In Italia è in commercio esclusivamente in associazione con l’idroclorotiazide nella specialità Moduretic (Merk Sharp & Dohme - 20 cpr 5 mg amiloride+ 50 mg idroclorotiazide).
Classe A del PTN.
Indicazioni approvate per Moduretic: trattamento dei pazienti con edema di origine cardiaca, cirrosi epatica con ascite ed ipertensione.
Classe A del PTN.
Indicazioni approvate per Moduretic: trattamento dei pazienti con edema di origine cardiaca, cirrosi epatica con ascite ed ipertensione.
Proprietà farmacologiche
L’amiloride deve le sue proprietà diuretiche e natriuretiche e l'effetto moderatamente antipertensivo all'azione a livello del tubulo distale dove blocca lo scambio sodio-potassio inducendo un aumento della natriuria e una riduzione della potassiuria. Riduce inoltre l’eliminazione di ioni idrogeno mentre incrementa l’escrezione di ioni sodio, bicarbonato e calcio.
Come il triamterene, possiede un’azione più pronta e prevedibile di quella svolta dagli antialdosteronici ma, se paragonata alla furosemide o ai diuretici tiazidici, l’amiloride ha un effetto natriuretico inferiore, in quanto a livello del tubulo distale, dove il farmaco agisce, avviene una percentuale relativamente piccola del riassorbimento di sodio. L’amiloride da sola possiede perciò una modesta attività antipertensiva; anche l’azione diuretica di rado si dimostra utile nella risoluzione dei quadri di ritenzione idrica. La sua associazione con altri diuretici, specie con i tiazidici, determina un reciproco potenziamento delle proprietà diuretiche, natriuretiche ed antipertensive.
L'associazione con l'idroclorotiazide consente di ottenere un effetto natriuretico additivo; l’escrezione di potassio, bilanciata dalle opposte azioni svolte dai due diuretici a livello del tubulo distale, si traduce in modeste variazioni della kaliuria basale.
L’amiloride non compete con l’acido urico per il trasporto a livello del tubulo distale renale per cui non ne inibisce l’escrezione e non determina aumenti dell’uricemia. Induce un aumento della produzione di aldosterone con modesto incremento della secrezione reninica probabilmente come conseguenza della ritenzione di potassio e della natriuresi. L'amiloride inibisce in maniera specifica anche il trasporto del sodio, senza alterare quello del potassio, a livello delle cellule ematiche e verosimilmente delle cellule di natura epiteliale.
Dopo somministrazione orale, circa il 50% di una dose di amiloride viene assorbito; il 25% è escreto immodificato con le urine entro le prime 10 ore. Non viene metabolizzata dal fegato e non è stata dimostrata la presenza di metaboliti attivi. L'attività è massima dopo 6 ore dall’assunzione ma perdura per circa 24 ore, senza influire sul filtrato glomerulare e sul flusso ematico renale.
Per le modeste variazioni del pool potassico totale e della kaliemia che si riscontrano anche dopo trattamenti a lungo termine, l’associazione amiloride-tiazidici è sicura anche nel trattamento dei pazienti in terapia digitalica.
Come il triamterene, possiede un’azione più pronta e prevedibile di quella svolta dagli antialdosteronici ma, se paragonata alla furosemide o ai diuretici tiazidici, l’amiloride ha un effetto natriuretico inferiore, in quanto a livello del tubulo distale, dove il farmaco agisce, avviene una percentuale relativamente piccola del riassorbimento di sodio. L’amiloride da sola possiede perciò una modesta attività antipertensiva; anche l’azione diuretica di rado si dimostra utile nella risoluzione dei quadri di ritenzione idrica. La sua associazione con altri diuretici, specie con i tiazidici, determina un reciproco potenziamento delle proprietà diuretiche, natriuretiche ed antipertensive.
L'associazione con l'idroclorotiazide consente di ottenere un effetto natriuretico additivo; l’escrezione di potassio, bilanciata dalle opposte azioni svolte dai due diuretici a livello del tubulo distale, si traduce in modeste variazioni della kaliuria basale.
L’amiloride non compete con l’acido urico per il trasporto a livello del tubulo distale renale per cui non ne inibisce l’escrezione e non determina aumenti dell’uricemia. Induce un aumento della produzione di aldosterone con modesto incremento della secrezione reninica probabilmente come conseguenza della ritenzione di potassio e della natriuresi. L'amiloride inibisce in maniera specifica anche il trasporto del sodio, senza alterare quello del potassio, a livello delle cellule ematiche e verosimilmente delle cellule di natura epiteliale.
Dopo somministrazione orale, circa il 50% di una dose di amiloride viene assorbito; il 25% è escreto immodificato con le urine entro le prime 10 ore. Non viene metabolizzata dal fegato e non è stata dimostrata la presenza di metaboliti attivi. L'attività è massima dopo 6 ore dall’assunzione ma perdura per circa 24 ore, senza influire sul filtrato glomerulare e sul flusso ematico renale.
Per le modeste variazioni del pool potassico totale e della kaliemia che si riscontrano anche dopo trattamenti a lungo termine, l’associazione amiloride-tiazidici è sicura anche nel trattamento dei pazienti in terapia digitalica.
Effetti indesiderati
Può causare nausea, vomito, dolori addominali, diarrea o stipsi, parestesie, sete, sensazione di stordimento, rash cutaneo, sensazione di prurito, debolezza, crampi muscolari, mal di testa. Sono stati riportati casi di ipotensione ortostatica e aumento della uremia.
E’ stata riportata iponatriemia in pazienti che ricevevano il farmaco in associazione con un altro diuretico.
Controindicazioni
L’insufficienza renale grave, l’anuria e la nefropatia diabetica costituiscono controindicazioni all’uso dell’amiloride. Inoltre il farmaco non andrebbe utilizzato nel paziente diabetico che rischia di sviluppare più facilmente iperkaliemia durante la terapia. Ne è controindicato l’uso anche in caso di aumento della potassiemia oltre i 5,5 mEq/l o di uso di supplementi di potassio o di diuretici risparmiatori di potassio.
Avvertenze
L’amiloride può causare iperkaliemia, soprattutto in pazienti affetti da insufficienza renale, diabete mellito, o anziani. In tali pazienti occorre perciò monitorare frequentemente i livelli sierici di potassio e, se necessario, aggiustare il dosaggio del farmaco. Nei pazienti nefropatici con valori di uremia superiori a 30 mg/dl o creatinina sierica superiore a 1,5 mg/dl, andranno monitorati sia i livelli sierici degli elettroliti che della creatinina che della uremia.
Il paziente anziano è particolarmente a rischio di sviluppare iponatriemia durante la terapia con diuretici, qundi l’amiloride andrebbe usata con cautela.
Quando il farmaco viene somministrato in associazione con altri diuretici a pazienti affetti da cirrosi epatica con ascite e alcalosi metabolica o in caso di edema refrattario occorre monitorare attentamente elettroliti sierici e uremia, soprattutto se si ottiene una diuresi intensa. Inoltre nel paziente affetto da grave insufficienza epatica si sviluppa facilmente encefalopatia portosistemica e occorre porre attenzione ai sintomi che possono indicare l’instaurarsi di tale condizione.
L’amiloride va usata con cautela anche nei pazienti con patologie cardiopolmonari o diabete mellito non compensato in quanto si potrebbe instaurare acidosi respiratoria o metabolica. In questi pazienti è necessario monitorare l’equilibrio acido-base. Nel diabetico compensato con una funzionalità renale normale l'impiego del farmaco è sicuro.
Interazioni
E’ stata riportata iponatriemia in pazienti che ricevevano il farmaco in associazione con un altro diuretico.
Controindicazioni
L’insufficienza renale grave, l’anuria e la nefropatia diabetica costituiscono controindicazioni all’uso dell’amiloride. Inoltre il farmaco non andrebbe utilizzato nel paziente diabetico che rischia di sviluppare più facilmente iperkaliemia durante la terapia. Ne è controindicato l’uso anche in caso di aumento della potassiemia oltre i 5,5 mEq/l o di uso di supplementi di potassio o di diuretici risparmiatori di potassio.
Avvertenze
L’amiloride può causare iperkaliemia, soprattutto in pazienti affetti da insufficienza renale, diabete mellito, o anziani. In tali pazienti occorre perciò monitorare frequentemente i livelli sierici di potassio e, se necessario, aggiustare il dosaggio del farmaco. Nei pazienti nefropatici con valori di uremia superiori a 30 mg/dl o creatinina sierica superiore a 1,5 mg/dl, andranno monitorati sia i livelli sierici degli elettroliti che della creatinina che della uremia.
Il paziente anziano è particolarmente a rischio di sviluppare iponatriemia durante la terapia con diuretici, qundi l’amiloride andrebbe usata con cautela.
Quando il farmaco viene somministrato in associazione con altri diuretici a pazienti affetti da cirrosi epatica con ascite e alcalosi metabolica o in caso di edema refrattario occorre monitorare attentamente elettroliti sierici e uremia, soprattutto se si ottiene una diuresi intensa. Inoltre nel paziente affetto da grave insufficienza epatica si sviluppa facilmente encefalopatia portosistemica e occorre porre attenzione ai sintomi che possono indicare l’instaurarsi di tale condizione.
L’amiloride va usata con cautela anche nei pazienti con patologie cardiopolmonari o diabete mellito non compensato in quanto si potrebbe instaurare acidosi respiratoria o metabolica. In questi pazienti è necessario monitorare l’equilibrio acido-base. Nel diabetico compensato con una funzionalità renale normale l'impiego del farmaco è sicuro.
Interazioni
- Con gli ACE-inibitori: si può manifestare iperkaliemia, soprattutto in pazienti con insufficienza renale.
- Con sali di potassio: può comparire iperkaliemia.
- I FANS possono interferire con l’ effetto natriuretico dei diuretici risparmiatori di potassio.
- Con i glicosidi cardioattivi: l’amiloride aumenta la clearance renale della digossina ma ne diminuisce quella extrarenale provocando un aumento dei suoi livelli sierici e quindi del rischio di comparsa di effetti tossici. E’ stata anche segnalata una diminuzione di efficacia del glicoside. Occorre perciò monitorare strettamente il paziente in caso di terapie che prevedano l’associazione dei due farmaci.
- Con i sali di litio: i diuretici risparmiatori di potassio non andrebbero generalmente associati ai sali di litio in quanto ne riducono la clearance renale e quindi possono aumentare il rischio di comparsa di effetti tossici. Tuttavia, l’amiloride è stata usata per ridurre la poliuria indotta dalla terapia con litio (secondaria al diabete insipido nefrogeno indotto dal litio) in un numero limitato di pazienti. Il farmaco non ne ha modificato in maniera sostanziale i livelli plasmatici, né la clearance renale o l’eliminazione urinaria anche se è stato necessario in un caso ridurre il dosaggio del litio in quanto si era verificato un aumento asintomatico dei suoi livelli plasmatici. La riduzione della diuresi in questi pazienti sembra dovuta alla riduzione, da parte dell'amiloride, dell'azione inibitoria esercitata dal litio sul riassorbimento dell'acqua.
Somministrazione e dosi usuali
L’amiloride si somministra per via orale al dosaggio di 5-10 mg al giorno in associazione con idroclorotiazide 50-100 mg nel trattamento dello scompenso cardiaco congestizio e nell’ipertensione; nella cirrosi con ascite il dosaggio è di 5 mg al giorno in associazione con idroclorotiazide 50 mg.
Bibliografia
- Potassium-sparing diuretics. Drug Facts and Comparisons; 628-629.
- Amiloride Hydrochloride. AHFS Drug Information 95; 1810-1815.
- Potassium-sparing diuretics. British National Formulary 43a edizione, marzo 2002; 67-68.
- British National Formulary 43a edizione, marzo 2002; Appendix I: Interactions.
- Batlle DC, von Riotte AB, et al. Amelioration of polyuria by amiloride in patients receiving long-term lithium therapy. N Engl J Med 1985; 312(7): 408-14.
Data di redazione 12/2003