mentre sono in corso gli accertamenti |
Nei pazienti a rischio di sanguinamento e in quelli con insufficienza renale, preferire l'eparina non frazionata con un aPTT range di 1,5-2,5 |
Continuare la terapia anticoagulante parenterale per almeno 5 giorni e sospenderla solo quando la concomitante terapia con dicumarolici ha ottenuto per 2 giorni di seguito valori di range di INR |
Considerare l'uso dei trombolitici solo nei pazienti a rischio intermedio con sintomatologia di rilievo e basso rischio emorragico |
I pazienti con problemi particolari
Le donne in gravidanza a rischio di TEP richiedono una diagnosi accurata; tutti i presidi diagnostici, compresa la TC, possono essere usati senza rischi significativi per il feto2. Una CUS positiva consente di porre indicazione al trattamento evitando qualsiasi esposizione a radiazioni. In considerazione della teratogenicità dei dicumarolici si raccomanda un trattamento con una eparina a basso peso molecolare da continuare per almeno 3 mesi dopo il parto. Il pazienti con malattia neoplastica attiva presentano una condizione predisponente lo sviluppo e la recidiva della TEV, ma questo non autorizza uno screening routinario di TEP. In caso di conferma di TEP si raccomanda il trattamento con una eparina a basso peso molecolare per un minimo di 3-6 mesi, da continuare comunque sino a quando la malattia è attiva. In questi pazienti infatti la terapia eparinica a lungo termine si è dimostrata più efficace di quella con dicumarolici. I pazienti con trombi del cuore destro, in particolare se mobili, manifestano un aumento significativo della mortalità precoce da TEP. In questi casi mancano dati definitivi sulla migliore strategia, ma è richiesto un trattamento immediato così che si continua a discutere dell'efficacia dei trombolitici e dell'embolectomia.
Modalità di somministrazione dei farmaci
Eparina non frazionata
Viene somministrata per infusione endovenosa continua con un controllo PTT ogni 6 h, partendo con un bolo iniziale di 60-100 U/kg (in un adulto di 70 kg, 5.000-6.000 UI) e proseguendo con infusione con pompa siringa di 18 U/kg/h con questa velocità d'infusione programmata:
se il peso in Kg è | 50 | 60 | 70 | 80 | 90 | 100 |
allora le UI/h sono | 900 | 1.080 | 1.260 | 1.440 | 1.620 | 1.800 |
PTT ratio | Bolo supplementare/stop | Modifica infusione | Controllo PTT |
<1,2 | 80 Ul/Kg | +4 Ul/kg/h | Dopo 6 h |
1,2-1,5 | 80Ul/kg | +2 Ul/kg/h | Dopo 6 h |
1,5-2,3 | - | 0 | Dopo 6 h |
2,3-3,0 | - | -2 Ul/kg/h | Dopo 6 h |
>3 | STOP infusione per 1h | -4 Ul/kg/h | Dopo 6 h |
Alteplase (r TPA) Si inizia con un bolo di 10 mg, seguito da una infusione endovenosa in 2 ore di dosi variabili in base al peso corporeo sino a una dose massima complessiva di 100 mg:
se il peso in Kg è | 40-45 | 46-50 | 51-55 | 56-60 | 61-65 | 66-70 | >70 |
allora i mg sono | 60 | 65 | 70 | 75 | 80 | 85 | 90 |
Eparine a basso peso molecolare
L'enoxaparina e la dalteparina vengono utilizzate alla dose di 1 mg/kg (o 100 U/kg) per via sottocutanea ogni 12 ore14.
Fondaparinux
La dose, da somministrare per iniezione sottocutanea ogni 24 ore, varia in funzione del peso corporeo: 5 mg (< 50 kg), 7,5 mg (50-100 kg) e 10 mg (> 100 kg). Il fondaparinux deve essere usato con molta cautela nei pazienti a maggior rischio di sanguinamento (es. anziani, a basso peso corporeo, con ulcere gastrointestinali attive o emorragie intracraniche recenti)15. E' controindicato nei pazienti con insufficienza renale grave (clearance creatinina < 20 ml/min).
Warfarin
Nei pazienti che necessitano di un'azione anticoagulante rapida, la dose d'induzione del warfarin è di 10 mg il primo giorno (5 mg possono essere usati negli anziani e nei soggetti a maggior rischio di sanguinamento); le dosi successive dipendono dal tempo di protrombina espresso come INR. La dose di mantenimento è compresa tra 3 e 9 mg al giorno con l'obiettivo di un INR di 2-316. Sono necessarie almeno 72 ore perché si sviluppi pienamente l'effetto anticoagulante.
Farmaco | Se | Preparare | Iniziare | Dose (pz 70 Kg) |
Dobutamina | Ipotensione moderata | 1 fiala in 250 ml di fisiologica | 5 mcg/kg/min | 21 ml/h |
Dopamina | Shock | 1 fiala in 250 ml di fisiologica | 5 mcg/kg/min | 25 ml/h |
Noradrenalina | Shock | 4 fiale in 250 ml di glucosata | 1-2 mcg/min o 4-8 ml/h | - |
Quando proseguire il trattamento orale?
La durata del trattamento di mantenimento con warfarin varia in funzione dell'andamento della malattia nel tempo, come pure in relazione a fattori genetici, personali o contingenti (Tabella 8). Le evidenze cliniche sono incomplete e il consenso tra gli Autori e le diverse linee guida non è assoluto. Nei pazienti in terapia a lungo termine il rapporto beneficio/rischio della terapia deve essere rivalutato periodicamente.
Condizione | INR | Durata |
Primo episodio transitorio in paziente con fattori di rischio reversibili | 2-3 | 3-6 mesi |
Primo episodio idiopatico | 2-3 | 6-12 mesi, considerare terapia a lungo termine |
Secondo episodio idiopatico | 2-3 | Terapia a lungo termine |
TEP in paziente con cancro (preferire eparina a basso peso molecolare nei primi 3-6 mesi) | 2-3 | Fino a guarigione del cancro o terapia a lungo termine |
TEP in paziente con anticorpi antifosfolipidi o 2 alterazioni trombofiliche | 2-3 | 6-12 mesi, considerare terapia a lungo termine |
TEP ricorrente con 2 o più episodi | 2-3 | Indefinita |