Femipres Schwarz Pharma
Femipres Plus Schwarz Pharma (in associzione con idroclorotiazide)
Indicazioni approvate: Trattamento dell’ipertensione arteriosa.
per la specialità Femipres Plus: terapia di seconda linea per il trattamento dell'ipertensione essenziale; la combinazione fissa è indicata nei pazienti la cui pressione è stata stabilizzata con i singoli componenti somministrati nelle stesse proporzioni.
Classe A del PTN.
Proprietà farmacologiche
14 compresse 15 mg |
€ 8,18
|
Femipres Plus Schwarz Pharma (in associzione con idroclorotiazide)
14 compresse 15 mg/25 mg |
€ 10,47
|
Indicazioni approvate: Trattamento dell’ipertensione arteriosa.
per la specialità Femipres Plus: terapia di seconda linea per il trattamento dell'ipertensione essenziale; la combinazione fissa è indicata nei pazienti la cui pressione è stata stabilizzata con i singoli componenti somministrati nelle stesse proporzioni.
Classe A del PTN.
Il moexipril è un ACE-inibitore, l'ennesimo di una serie che sembra infinita. Si tratta, nello specifico, di un profarmaco, come alcuni altri suoi congeneri: è al moexiprilato, il suo principale metabolita epatico, che va infatti attribuito pressoché integralmente l’effetto antiipertensivo.
Dopo somministrazione orale, il moexipril viene assorbito in modo incompleto dal tratto gastrointestinale; il cibo ne riduce la biodisponibilità. Le concentrazioni plasmatiche del farmaco raggiungono il massimo dopo 1,5 ore. Una singola dose di 15 mg induce un blocco dell’attività dell’enzima di conversione dell’angiotensina che dura 24 ore1.
Sia il farmaco originario che il metabolita attivo subiscono una metabolizzazione a livello del fegato e vengono eliminati con la bile (più del 50%) e con le urine, con una emivita di eliminazione che varia dalle due alle nove ore1.
Efficacia clinica
Confronti con placebo
In uno studio, 200 pazienti con pressione diastolica compresa tra 95 e 114 mmHg, non responsivi al trattamento di 4 settimane con la sola idroclorotiazide (25mg), sono stati trattati con moexipril (3,75 o 7,5 o 15 mg) o con placebo per otto settimane. Tutte e tre le dosi di moexipril hanno comportato una riduzione pressoria di 8-9 mmHg, rispetto ai 4,6 mmHg ottenuti col placebo2.
Confronti con altri antipertensivi
In uno studio della durata di 24 settimane (178 pazienti), alle dosi di 7,5 mg e 15 mg una volta al giorno, il moexipril ha mostrato un effetto antipertensivo (-10 mmHg) analogo a quello del verapamil a cessione protratta (-11 mmHg) somministrato a dosi di 180 mg e 240 mg una volta al giorno3.
In un altro studio, 108 pazienti ipertesi (pressione diastolica compresa tra 100 e 114 mmHg) in trattamento con 25 mg di idroclorotiazide sono stati randomizzati al trattamento con moexipril (7,5 mg/die) o con verapamile a cessione protratta (180 mmHg). Dopo 4 settimane di trattamento, nei pazienti con valori di pressione diastolica uguali o superiori a 90mmHg il dosaggio dei due farmaci è stato portato rispettivamente a 15 mg e 240 mg per altre 8 settimane. Anche in questo caso i due farmaci hanno prodotto risultati equivalenti4.
Uno studio della durata di 12 settimane (159 pazienti) ha dimostrato che 7,5 mg e 15 mg al giorno di moexipril sono efficaci quanto 25 mg e 50 mg di captopril somministrati due volte al giorno in pazienti con ipertensione da lieve a moderata5.
Risultati analoghi sono stati ottenuti in 201 pazienti anziani trattati per 8 settimane con moexipril (7,5 e 15 mg/die), idroclorotiazide (25 mg/die) o placebo. Al termine dello studio, l’obiettivo dei 90 mmHg di pressione diastolica è stato raggiunto nel 37% dei pazienti trattati con idroclorotiazide, nel 29% di quelli assegnati alla dose più bassa di moexipril e nel 41% di quelli trattati con la dose più alta. La riduzione pressoria media è stata di 10,5 mmHg per l’idroclorotiazide e di 8,7-10,1 per il moexipril, rispettivamente 7,5 e 15 mg6.
Secondo la ditta produttrice, il moexipril troverebbe la sua collocazione nel trattamento dell'ipertensione nella donna in post-menopausa. Ad oggi, l'efficacia del farmaco in questo sottogruppo di pazienti è stata valutata in 3 studi, sponsorizzati dalla ditta. Un primo studio ha confrontato gli effetti metabolici ed antipertensivi del moexipril rispetto all'atenololo, in 116 pazienti obese in post-menopausa. Sono stati valutati parametri metabolici quali colesterolo totale, LDL e HDL, trigliceridi, glicemia, insulinemia, ed è stata misurata la variazione della pressione sistolica e diastolica a riposo, rispetto ai valori basali. Nessuno dei 2 trattamenti ha determinato una alterazione significativa dei parametri metabolici delle pazienti mentre la riduzione dei valori pressori si è rivelata sovrapponibile7. Il secondo studio, della durata complessiva di 16 settimane (4 settimane di wash-out + 12 settimane di trattamento attivo), condotto dagli stessi autori, ha coinvolto 97 pazienti ipertese in post-menopausa. L'obiettivo era di valutare l'efficacia e la tollerabilità del trattamento con moexipril al dosaggio di 15 mg/die rispetto all'idroclorotiazide al dosaggio di 25 mg/die. Entrambi i farmaci si sono rivelati ugualmente efficaci nel ridurre la pressione arteriosa. L'idroclorotiazide ha indotto un aumento clinicamente significativo, anche se modesto, di uricemia e glicemia, e un aumento del rapporto colesterolo totale/colesterolo-HDL, con riduzione dei livelli di colesterolo HDL; il trattamento con moexipril non ha, invece, comportato alcun cambiamento dei parametri metabolici considerati. Il moexipril si è rivelato meglio tollerato rispetto all'idroclorotiazide8. Il terzo studio, della durata di 8 settimane, condotto su 93 pazienti in post-menopausa ha confrontato l'efficacia antipertensiva e la tollerabilità di moexipril (15 mg/die) e nitrendipina (20 mg/die). I 2 trattamenti si sono dimostrati equivalenti in termini di efficacia, mentre il moexipril si è rivelato superiore in termini di tollerabilità9.
Un ulteriore studio di confronto con placebo, sempre condotto dalla ditta produttrice, che ha coinvolto 95 donne in post-menopausa trattate con terapia ormonale sostitutiva, ha dimostrato che il moexipril non interferisce col trattamento ormonale e non modifica i parametri metabolici (glicemia, trigliceridi, colesterolo totale e colesterolo HDL) causando, invece, una riduzione del fibrinogeno plasmatico10.
Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati del moexipril ricalcano fedelmente quelli tipici degli ACE-inibitori. Il disturbo più frequente è la tosse secca non dose-correlata. Sono possibili anche capogiri, cefalea diarrea, angioedema, neutropenia, ipotensione da prima dose e da deplezione idro-salina per impiego concomitante di diuretici o per preesistente disidratazione. Tutti gli ACE-inibitori riducono la secrezione di aldosterone e può verificarsi una iperpotassiemia in pazienti affetti da insufficienza renale, in diabetici con compromissione renale anche di grado lieve e in pazienti che assumono diuretici risparmiatori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio. In pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria renale in monorene può manifestarsi una insufficienza renale. Gli ACE-inibitori aumentano la mortalità fetale e sono controindicati in gravidanza.
Dosaggio e modalità di somministrazione
La dose raccomandata dalla ditta produttrice è di 15 mg una volta al giorno, da assumere lontano dai pasti.
Costo
Un trattamento della durata di 28 giorni con moexipril al dosaggio di 15 mg al giorno è di 16,36 euro. Un analogo trattamento con enalapril (20 mg/die) è di 22,62 euro, con lisinopril (20 mg/die) è di 23,16 euro, con ramipril (5 mg/die) è di 19,80 euro.
Dopo somministrazione orale, il moexipril viene assorbito in modo incompleto dal tratto gastrointestinale; il cibo ne riduce la biodisponibilità. Le concentrazioni plasmatiche del farmaco raggiungono il massimo dopo 1,5 ore. Una singola dose di 15 mg induce un blocco dell’attività dell’enzima di conversione dell’angiotensina che dura 24 ore1.
Sia il farmaco originario che il metabolita attivo subiscono una metabolizzazione a livello del fegato e vengono eliminati con la bile (più del 50%) e con le urine, con una emivita di eliminazione che varia dalle due alle nove ore1.
Efficacia clinica
Confronti con placebo
In uno studio, 200 pazienti con pressione diastolica compresa tra 95 e 114 mmHg, non responsivi al trattamento di 4 settimane con la sola idroclorotiazide (25mg), sono stati trattati con moexipril (3,75 o 7,5 o 15 mg) o con placebo per otto settimane. Tutte e tre le dosi di moexipril hanno comportato una riduzione pressoria di 8-9 mmHg, rispetto ai 4,6 mmHg ottenuti col placebo2.
Confronti con altri antipertensivi
In uno studio della durata di 24 settimane (178 pazienti), alle dosi di 7,5 mg e 15 mg una volta al giorno, il moexipril ha mostrato un effetto antipertensivo (-10 mmHg) analogo a quello del verapamil a cessione protratta (-11 mmHg) somministrato a dosi di 180 mg e 240 mg una volta al giorno3.
In un altro studio, 108 pazienti ipertesi (pressione diastolica compresa tra 100 e 114 mmHg) in trattamento con 25 mg di idroclorotiazide sono stati randomizzati al trattamento con moexipril (7,5 mg/die) o con verapamile a cessione protratta (180 mmHg). Dopo 4 settimane di trattamento, nei pazienti con valori di pressione diastolica uguali o superiori a 90mmHg il dosaggio dei due farmaci è stato portato rispettivamente a 15 mg e 240 mg per altre 8 settimane. Anche in questo caso i due farmaci hanno prodotto risultati equivalenti4.
Uno studio della durata di 12 settimane (159 pazienti) ha dimostrato che 7,5 mg e 15 mg al giorno di moexipril sono efficaci quanto 25 mg e 50 mg di captopril somministrati due volte al giorno in pazienti con ipertensione da lieve a moderata5.
Risultati analoghi sono stati ottenuti in 201 pazienti anziani trattati per 8 settimane con moexipril (7,5 e 15 mg/die), idroclorotiazide (25 mg/die) o placebo. Al termine dello studio, l’obiettivo dei 90 mmHg di pressione diastolica è stato raggiunto nel 37% dei pazienti trattati con idroclorotiazide, nel 29% di quelli assegnati alla dose più bassa di moexipril e nel 41% di quelli trattati con la dose più alta. La riduzione pressoria media è stata di 10,5 mmHg per l’idroclorotiazide e di 8,7-10,1 per il moexipril, rispettivamente 7,5 e 15 mg6.
Secondo la ditta produttrice, il moexipril troverebbe la sua collocazione nel trattamento dell'ipertensione nella donna in post-menopausa. Ad oggi, l'efficacia del farmaco in questo sottogruppo di pazienti è stata valutata in 3 studi, sponsorizzati dalla ditta. Un primo studio ha confrontato gli effetti metabolici ed antipertensivi del moexipril rispetto all'atenololo, in 116 pazienti obese in post-menopausa. Sono stati valutati parametri metabolici quali colesterolo totale, LDL e HDL, trigliceridi, glicemia, insulinemia, ed è stata misurata la variazione della pressione sistolica e diastolica a riposo, rispetto ai valori basali. Nessuno dei 2 trattamenti ha determinato una alterazione significativa dei parametri metabolici delle pazienti mentre la riduzione dei valori pressori si è rivelata sovrapponibile7. Il secondo studio, della durata complessiva di 16 settimane (4 settimane di wash-out + 12 settimane di trattamento attivo), condotto dagli stessi autori, ha coinvolto 97 pazienti ipertese in post-menopausa. L'obiettivo era di valutare l'efficacia e la tollerabilità del trattamento con moexipril al dosaggio di 15 mg/die rispetto all'idroclorotiazide al dosaggio di 25 mg/die. Entrambi i farmaci si sono rivelati ugualmente efficaci nel ridurre la pressione arteriosa. L'idroclorotiazide ha indotto un aumento clinicamente significativo, anche se modesto, di uricemia e glicemia, e un aumento del rapporto colesterolo totale/colesterolo-HDL, con riduzione dei livelli di colesterolo HDL; il trattamento con moexipril non ha, invece, comportato alcun cambiamento dei parametri metabolici considerati. Il moexipril si è rivelato meglio tollerato rispetto all'idroclorotiazide8. Il terzo studio, della durata di 8 settimane, condotto su 93 pazienti in post-menopausa ha confrontato l'efficacia antipertensiva e la tollerabilità di moexipril (15 mg/die) e nitrendipina (20 mg/die). I 2 trattamenti si sono dimostrati equivalenti in termini di efficacia, mentre il moexipril si è rivelato superiore in termini di tollerabilità9.
Un ulteriore studio di confronto con placebo, sempre condotto dalla ditta produttrice, che ha coinvolto 95 donne in post-menopausa trattate con terapia ormonale sostitutiva, ha dimostrato che il moexipril non interferisce col trattamento ormonale e non modifica i parametri metabolici (glicemia, trigliceridi, colesterolo totale e colesterolo HDL) causando, invece, una riduzione del fibrinogeno plasmatico10.
Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati del moexipril ricalcano fedelmente quelli tipici degli ACE-inibitori. Il disturbo più frequente è la tosse secca non dose-correlata. Sono possibili anche capogiri, cefalea diarrea, angioedema, neutropenia, ipotensione da prima dose e da deplezione idro-salina per impiego concomitante di diuretici o per preesistente disidratazione. Tutti gli ACE-inibitori riducono la secrezione di aldosterone e può verificarsi una iperpotassiemia in pazienti affetti da insufficienza renale, in diabetici con compromissione renale anche di grado lieve e in pazienti che assumono diuretici risparmiatori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio. In pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria renale in monorene può manifestarsi una insufficienza renale. Gli ACE-inibitori aumentano la mortalità fetale e sono controindicati in gravidanza.
Dosaggio e modalità di somministrazione
La dose raccomandata dalla ditta produttrice è di 15 mg una volta al giorno, da assumere lontano dai pasti.
Costo
Un trattamento della durata di 28 giorni con moexipril al dosaggio di 15 mg al giorno è di 16,36 euro. Un analogo trattamento con enalapril (20 mg/die) è di 22,62 euro, con lisinopril (20 mg/die) è di 23,16 euro, con ramipril (5 mg/die) è di 19,80 euro.
Il moexipril è l'ennesimo ACE-inibitore ad essere commercializzato nel nostro paese. In termini di efficacia e tollerabilità va considerato analogo agli altri composti da somministrare una volta al giorno. In mancanza di confronti diretti con altri ACE-inibitori non è possibile affermare che le prerogative vantate ( es. assenza di interferenze su parametri metabolici importanti come colesterolo, triglicerdi e glicemia, con la terapia ormonale sostitutiva e coi principali parametri dell’emocoagulazione) siano specifiche del solo moexipril. La dichiarata efficacia del farmaco nella donna ipertesa in post-menopausa non risulta adeguatamente dimostrata.
Bibliografia1. Anon. Moexipril: another ACE inhibitor for hypertension. The Medical Letter 1995; 37: 75.
2. Dickstein K et al. Comparison of the efficacy of three dose levels of moexipril versus placebo as add-on therapy to hydrochlorothiazide in patients with moderate hypertension. J CardiovascPharmacol 1994; 24: 247.
3. Abernethy DR et al. Moexipril in the treatment of mild to moderate essential hypertension: comparison with sustained-release verapamil. J Clin Pharmacol 1995; 35: 794.
4. Chrysant SG et al. A comparison of the antihypertensive effectiveness of a combination of moexipril or sustained-release verapamil with low-dose hydrochlorothiazide. J Clin Pharmacol 1996; 36:701.
5. Stimpel M et al. Moexipril versus captopril in patients with mild to moderate hypertension. J Cardiovasc Pharmacol 1996; 28: 769.
6. Person B and Stimpel M. Evaluation of the antihypertensive efficacy and tolerability of moexipril, a new ACE-inhibitor, compared to hydrochlorothiazide in elderly patient. Eur J Clin Pharmacol 1996; 50:259.
7. Stimpel M, Koch B, Weber MA. Comparison between moexipril and atenolol in obese postmenopausal women with hypertension. Maturitas 1998; 30(1): 69-77.
8. Stimpel M, Koch B, Oparil S. Antihypertensive treatment in postmenopausal women: results from a prospective, randomized, double-blind, controlled study comparing an ACE inhibitor (moexipril) with a diuretic (hydrochlorothiazide). Cardiology 1998; 89(4): 271-6.
9. Agabiti-Rosei E, Ambrosioni E, Pirelli A, Stimpel M, et al. Efficacy and tolerability of moexipril and nitrendipine in postmenopausal women with hypertension. Eur J Clin Pharmacol 1999; 55(3): 185-89.
10. Koch B, Oparil S, Stimpel M. Co-administration of an ACE-inhibitor (moexipril) and hormonal replacement therapy in post-menopausal women. J Hum Hypertens 1999; 13(5): 337-42.
Data di redazione 12/2003