Actonel Procter & Gamble
Optinate Aventis Pharma
Classe A del PTN. Nota 79 (profilassi secondaria di fratture osteoporotiche post-menopausa in donne con pregresse fratture vertebrali o del femore non dovute a traumi efficienti; profilassi secondaria di fratture osteoporotiche in donne o uomini trattati per almeno 6 mesi con dosi pari o superiori a 7,5 mg al giorno di prednisone o dosi equivalenti di altri corticosteroidi, con pregresse fratture vertebrali o del femore non dovute a traumi efficienti).
Indicazioni approvate: (per il dosaggio da 5 mg)Trattamento dell'osteoporosi postmenopausale (riduzione del rischio di fratture vertebrali); trattamento dell'osteoporosi post-menopausale manifesta per ridurre il rischio di fratture dell'anca. Prevenzione dell'osteoporosi postmenopausale nelle donne ad aumentato rischio di osteoporosi; mantenimento o aumento della massa ossea nelle donne in postmenopausa in terapia corticosteroidea sistemica per periodi prolungati (oltre 3 mesi) con una dose uguale o superiore a 7,5 mg/die di prednisone o composti equivalenti.
(per il dosaggio da 35 mg) Trattamento dell'osteoporosi postmenopausale, per ridurre il rischio di fratture vertebrali; trattamento dell'osteoporosi postmenopausale manifesta, per ridurre il rischio di fratture dell'anca.
Solo per la specialità Actonel
Classe C del PTN.
Indicazioni approvate: trattamento della malattia ossea di Paget.
Optinate Aventis Pharma
28 compresse riv. 5 mg 4 compresse riv. 35 mg |
€ 40,34
€ 42,50 |
Indicazioni approvate: (per il dosaggio da 5 mg)Trattamento dell'osteoporosi postmenopausale (riduzione del rischio di fratture vertebrali); trattamento dell'osteoporosi post-menopausale manifesta per ridurre il rischio di fratture dell'anca. Prevenzione dell'osteoporosi postmenopausale nelle donne ad aumentato rischio di osteoporosi; mantenimento o aumento della massa ossea nelle donne in postmenopausa in terapia corticosteroidea sistemica per periodi prolungati (oltre 3 mesi) con una dose uguale o superiore a 7,5 mg/die di prednisone o composti equivalenti.
(per il dosaggio da 35 mg) Trattamento dell'osteoporosi postmenopausale, per ridurre il rischio di fratture vertebrali; trattamento dell'osteoporosi postmenopausale manifesta, per ridurre il rischio di fratture dell'anca.
Solo per la specialità Actonel
14 compresse 30 mg |
€ 173,53
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Indicazioni approvate: trattamento della malattia ossea di Paget.
Proprietà farmacologiche
Il risedronato è un nuovo bifosfonato attivo per via orale. Come gli altri composti analoghi, il farmaco inibisce selettivamente il riassorbimento osseo operato dagli osteoclasti. Dopo somministrazione orale, il 50% circa della quota assorbita (che è molto bassa a causa della scarsa biodisponibilità) va a fissarsi sull'osso dove rimane per diverse settimane, mentre il resto viene eliminato immodificato con le urine entro 24 ore. Come tutti i bifosfonati, il risedronato non viene metabolizzato.
Efficacia clinica
Osteoporosi postmenopausale
Diversi studi controllati, randomizzati, in doppio cieco, hanno dimostrato la capacità del risedronato di aumentare la massa ossea. In un trial condotto su 111 donne in menopausa precoce (età media 51 anni) non osteoporotiche, dopo 2 anni di trattamento, il risedronato (5mg/die) ha aumentato la densità ossea vertebrale dell'1,4% e del 2,6% a livello del trocantere femorale contro una diminuzione, nelle due sedi, osservata con placebo. A distanza di 1 anno dalla sospensione del trattamento, la densità ossea vertebrale è risultata inferiore del 2,3% rispetto ai valori basali nelle donne che avevano assunto precedentemente risedronato contro una diminuzione del 5,6% in quelle trattate con placebo. In un altro studio, 543 pazienti in postmenopausa con densità ossea vertebrale di 2 DS sotto la media, sono state trattate con risedronato (2,5 mg o 5 mg/die) o con placebo. Al termine dei 2 anni previsti, la massa ossea vertebrale è aumentata del 4% rispetto ai valori iniziali nelle donne trattate con 5 mg al giorno di risedronato e dell'1,4% in quelle trattate con 2,5 mg al giorno contro nessuna variazione registrata nel gruppo assegnato al placebo. Altri studi, anch'essi randomizzati e in doppio cieco, hanno invece valutato, più specificamente, l'efficacia del risedronato nel ridurre l'incidenza di fratture rispetto al placebo. In un ampio trial multicentrico, 939 donne in postmenopausa (età media 69 anni) con ridotta densità ossea (-2 DS sotto la media) e una pregressa frattura vertebrale hanno completato i 3 anni previsti di trattamento con risedronato (5 mg/die). Al termine, l'incidenza cumulativa di nuove fratture vertebrali è stata dell'11,3% nelle pazienti trattate con risedronato e del 16,3% in quelle assegnate al placebo, mentre l'incidenza di fratture non vertebrali è risultata rispettivamente del 5,2% contro 8,4%. Uno studio della durata di 3 anni, condotto su 1.226 pazienti in menopausa con pregresse fratture osteoporotiche, ha dimostrato l'efficacia del risedronato nel ridurre l'incidenza di nuove fratture vertebrali. In un altro studio di grandi dimensioni, realizzato su 5.445 donne con osteoporosi documentata, di età compresa tra i 70 e i 79 anni, dopo 3 anni l'incidenza di nuove fratture del femore è stata dell'1,9% nelle pazienti che avevano assunto risedronato (2,5 mg o 5 mg al giorno) contro il 3,2% in quelle trattate con placebo. Il trattamento con risedronato non ha però ridotto l'incidenza di fratture del femore nelle 3.886 pazienti anziane (età > o =80 anni) non osteoporotiche, selezionate sulla base di un fattore di rischio non legato alla densità minerale ossea (es. storia recente di caduta), che rappresentavano l'altro braccio della ricerca. In tutti gli studi, le pazienti arruolate assumevano calcio (1 g/die) e vitamina D.
Uno studio recente, estensione di uno precedente durato 3 anni, che aveva valutato l'incidenza delle fratture vertebrali in donne in post-menopausa randomizzate a risedronato 5 mg/die o placebo, ne ha valutato l'efficacia a 5 anni proseguendo il trattamento con 5 mg al giorno. 220 donne delle 265 arruolate ha completato lo studio. Il rischio di nuove fratture vertebrali si è ridotto ulteriormente durante il 4° e 5° anno nel gruppo randomizzato a risedronato. L'aumento della densità minerale ossea vertebrale e femorale e la riduzione dei markers del turnover osseo osservati a 3 anni sono stati confermati anche a 5 anni.
Uno studio condotto su un totale di 1.456 donne di età = o > a 50 anni, in postmenopausa da almeno 5 anni con ridotta densità minerale ossea (T-score misurato a livello delle vertebre lombari o del femore prossimale < o = 2,5 o T-score < 2 e almeno una frattura vertebrale), ha confrontato tra loro 3 schemi posologici che prevedevano, rispettivamente, la somministrazione di risedronato al dosaggio di 35 mg una volta alla settimana, di 50 mg una volta alla settimana, o di 5 mg una volta al giorno. Tutte le pazienti assumevano calcio (1 g/die) e, se i livelli sierici erano bassi, anche vitamina D. 1.209 (83%) donne hanno completato lo studio. Misura primaria di esito era la variazione della densità ossea a un anno dall'inizio del trattamento. I 3 schemi posologici hanno dimostrato un'efficacia sovrapponibile. Lo studio ha valutato anche la tollerabilità dei 3 regimi posologici (misura secondaria di esito); non vi sono state differtenze significative riguardo all'incidenza di effetti indesiderati nei 3 gruppi.
Morbo di Paget
Come tutti i bifosfonati, il risedronato rallenta la formazione e la dissoluzione dei cristalli di idrossiapatite. In alcuni studi in aperto (13-160 pazienti), il farmaco, somministrato alla dose di 30 mg al giorno, ha prodotto una diminuzione significativa della fosfatasi alcalina e un miglioramento radiografico delle lesioni ossee. In uno studio randomizzato, in doppio cieco, il risedronato (30 mg/die) si è dimostrato superiore all'etidronato (400 mg/die) in 123 pazienti con morbo di Paget in termini di normalizzazione della fosfatasi alcalina sierica a 6 mesi (73% dei pazienti contro 15%) e di remissione a 18 mesi.
Osteoporosi indotta da corticosteroidi
Due trial controllati con placebo, randomizzati, in doppio cieco, della durata di 1 anno, hanno dimostrato l'efficacia del risedronato (2,5 mg o 5 mg/die) nel prevenire la perdita di massa ossea vertebrale indotta da una terapia corticosteroidea ad alte dosi (>=7,5 mg al giorno di prednisone o composti equivalenti) per periodi protratti (>3 mesi) in 514 pazienti, sia maschi che femmine. Un terzo studio durato 2 anni, condotto su 120 donne in postmenopausa con artrite reumatoide, che assumevano prednisolone a dosi superiori a 2,5 mg al giorno, ha confermato la capacità del risedronato di preservare la densità minerale ossea in pazienti in trattamento corticosteroideo protratto.
Effetti indesiderati
Il risedronato è generalmente ben tollerato. I principali effetti indesiderati interessano l'apparato gastrointestinale: dispepsia, dolori addominali, gastrite ed esofagite. Sono stati segnalati, inoltre, cefalea, dolori muscoloscheletrici, raramente glossite, edema, rash cutanei. Nel corso degli studi clinici condotti su pazienti affetti da morbo di Paget, tratttati con risedronato 30 mg/die, sono stati riportati casi di irite. In alcuni pazienti trattati con risedronato si è osservata un'iniziale lieve e transitoria diminuzione dei livelli sierici di calcio e fosfato. Sono stati segnalati rari casi di anormalità nei test di funzionalità epatica.
Controindicazioni
Ipersensibilità al risedronato, ipocalcemia, insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min).
Avvertenze
L'impiego dei bifosfonati è stato associato a esofagite o ulcera esofagea. E' importante, quindi, una corretta somministrazione del farmaco (con abbondante acqua e mantenendo il busto eretto per almeno 30 minuti dopo l'assunzione).
Gravidanza e allattamento: mancano studi adeguati nell'uomo riguardanti la sicurezza d'impiego del risedronato in gravidanza e non è noto se il farmaco venga escreto nel latte materno. Studi condotti nell'animale indicano una riduzione nella sopravvivenza dei neonati e difetti di ossificazioni per dosaggi corrispondenti a 5-7 volte quelli impiegati in terapia. A tale dosaggio il farmaco è risultato tossico anche per la madre.
Interazioni
I farmaci contenenti cationi polivalenti (alluminio, magnesio, calcio e ferro) riducono l'assorbimento del risedronato e devono essere assunti a distanza di almeno 2 ore.
Dosaggio e modalità di somministrazione
La dose giornaliera raccomandata nel trattamento dell'osteoporosi è di 5 mg al giorno o di 35 mg una volta ogni 7 giorni. Nel trattamento del morbo di Paget il risedronato deve essere somministrato al dosaggio di 30 mg una volta al giorno per 2 mesi (il trattamento può essere, se necessario, ripetuto ad un intervallo di 2 mesi con la stessa posologia). Poiché l'assorbimento è influenzato dalla presenza di cibo nello stomaco, il risedronato deve essere assunto a digiuno, 30 minuti prima o 2 ore dopo un pasto. La compressa deve essere deglutita intera e non sciolta o masticata. Per favorire il transito esofageo ed evitare il rischio di irritazione esofagea la compressa va presa con abbondante acqua (un bicchiere pieno), mantenendo il busto in posizione eretta o stando seduti per almeno 30 minuti.
Costo
Un trattamento della durata di un anno con risedronato (5 mg/die) ha un costo molto simile a quello con alendronato (es. Fosamax, 10 mg/die): 525,86 euro contro 524,82.
Il risedronato è un bifosfonato attivo per via orale. Al pari dell'alendronato, è in grado di ridurre l'incidenza di nuove fratture vertebrali e non vertebrali in donne in postmenopausa con pregresse fratture osteoporotiche (trattate con calcio e vitamina D). Pur in assenza di studi di confronto diretti, i dati indicano una sostanziale equivalenza tra i due farmaci in termini di efficacia clinica: l'NNT (ossia il numero di pazienti da trattare) per evitare una frattura vertebrale è di 20 col risedronato (14 con l'alendronato); per evitare una frattura non vertebrale l'NNT è di 31 (33 con alendronato) e di 77 per evitare una frattura del femore (100 per l'alendronato). Al momento non sembrano sussistere differenze significative nemmeno nella incidenza degli effetti indesiderati gastrointestinali: i dati su una presunta migliore tollerabilità del risedronato devono essere verificati e confermati.
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Data di redazione 11/2003