Relenza Glaxo Wellcome
Indicazioni approvate: Trattamento dell’influenza non complicata
Classe C del PTN
20 blister 5 mg con diskhaler |
€ 31,50
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Indicazioni approvate: Trattamento dell’influenza non complicata
Classe C del PTN
Proprietà farmacologiche
Lo zanamivir è il primo rappresentante di una nuova classe di antivirali in grado di inibire la neuraminidasi dei virus influenzali.
Il virus influenzale è costituito da una particella sferica incapsulata il cui rivestimento esterno è composto principalmente da due glicoproteine, una con attività emoagglutinante, l’altra con attività enzimatica neuraminidasica. L’emoagglutinina è responsabile del legame del virus con la cellula ospite; la neuraminidasi determina invece il rilascio del virus dalle cellule infettate dopo la sua moltiplicazione intracellulare. Impedendo che la neuraminidasi, con la scissione dei residui terminali di acido sialico dai glucocomplessi cellulari, consenta la liberazione di nuovi virioni, lo zanamivir interrompe la diffusione del virus all’interno dell’albero raspiratorio.
Somministrato per via sistemica, lo zanamivir, pur raggiungendo concentrazioni ematiche elevate, non esplica attività antivirale, presumibilmente per la scarsa penetrazione a livello delle secrezioni bronchiali: l’inibizione della neuraminidasi avviene infatti sulla superficie delle cellule epiteliali delle vie respiratorie. Lo zanamivir deve essere perciò somministrato direttamente nelle vie respiratorie tramite inalazione orale. Il 13-15% di una dose inalata si deposita, nell'adulto sano, nell'albero bronchiale e nel polmone e il 78% nell'orofaringe. Mancano dati in pazienti con influenza o patologie croniche delle vie respiratorie. Le concentrazioni plasmatiche sono basse e l'emivita è di 3-5 ore.
Il farmaco non viene metabolizzato e si ritrova immodificato nelle urine.
Il virus influenzale è costituito da una particella sferica incapsulata il cui rivestimento esterno è composto principalmente da due glicoproteine, una con attività emoagglutinante, l’altra con attività enzimatica neuraminidasica. L’emoagglutinina è responsabile del legame del virus con la cellula ospite; la neuraminidasi determina invece il rilascio del virus dalle cellule infettate dopo la sua moltiplicazione intracellulare. Impedendo che la neuraminidasi, con la scissione dei residui terminali di acido sialico dai glucocomplessi cellulari, consenta la liberazione di nuovi virioni, lo zanamivir interrompe la diffusione del virus all’interno dell’albero raspiratorio.
Somministrato per via sistemica, lo zanamivir, pur raggiungendo concentrazioni ematiche elevate, non esplica attività antivirale, presumibilmente per la scarsa penetrazione a livello delle secrezioni bronchiali: l’inibizione della neuraminidasi avviene infatti sulla superficie delle cellule epiteliali delle vie respiratorie. Lo zanamivir deve essere perciò somministrato direttamente nelle vie respiratorie tramite inalazione orale. Il 13-15% di una dose inalata si deposita, nell'adulto sano, nell'albero bronchiale e nel polmone e il 78% nell'orofaringe. Mancano dati in pazienti con influenza o patologie croniche delle vie respiratorie. Le concentrazioni plasmatiche sono basse e l'emivita è di 3-5 ore.
Il farmaco non viene metabolizzato e si ritrova immodificato nelle urine.
Efficacia clinica
Prevenzione. In uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, condotto su 1.107 giovani adulti sani (età media di 29 anni) lo zanamivir, somministrato una volta al giorno, si è dimostrato in grado di prevenire la manifestazione clinica dell’influenza nel 67% dei soggetti trattati per un periodo di 4 settimane.
Trattamento. In due studi clinici controllati, randomizzati, (per un totale di 972 pazienti), lo zanamivir, somministrato per via inalatoria sotto forma di polvere, due volte al giorno per 5 giorni, entro 48 ore dall’insorgenza dei primi sintomi in pazienti con influenza documentata (per lo più causata dal virus tipo A), ha abbreviato la durata dei sintomi di una mediana di 1-1,5 giorni rispetto al placebo. Il beneficio maggiore è stato ottenuto nei pazienti con febbre oltre i 38,2° C o sintomi più marcati (cefalea, mialgia, tosse e mal di gola) e in quelli trattati entro 30 ore dalla comparsa dei sintomi: in questi pazienti i sintomi sono scomparsi 2-3 giorni prima di quanto successo nei pazienti trattati con placebo. Nelle persone occupate, la minor durata della influenza si è tradotta in un ritorno anticipato alle normali attività lavorative (mediana di 2 giorni prima). Le epidemie influenzali più gravi provocano una riduzione consistente di giornate lavorative che hanno un impatto economico importante. Va detto però che dati analoghi esistono anche per il vaccino antinfluenzale: in uno studio condotto in una popolazione giovane adulta in età lavorativa, il vaccino ha infatti ridotto del 25% il numero di episodi infettivi a carico delle vie respiratorie alte e del 43% il numero di giorni di assenza dal lavoro causati da tali affezioni.
Uno dei due studi ha confermato l’effetto favorevole dello zanamivir sulla durata della malattia anche in un sottogruppo di pazienti definiti "ad alto rischio" nei quali l’impiego dell’antivirale ha comportato anche una riduzione - pur se statisticamente non significativa - delle complicanze e della prescrizione di antibiotici. Occorre tuttavia sottolineare come si sia trattato di un numero esiguo di pazienti (76 pari al 17% della popolazione arruolata), per lo più (75%) rappresentato da pazienti affetti da asma lieve richiedente un uso saltuario di salbutamolo e da soggetti con 65 anni (18%). Nella fattispecie, la definizione di pazienti "ad alto rischio", tradizionalmente riservata a pazienti molto anziani o con malattie cardiache o polmonari di gravità da moderata a severa, appare forzata e i risultati non possono essere estrapolati alla popolazione generale. Peraltro la scheda tecnica della specialità registrata negli Stati Uniti sconsiglia l’uso del farmaco nei pazienti con asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva gravi per l’assenza di dati di efficacia e per il rischio di broncospasmo.
La rapida mobilizzazione del soggetto affetto da influenza e il suo più precoce ritorno all’attività sociale e lavorativa non sembra comportare una maggiore diffusione del virus. In uno studio condotto in pazienti con influenza indotta sperimentalmente, lo zanamivir ha ridotto in modo marcato sia la carica virale a livello nasofaringeo che il periodo di disseminazione del virus.
L’efficacia e la sicurezza dello zanamivir non sono state valutate nella prevenzione dell’influenza.
A tutt’oggi non esistono studi di confronto con l’amantadina (Mantadan) attualmente raccomandata nella profilassi e nel trattamento precoce dell’influenza nei pazienti con controindicazioni all’uso del vaccino; lo studio comparativo con rimantadina (non in commercio in Italia) nella prevenzione della malattia in un istituto di ricovero per anziani nel corso di una epidemia influenzale è troppo piccolo per potere essere accettato nelle sue conclusioni. Va precisato però che l’amantadina e la rimantadina, sono attive solo nei confronti dei virus di tipo A in quanto bloccano l’attività della proteina virale M2 assente nel virus influenzale di tipo B, mentre lo zanamivir inibisce le neuraminidasi di entrambi i tipi di virus influenzali.
Negli studi clinici sin qui condotti si è registrato un solo casi di resistenza in un bambino immunocompromesso trattato a scopo compassionevole.
Uno dei due studi ha confermato l’effetto favorevole dello zanamivir sulla durata della malattia anche in un sottogruppo di pazienti definiti "ad alto rischio" nei quali l’impiego dell’antivirale ha comportato anche una riduzione - pur se statisticamente non significativa - delle complicanze e della prescrizione di antibiotici. Occorre tuttavia sottolineare come si sia trattato di un numero esiguo di pazienti (76 pari al 17% della popolazione arruolata), per lo più (75%) rappresentato da pazienti affetti da asma lieve richiedente un uso saltuario di salbutamolo e da soggetti con 65 anni (18%). Nella fattispecie, la definizione di pazienti "ad alto rischio", tradizionalmente riservata a pazienti molto anziani o con malattie cardiache o polmonari di gravità da moderata a severa, appare forzata e i risultati non possono essere estrapolati alla popolazione generale. Peraltro la scheda tecnica della specialità registrata negli Stati Uniti sconsiglia l’uso del farmaco nei pazienti con asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva gravi per l’assenza di dati di efficacia e per il rischio di broncospasmo.
La rapida mobilizzazione del soggetto affetto da influenza e il suo più precoce ritorno all’attività sociale e lavorativa non sembra comportare una maggiore diffusione del virus. In uno studio condotto in pazienti con influenza indotta sperimentalmente, lo zanamivir ha ridotto in modo marcato sia la carica virale a livello nasofaringeo che il periodo di disseminazione del virus.
L’efficacia e la sicurezza dello zanamivir non sono state valutate nella prevenzione dell’influenza.
A tutt’oggi non esistono studi di confronto con l’amantadina (Mantadan) attualmente raccomandata nella profilassi e nel trattamento precoce dell’influenza nei pazienti con controindicazioni all’uso del vaccino; lo studio comparativo con rimantadina (non in commercio in Italia) nella prevenzione della malattia in un istituto di ricovero per anziani nel corso di una epidemia influenzale è troppo piccolo per potere essere accettato nelle sue conclusioni. Va precisato però che l’amantadina e la rimantadina, sono attive solo nei confronti dei virus di tipo A in quanto bloccano l’attività della proteina virale M2 assente nel virus influenzale di tipo B, mentre lo zanamivir inibisce le neuraminidasi di entrambi i tipi di virus influenzali.
Negli studi clinici sin qui condotti si è registrato un solo casi di resistenza in un bambino immunocompromesso trattato a scopo compassionevole.
Effetti indesiderati
Nel corso degli studi clinici l’incidenza e la natura degli effetti indesiderati sono risultate simili a quelle osservate nei pazienti trattati con placebo. I disturbi più frequentemente segnalati sono stati a carico delle vie respiratorie con tosse e bronchite.
Nei pazienti con forme gravi di asma o di broncopneumopatie croniche ostruttive lo zanamivir provoca una diminuzione della funzionalità respiratoria e comporta il rischio di broncospasmo.
Nei pazienti con forme gravi di asma o di broncopneumopatie croniche ostruttive lo zanamivir provoca una diminuzione della funzionalità respiratoria e comporta il rischio di broncospasmo.
Dosaggio e modalità di somministrazione
Lo zanamivir viene somministrato tramite un inalatore in plastica attivato dall’atto inspiratorio del paziente (diskhaler); il farmaco sotto forma di polvere fine, miscelato con lattosio, è contenuto in un blister (rotadisk) che viene forato dal dispositivo e viene inalato attraverso la bocca dal paziente. Il dosaggio è di 2 blister (10 mg) due volte al giorno (mattino e sera) per 5 giorni.
Lo zanamivir è il primo antivirale efficace nei confronti dei virus dell’influenza sia di tipo A che di tipo B. Inalato due volte al giorno per 5 giorni, entro 48 ore dalla comparsa dei primi sintomi in pazienti con influenza documentata, abbrevia di 1-1,5 giorni la durata della malattia. Il beneficio è massimo nei pazienti trattati entro 30 ore e in quelli con febbre o con sintomi più marcati: in questi casi i sintomi scompaiono 2-3 giorni prima rispetto al decorso normale. La riduzione del 30-50% dei giorni di assenza dal lavoro osservata nei soggetti adulti occupati è pari a quella ottenibile con la vaccinazione antinfluenzale. Decisive ai fini dell’efficacia dello zanamivir risultano essere la prontezza e l’esattezza della diagnosi (il farmaco non è attivo nei confronti di altri virus respiratori) e la tempestività della somministrazione.
Mancano dati sulla efficacia e sulla sicurezza del farmaco nei pazienti anziani (più di 70 anni) e in quelli con malattie cardiache o polmonari gravi, considerati ad alto rischio di complicanze. Nei pazienti con asma e broncopneumopatie croniche ostruttive gravi lo zanamivir può causare broncospasmo e diminuzione della funzionalità respiratoria.
Per la prevenzione della malattia, il vaccino antinfluenzale rappresenta lo strumento più valido attualmente a nostra disposizione, soprattutto nei pazienti ad alto rischio. Non esistono studi che abbiano valutato l’efficacia dello zanamivir rispetto al vaccino in termini di riduzione delle complicanze, della ospedalizzazione e della mortalità in questo gruppo di popolazione, né è possibile affermare l’esistenza di un possibile effetto terapeutico sinergico nella associazione tra il vaccino e lo zanamivir. In ogni caso, la somministrazione tramite inalatore non appare la più idonea a garantire livelli ottimali di compliance nei pazienti in età molto avanzata o scarsamente collaboranti.
Al momento, per lo zanamivir non sembrano esservi altre indicazioni che quella di un impiego in giovani adulti non vaccinati per i quali la riduzione dei sintomi risulti soggettivamente molto importante e in quelli che presentino controindicazioni all’uso del vaccino.
Mancano dati sulla efficacia e sulla sicurezza del farmaco nei pazienti anziani (più di 70 anni) e in quelli con malattie cardiache o polmonari gravi, considerati ad alto rischio di complicanze. Nei pazienti con asma e broncopneumopatie croniche ostruttive gravi lo zanamivir può causare broncospasmo e diminuzione della funzionalità respiratoria.
Per la prevenzione della malattia, il vaccino antinfluenzale rappresenta lo strumento più valido attualmente a nostra disposizione, soprattutto nei pazienti ad alto rischio. Non esistono studi che abbiano valutato l’efficacia dello zanamivir rispetto al vaccino in termini di riduzione delle complicanze, della ospedalizzazione e della mortalità in questo gruppo di popolazione, né è possibile affermare l’esistenza di un possibile effetto terapeutico sinergico nella associazione tra il vaccino e lo zanamivir. In ogni caso, la somministrazione tramite inalatore non appare la più idonea a garantire livelli ottimali di compliance nei pazienti in età molto avanzata o scarsamente collaboranti.
Al momento, per lo zanamivir non sembrano esservi altre indicazioni che quella di un impiego in giovani adulti non vaccinati per i quali la riduzione dei sintomi risulti soggettivamente molto importante e in quelli che presentino controindicazioni all’uso del vaccino.
Bibliografia
1. Waghorn SL and Goa KL. Zanamivir. Drugs 1998; 55:721-5.
2. Monto As et al. Zanamivir in the prevention of influenza among healthy adults. JAMA 1999; 282:31-5.
3. Hayden FG et al. Efficacy and safety of the neuraminidase inhibitor zanamivir in the treatment of influenzavirus infections. N Engl J Med 1997; 337:874-80.
4. The MIST Study Group. Randomized trial of efficacy and safety of inhaled zanamivir in treatment of influenza A and B virus infections. Lancet 1998; 35: 1877-81.
5. Hayden FG et al. Safety and efficacy of the neuraminidase inhibitor GG167 in experimental human influenza. JAMA 1996; 275:295-99.
6. Nichol Kl et al. The effectiveness of vaccination against influenza in healthy, working adults. N Engl J Med 1995; 333:889-93.
7. Gubareva LV et al. Evidence for zanamivir resistance in an immunocompromised child infected with influenza B virus. J Infect Dis 1998; 178: 1257-62.
8. Read RC. Treating influenza with zanamivir. Lancet 1999; 352:1872-3; ibidem 353:668-9.
9. Nguyen-Van-Tam JS. Zanamivir for influenza: a public health perspective. BMJ 1999; 319:655-6.
10. Gubareva L, Kaiser L, Hayden FG. Influenza virus neuraminidase inhibitors. Lancet 2000; 355: 827-835.
Data di redazione 04/2003