Dal Genoma a Fatima passando per Ginevra: a scuola di informazione
Gianni Tognoni
Gli editoriali, si dice, dovrebbero provare ad essere allo stesso tempo:
echi delle problematiche specificamente di competenza della pubblicazione che rappresentano;
cassa di risonanza del contesto socio-culturale più vasto in cui nascono e a cui si rivolgono.
La coincidenza dell'ultimo giorno utile per preparare questo testo (che voleva proseguire la riflessione annunciata nel numero precedente, sul ruolo di "vecchi" bollettini di informazione in un "oggi" dove le notizie che contano sembrano incerte tra il reale ed il virtuale1) con il lunedì 26 giugno in un certo senso ha imposto una soluzione al problema della scelta di un aggancio tra attualità ed informazione.
A Washington, in una conferenza stampa obbediente agli attuali canoni della "grande" comunicazione scientifica, il protagonista è il genoma: un presidente con un C.V. informativo non brillante pone il completamento della sequenza del genoma umano in un contesto che evoca memorie di Dio e creazione, mentre la stretta di mano tra due tecnici fino a poche settimane prima avversari giurati rassicura i mercati, che rispondono in modo adeguato.
A Roma, in una conferenza stampa non meno affollata, un cardinale noto per un C.V. da strenuo difensore dell'ortodossia e del soprannaturale, cerca di rendere un segreto non-più-segreto, mediaticamente comunicabile e teologicamente compatibile con le strategie terrene di una chiesa, che deve guardare ad orizzonti ed interlocutori non obbligatoriamente appiattiti sulle interpretazioni di uno dei suoi pontefici.
A Ginevra le Nazioni Unite aprono, cinque anni dopo il Summit Sociale di Copenhagen (alzi la mano chi si ricordava la scadenza, e la sua rilevanza), una conferenza politicamente cruciale, sulla compatibilità delle "leggi" del mercato con i diritti inviolabili delle persone e dei popoli, constatando - con la testimonianza tanto più preoccupante quanto più concorde del Segretario Generale, dei Capi di Stato, del vertice alternativo delle ONG - :
che ben poco è stato fatto per mantenere anche il minimo degli impegni solennemente presi, per ridurre la distanza tra chi ha e chi non ha accesso ai beni "essenziali";
che lo sviluppo "dichiarato" documenta, nei fatti, che la fruizione dei diritti di democrazia è ormai , per i più, qualcosa di incerto tra la virtualità e la menzogna.
Forse bisognerebbe prendere questo primo lunedì d'estate del 2000 come uno di quegli "scenari didattici" che vanno molto di moda nei seminari di alta formazione per esperti di management, o di strategia di sviluppo, o di immagine di prodotto.
Non ci vorrebbe tuttavia molta intelligenza interpretativa, né particolare acume nel fare emergere dai fatti il non-detto o il non-immediatamente-evidente.
Bisognerebbe semplicemente - ma è forse proprio in questo la difficoltà, e perciò la forza didattica dell'esercizio che qui si propone,senza neppur richiedere una tassa di iscrizione particolarmente alta, come sarebbe d'obbligo per i citati corsi di formazione - constatare e memorizzare i fatti così come sono: a) la coesistenza-coincidenza mediatica dello svelamento del genoma e di Fatima: i mercati informativi possono utilizzare indifferentemente il massimo della scientificità ed il minimo del soprannaturale, purché tutto sia "intrattenimento"; b) il gioco di prestigio del relegamento delle persone vere, delle loro storie, e delle loro vite, nelle cronache di qualche pagina interna di qualche giornale.
Non sarebbe verosimilmente neppure necessaria una indagine formale, con campioni adeguati e questionari opportunamente testati, per verificare che nella attenzione pubblica (senza pretendere di evocare memoria o immaginario), quanto presentato a Ginevra (con dati, tabelle, statistiche, analisi, confronti) non è di fatto esistito e pochi saprebbero, se presi da nostalgia o rimorso o curiosità o puntigliosità di verifica, che cosa "cliccare" per recuperare l'agenda dei diritti fondamentali riproposta due giorni dopo per i prossimi 5 anni dall'agenzia delle Nazioni Unite sullo sviluppo.
Nulla di nuovo o di strano, in fondo. La coincidenza dell'ultimo lunedì di giugno descrive, in termini realistici, solo con eventi simbolicamente e mediaticamente più evidenti, il contesto che quotidianamente crea, usa, impone l'informazione.
Il virtuale mediaticamente vendibile vince alla grande sulla realtà. Nell'informazione il "soft" è assolutamente preferibile a ciò che è "hard". Le implicazioni non hanno bisogno di essere esplicitate: sarebbe tremendamente noioso - e ancor più deprimente - provare ad esempio a domandarsi, per restare nel settore più di competenza di un bollettino sui farmaci, quanto e che cosa ci vorrebbe (e se ha senso):
per correggere la iatrogenesi intellettuale collettiva di un rilancio della bontà "simile a quella di Dio" dell'universo scientifico;
per andare a verificare quanto i finanziamenti saranno sempre più orientati a sostenere la "ricerca che veramente conta" e che promette meraviglie, rispetto alla ripetitività di quella che pretende semplicemente di far arrivare le vecchie cose essenziali (che includono anche farmaci non-geneticamente prodotti né post-genomici) a chi ne ha bisogno-diritto........
Si diceva, iniziando, che questo editoriale voleva contribuire a ri-sottolineare l'importanza dell'agenda di riflessione-lavoro lanciata nell'ultimo bollettino. Può essere utile anche questa volta aggiungere qualche nota bibliografica, mantenendo il principio di una rigorosa prossimità cronologica delle citazioni rispetto al nostro "lunedì sentinella": anche questa coincidenza, in fondo, può essere, per chi vuole, una "informazione significativa".* Una prima citazione è tutta italiana, atipica rispetto a farmaci e sanità, molto pertinente per le regole, gli strumenti, le attese di informazione: il giorno dopo - mentre l'Italia si preparava al vittorioso confronto calcistico con l'Olanda - Marco Paolini rappresentava, a Bologna, la sua memoria di Ustica. Come quella sul Vajont, ricerca lunga: 20 anni questa volta: più del tempo necessario al sequenziamento del genoma. Racconto-decodifica delle sequenze, strutturali e funzionali, delle omissioni/commissioni che caratterizzano oggi il genoma di sistemi-paesi, non appena si toccano interessi strategici (non solo in Italia). Si è potuto resistere, e chiamare almeno per nome le cose - "dire", se non rendere, giustizia - per una informazione venuta-difesa-cercata non dai responsabili-garanti-esperti dell'informazione dovuta. Che i rappresentanti dei familiari e della società civile abbiano qualcosa a che fare con la logica dell'informazione indipendente?
* Iniziava - un po' dappertutto, a livello internazionale, - sui grandi giornali, scientifici e non, la campagna informativa (dopo le ambigue promesse di "sconto" da parte dei produttori dei farmaci anti-HIV) sull'AIDS, l'Africa, la conferenza di Durban, il Sud Africa2. Sarebbe stata di pochi giorni dopo la sottrazione del campionato del mondo di calcio del 2006, al Sud Africa, a beneficio dell'ordinata Germania, grazie all'astensione strategica di un paese civilissimo, calcisticamente irrilevante (ma curiosamente centrale per l'informazione sui farmaci), come la Nuova Zelanda. Quale è/sarà l'informazione che conterà di più per l'immaginario, gli investimenti, la "credibilità", la visibilità dei diritti dei popoli d'Africa, con e senza AIDS, nei prossimi anni?
* Tutti l'avranno letto, ma non si può non raccomandarlo (più che per i contenuti, a tratti discutibili, certo per i problemi che pone) il punto di vista di Lancet sulla "frattura informativa" tra il Nord e il Sud3.
* Ancor più nota - ma ancor più da raccomandare, come testo di riferimento lucido ed informato per chi lavora nel settore farmaci - la domanda con la quale Marcia Angell, nel suo ultimo editoriale "tecnico" per il NEJM, riassume il quesito più di fondo di tutto il mondo informativo: a chi vende a parole - con il genoma, o Fatima, o... - promesse o segreti di futuro, è/sarà almeno possibile chiedere di "render conto"?4.
Bibliografia
1. G. Tognoni. Bollettini che compiono gli anni: un invito per ottobre 2000. Informazioni sui farmaci 2000;24: 29. 2. Le citazioni sarebbero infinite: da Science a Nature, ai maggiori quotidiani. Per chi volesse avere una visione d'insieme, v. il settimanale Internazionale, a partire dal 24/6 per 4 settimane. 3. R. Horton. North and South: bridging the information gap. Lancet, 2000; 355:2231-36. 4. M. Angell. (Editorial) The Pharmaceutical Industry - To whom is it accountable? New Eng J Med 2000; 342:1902-04.