Isepacin Essex Italia
USO OSPEDALIERO
Proprietà farmacologiche
1 fiala i.m. i.v. 250 mg/ml 1 fiala i.m. i.v. 500 mg/2 ml |
€ 9,56
€ 19,11 |
Indicazioni approvate: trattamento delle infezioni causate da ceppi di microrganismi sensibili; può essere usata in monoterapia o in associazione con altri antibiotici nel trattamento delle seguenti infezioni come indicato clinicamente: infezioni delle basse vie respiratorie comprese polmoniti contratte in comunità o nosocomiali ed esacerbazioni acute della bronchite cronica; infezioni intra-addominali comprese peritonite, colecistite e colangite; infezioni urinarie comprese pielonefrite e infezioni complicate delle basse vie urinarie; infezioni della cute e dei tessuti molli comprese infezioni post-operatorie delle ferite, ascessi cutanei e cellulite; setticemia; nelle infezioni che si sospetta siano sostenute da gram-negativi, la terapia con isepamicina può essere iniziata prima di ottenere i risultati dei test di sensibilità; l'isepamicina è inoltre indicata per il trattamento delle infezioni sostenute da molti ceppi di microrganismi gram-negativi amikacina-resistenti.
L'isepamicina è un antibiotico aminoglicosidico con uno spettro di attività ed un profilo farmacocinetico simili a quelli dell’amikacina. Legandosi selettivamente ai ribosomi batterici, inibisce la sintesi proteica, causando la morte cellulare. La isepamicina non viene inattivata in vitro dalla 6’-N-aminoglicoside acetiltransferasi [AAC(6’)-I], un enzima sempre più diffuso, che conferisce ai microrganismi la resistenza ad amikacina, gentamicina, tobramicina e netilmicina; è stabile inoltre nei confronti di altri enzimi, responsabili dell’inattivazione della gentamicina. L’insorgenza di resistenza batterica è meno frequente con isepamicina rispetto agli altri aminoglicosidi ed essa si dimostra attiva in vitro anche nei confronti di Gram-negativi e Staphylococci non più sensibili agli altri antibiotici di questo gruppo.
Grazie al prolungato "effetto postantibiotico", comune a tutti gli aminoglicosidi, per la isepamicina viene proposta la somministrazione giornaliera unica.
Lo spettro di attività in vitro comprende sia Gram-negativi (Enterobacteriaceae, Pseudomons aeruginosa ed altri ceppi di Pseudomonas, Acinetobacter, ceppi di Haemophilus), che Gram-positivi (Staphylococcus aureus, S. epidermidis, Streptococcus haemolyticus); la potenza d’azione è complessivamente analoga a quella dell’amikacina.
Dopo somministrazione intramuscolare, i livelli di picco sono raggiunti in 1-1,5 ore e la biodisponibilità è pressochè totale. La isepamicina si lega scarsamente alle proteine plasmatiche (5% circa), raggiunge concentrazioni elevate nel tessuto polmonare ed un volume di distribuzione apparente pari al 25% circa del peso corporeo, simile a quello degli altri aminoglicosidi. Le somministrazioni ripetute non danno luogo ad accumulo del farmaco. L’emivita, dose-indipendente, è di 2-2,5 ore negli adulti e nei bambini con più di 4 mesi; risulta prolungata nei neonati con meno di 16 giorni (8 ore) e nei bambini da 16 giorni a 4 mesi di età (3 ore).
Efficacia clinica
L'isepamicina, somministrata per via e.v. (più raramente i.m.), a dosi singole giornaliere di 8 mg/kg nelle infezioni meno gravi e 15 mg/kg nelle infezioni più gravi, si è dimostrata comparabile all’amikacina (7,5 mg/kg 2 volte al giorno) nel trattamento di infezioni, da moderate a gravi, causate da microrganismi sensibili (infezioni della cute ed annessi, infezioni complicate e non delle vie urinarie, infezioni intra-addominali, infezioni delle basse vie respiratorie, comprese le polmoniti nosocomiali, episodi febbrili in pazienti neuropenici).
In quasi tutti gli studi condotti, la isepamicina e l’amikacina sono state associate ad un altro antibiotico (metronidazolo nelle infezioni intra-addominali, ceftriaxone negli episodi febbrili in pazienti neutropenici, ceftazidime nelle infezioni delle basse via respiratorie).
La isepamicina trova la sua collocazione nel trattamento, in ambito ospedaliero, di infezioni moderate e gravi sostenute da microrganismi sensibili. Nonostante la isepamicina sia stata proposta per il trattamento di prima intenzione delle infezioni che si sospetta siano sostenute da Gram-negativi, il suo uso va riservato a quei pazienti per i quali l’antibiogramma ha messo in evidenza una multiresistenza all’amikacina.
Effetti indesiderati
L'isepamicina ha manifestato effetti simili per incidenza e gravità a quelli dell’amikacina, indipendenti dalla dose utilizzata e dalla durata della terapia.
Le manifestazioni più frequenti sono l’ototossicità, la nefrotossicità, le reazioni cutanee (rash, orticaria) e le modificazioni del quadro ematico (eosinofilia, agranulocitosi).
Controindicazioni
Ipersensibilità o precedenti reazioni tossiche gravi ad altri antibiotici aminoglicosidici.
Gravidanza: non sono noti dati sulla sicurezza della isepamicina, ma per gli altri aminoglicosidi è stato evidenziata la capacità di attraversare la placenta ed il pericolo di sordità fetale e tossicità renale.
L’isepamicina è stata somministrata anche a bambini di pochi giorni. La ditta produttrice tuttavia ne controindica l’impiego nei bambini di età inferiore ad 1 anno.
Avvertenze
Ridurre le dosi in caso di insufficienza renale.
La isepamicina ha provocato, nel 12% circa dei pazienti trattati, un aumento delle transaminasi; nonostante questo fenomeno non sia stato associato a danni epatici rilevabili, l’uso della isepamicina in pazienti con ridotta funzionalità epatica deve essere valutato con cautela.
Il rischio di tossicità è aumentato in pazienti anziani o disidratati.
Gli aminoglicosidi possono essere responsabili di blocco neuromuscolare di intensità variabile: vanno perciò utilizzati con cautela in pazienti con miastenia grave e morbo di Parkinson.
Interazioni
Grazie al prolungato "effetto postantibiotico", comune a tutti gli aminoglicosidi, per la isepamicina viene proposta la somministrazione giornaliera unica.
Lo spettro di attività in vitro comprende sia Gram-negativi (Enterobacteriaceae, Pseudomons aeruginosa ed altri ceppi di Pseudomonas, Acinetobacter, ceppi di Haemophilus), che Gram-positivi (Staphylococcus aureus, S. epidermidis, Streptococcus haemolyticus); la potenza d’azione è complessivamente analoga a quella dell’amikacina.
Dopo somministrazione intramuscolare, i livelli di picco sono raggiunti in 1-1,5 ore e la biodisponibilità è pressochè totale. La isepamicina si lega scarsamente alle proteine plasmatiche (5% circa), raggiunge concentrazioni elevate nel tessuto polmonare ed un volume di distribuzione apparente pari al 25% circa del peso corporeo, simile a quello degli altri aminoglicosidi. Le somministrazioni ripetute non danno luogo ad accumulo del farmaco. L’emivita, dose-indipendente, è di 2-2,5 ore negli adulti e nei bambini con più di 4 mesi; risulta prolungata nei neonati con meno di 16 giorni (8 ore) e nei bambini da 16 giorni a 4 mesi di età (3 ore).
Efficacia clinica
L'isepamicina, somministrata per via e.v. (più raramente i.m.), a dosi singole giornaliere di 8 mg/kg nelle infezioni meno gravi e 15 mg/kg nelle infezioni più gravi, si è dimostrata comparabile all’amikacina (7,5 mg/kg 2 volte al giorno) nel trattamento di infezioni, da moderate a gravi, causate da microrganismi sensibili (infezioni della cute ed annessi, infezioni complicate e non delle vie urinarie, infezioni intra-addominali, infezioni delle basse vie respiratorie, comprese le polmoniti nosocomiali, episodi febbrili in pazienti neuropenici).
In quasi tutti gli studi condotti, la isepamicina e l’amikacina sono state associate ad un altro antibiotico (metronidazolo nelle infezioni intra-addominali, ceftriaxone negli episodi febbrili in pazienti neutropenici, ceftazidime nelle infezioni delle basse via respiratorie).
La isepamicina trova la sua collocazione nel trattamento, in ambito ospedaliero, di infezioni moderate e gravi sostenute da microrganismi sensibili. Nonostante la isepamicina sia stata proposta per il trattamento di prima intenzione delle infezioni che si sospetta siano sostenute da Gram-negativi, il suo uso va riservato a quei pazienti per i quali l’antibiogramma ha messo in evidenza una multiresistenza all’amikacina.
Effetti indesiderati
L'isepamicina ha manifestato effetti simili per incidenza e gravità a quelli dell’amikacina, indipendenti dalla dose utilizzata e dalla durata della terapia.
Le manifestazioni più frequenti sono l’ototossicità, la nefrotossicità, le reazioni cutanee (rash, orticaria) e le modificazioni del quadro ematico (eosinofilia, agranulocitosi).
Controindicazioni
Ipersensibilità o precedenti reazioni tossiche gravi ad altri antibiotici aminoglicosidici.
Gravidanza: non sono noti dati sulla sicurezza della isepamicina, ma per gli altri aminoglicosidi è stato evidenziata la capacità di attraversare la placenta ed il pericolo di sordità fetale e tossicità renale.
L’isepamicina è stata somministrata anche a bambini di pochi giorni. La ditta produttrice tuttavia ne controindica l’impiego nei bambini di età inferiore ad 1 anno.
Avvertenze
Ridurre le dosi in caso di insufficienza renale.
La isepamicina ha provocato, nel 12% circa dei pazienti trattati, un aumento delle transaminasi; nonostante questo fenomeno non sia stato associato a danni epatici rilevabili, l’uso della isepamicina in pazienti con ridotta funzionalità epatica deve essere valutato con cautela.
Il rischio di tossicità è aumentato in pazienti anziani o disidratati.
Gli aminoglicosidi possono essere responsabili di blocco neuromuscolare di intensità variabile: vanno perciò utilizzati con cautela in pazienti con miastenia grave e morbo di Parkinson.
Interazioni
- La concomitante somministrazione di farmaci ototossici o nefrotossici (es. diuretici d'ansa) potenzia la tossicità degli aminoglicosidi.
- Gli aminoglicosidi possono potenziare l’effetto prodotto dai bloccanti neuromuscolari e causare paralisi respiratoria.
- Gli aminoglicosidi possono avere effetto sinergico in associazione con antibiotici beta-lattamici, tuttavia la somministrazione di aminoglicosidi + beta-lattamici in pazienti con insufficienza renale può risultare in un’inattivazione dell’aminoglicoside.
Somministrazione e dosi usuali
Adulti:
Adulti:
- via intramuscolare (infezioni moderatamente gravi e localizzate): 8 mg/kg/die (unica somministrazione);
- via endovenosa (infezioni gravi): da 8 a 15 mg/kg/die (unica somministrazione); diluire con 50 ml di fisiologica o di glucosata al 5% o Ringer lattato e somministrare per infusione in 30 min.
La durata media della terapia è di 10 giorni.
In pazienti con insufficienza renale è stato proposto il dosaggio di 8 mg/kg ad intervalli di somministrazione adeguati alla funzionalità dell’organo:
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N.B. I valori proposti devono essere considerati solo preliminari e richiedono ulteriori studi farmacocinetici in pazienti trattati con dosi mutliple di 8 e di 15mg/kg.
Bambini:
L'isepamicina è stata somministrata, sia per via e.v. che i.m., al dosaggio di 7,5 mg/kg 2 volte al giorno in bambini da 16 giorni a 13 anni, 1 volta al giorno in bambini con meno di 16 giorni.
La scheda tecnica ne controindica l’impiego in bambini con meno di 1 anno di età.
Bibliografia
- Rev Prescr 1997; 17(169): 16-17.
- Isepamicina. Informazioni sui farmaci 1997; 21(1): 10.
- Isepamicin. Micromedex Drugdex System - Drug Evaluation 2003.
Data di redazione 07/2003