La storia
La prima epidemia influenzale riportata dagli archivi storici è quella verificatasi a Parigi nel 1412; altre terribili epidemie sono state descritte successivamente nel 1669, nel 1733, nel 1773 e nel 1889. Anche l'interesse per la prevenzione dell'influenza non è degli ultimi anni: nel terribile periodo dell'epidemia da "febbre spagnola", alla fine del 1918, furono largamente utilizzate a scopo profilattico maschere imbevute di trementina e piccole dosi di chinino.
La malattia
L'influenza è una malattia molto comune nell'uomo; nella maggior parte dei casi causa la classica "sindrome influenzale", caratterizzata soprattutto da flogosi delle vie aeree superiori, febbre alta e profonda astenia. La malattia dura in genere una settimana o poco più senza complicanze e non abbisogna di ospedalizzazione, né di terapie specifiche.
L'influenza non porrebbe quindi particolari problemi di sanità pubblica, se non fosse per due ordini di motivi, davvero importanti:
gli anziani e le persone di qualsiasi età affette da malattie croniche quali quelle cardiache, respiratorie o metaboliche, possono morire a causa dell'influenza o delle sue complicanze;
l'influenza si presenta ad ondate epidemiche di vasta portata, che colpiscono contemporaneamente molte persone in età lavorativa, le quali sono costrette ad astenersi dall'attività per un certo periodo di tempo. Le assenze dal lavoro numerose e contemporanee sono causa non solo di un importante danno economico sia alle aziende sia all'assistenza pubblica, ma anche di gravi lacune nell'erogazione di servizi essenziali (come ad esempio gli stessi servizi sanitari).
L'epidemiologia
Ogni anno si presentano epidemie influenzali in tutto il pianeta, provocate da virus con variazioni antigeniche rispetto all'anno precedente modeste (il cosiddetto antigenic drift) o nulle; nel nostro emisfero è interessato generalmente il periodo stagionale gennaio-aprile.
La morbilità varia da epidemia a epidemia, ma è stato calcolato che oscilli per lo più tra il 10% e il 20% .
Con periodicità variabile e non prevedibile, si sono verificate variazioni antigeniche maggiori (antigenic shift) (Tabella 1), responsabili delle "pandemie" che, proprio a causa di una scarsa correlazione con il patrimonio anticorpale della popolazione, colpiscono un numero di persone ancora superiore, spesso con complicanze più frequenti e/o più gravi.
Vaccinazione
Della vaccinazione antinfluenzale abbiamo scritto più volte in precedenza sul bollettino1. Vale la pena qui ricordare che l'efficacia degli attuali vaccini è provata rispetto ai seguenti obiettivi:
riduzione dell'incidenza dell'influenza, di malattia respiratoria e/o di polmonite nella popolazione giovane (70-90%) e nella popolazione anziana (30-50%);
riduzione dell'ospedalizzazione della popolazione ultrasessantacinquenne per cause influenza-correlate (30-70%);
riduzione della mortalità per cause influenza-correlate e della mortalità complessiva della popolazione in periodo epidemico (fino all'80% negli anziani).
L'efficacia della vaccinazione è quindi tale che risulta doveroso il suo utilizzo nella tutela della salute pubblica e probabilmente opportuno come investimento economico nelle aziende pubbliche e private2,3. In particolare, la vaccinazione deve essere vivamente raccomandata ai seguenti gruppi di persone:
ultrasessantacinquenni;
pazienti affetti da malattie croniche respiratorie, cardiache, renali, epatiche, metaboliche;
operatori sanitari (compresi i medici, ovviamente!). In questo caso la vaccinazione ha lo scopo di tutelare non solo il singolo operatore e l'efficienza del sistema sanitario, ma anche le persone a rischio di complicanze che, pur venendo a contatto con gli operatori sanitari, non saranno da questi contagiati.
I farmaci antivirali
Posto che l'amantadina e la rimantadina non hanno mai trovato per diversi motivi, non ultimo la loro tossicità - una concreta applicazione clinica, la ricerca farmaceutica ha prodotto una nuova generazione di farmaci attivi contro i virus influenzali, primo tra tutti lo zanamivir, sulle cui caratteristiche si riferisce nella Bussola.
Nonostante il clamore suscitato dai media su questi nuovi spray, il loro posto in sanità pubblica è attualmente molto modesto per diversi motivi, alcuni dei quali già evidenziati da altri autori4:
l'efficacia terapeutica, del 67%, è nota soltanto nei soggetti a minor rischio di complicanze;
tale valore di efficacia è però raggiungibile soltanto a condizioni veramente difficili da realizzare quali un valore predittivo dell'autodiagnosi o della diagnosi clinica di influenza pari al 100% e l'inizio di assunzione del farmaco entro 30 ore dall'esordio dei sintomi;
al contrario di quanto accade per la vaccinazione antinfluenzale, non sono note le caratteristiche di efficacia né quelle di tossicità nei confronti della popolazione a maggior rischio di complicanze;
l'eccesso di prescrizione che potrebbe risultare da un basso valore predittivo dell'autodiagnosi o della diagnosi clinica di influenza e la necessità di iniziare precocemente il trattamento tenderebbero a creare resistenze farmacologiche e ad esporre inutilmente parte della popolazione (proprio quella già affetta da patologie croniche importanti) a potenziali effetti indesiderati;
non ci sono sufficienti dati per affermare che il farmaco è in grado di ridurre non solo i sintomi influenzali, ma anche l'ospedalizzazione e la mortalità per cause influenza-correlate nella popolazione a rischio;
il prezzo al pubblico si preannuncia elevato. Nella valutazione complessiva si dovrà tenere conto dei costi indiretti che rappresentano un aspetto molto controverso.
Conclusioni
Per quanto riguarda le strategie di sanità pubblica nella riduzione dei danni da influenza, non vi è dubbio che al momento si debba promuovere la vaccinazione di quote crescenti di popolazione a rischio. L'uso dei nuovi antivirali è di fatto da definire e può essere riservato a condizioni particolari (vedi zanamivir nella rubrica La Bussola).
Bibliografia 1. Ragni P. Vaccini antinfluenzali: novità in vista? Informazioni sui farmaci 1997, 21 (4): 97-98. 2. Nichol Kl et al. The effectiveness of vaccination against influenza in healthy, working adults. N Engl JMed 1995;333:889-93. 3. Campbell D. et al. Cost-effectiveness of influenza vaccine in a healthy, working-age population. J OccEnvir Med1997, 39 (5): 408-14. 4. Yamey G. Anti-flu drug may not reduce death rate. BMJ 1999; 319:659